Covid: per sanitari turni massacranti e ferie negate, boom di richieste d’aiuto a Consulcesi

Massimo Tortorella, presidente di Consulcesi. “Per i medici gli straordinari sono diventati ‘ordinari’. Siamo al fianco dei nostri eroi affinché ricevano il giusto riconoscimento per i sacrifici che continuano a fare”

Da quando è scoppiata la pandemia, turni massacranti e ferie negate sono diventate la nuova “normalità” per moltissimi operatori sanitari. È così che gli straordinari sono diventati ordinari. Lo denuncia il network legale Consulcesi che da ormai oltre un anno è stato sommerso da una valanga di richieste d’aiuto da parte di sanitari “sfruttati”: il 30% in più dall’inizio del Covid. “I nostri operatori sanitari continuano a essere spremuti e, per di più, non sempre lo fanno in condizioni di sicurezza”, dice Massimo Tortorella, presidente di Consulcesi. “Con il rischio anche di sacrificare la propria salute fisica e mentale. Tutto questo – aggiunge – senza un adeguato riconoscimento”.
Eppure, se si seguissero le leggi e le Direttive europee, a questi operatori sanitari spetterebbero decine se non centinaia di migliaia di euro.

Che i medici italiani lavorino troppo non è di certo una novità. L’emergenza Covid-19 ne ha solo esasperato le conseguenze. Si tratta di un problema decennale, sui cui il nostro Paese è stato addirittura bacchettato dall’Unione Europea ormai più di dieci anni fa. La direttiva 2003/88/CE, che promuove il miglioramento della sicurezza e della salute dei lavoratori, stabilisce un orario settimanale massimo di 48 ore – compreso lo straordinario – e un periodo di riposo giornaliero di 11 ore consecutive. Pur recependo tale direttiva, dal 2008 al 2015 l’Italia ne ha vanificato gli effetti. Ecco perché per molto tempo i medici si sono visti privare di una garanzia riconosciuta a tutti i lavoratori, non solo in spregio alla normativa comunitaria, ma anche in totale contrasto con la letteratura scientifica internazionale.

È stato così fino a quando, su richiesta della Commissione Europea, il 25 novembre 2015, l’Italia si è infatti adeguata. Per il periodo precedente a questa data è stato possibile chiedere il rimborso – oltre 80.000 euro per 6 anni di lavoro – sia nel caso in cui le ore lavorate in più non siano state pagate, ma fatte rientrare dall’azienda nell’ambito
dell’obiettivo di risultato, sia nel caso in cui siano invece siano state pagate. Moltissime le azioni intraprese dai legali di Consulcesi.

Ora la storia sembra ripetersi. Ma questa volta in modo più forte e coinvolgendo un numero di operatori sanitari molto più elevato. Per questo, ancora una volta, Consulcesi ha messo a disposizione un servizio di consulenza gratuita per avere informazioni sulla possibilità di intraprendere un’azione legale, contattando l’800.122.777 oppure direttamente attraverso il sito www.consulcesi.it.

Il nuovo corso di Consulcesi sulla pandemia da COVID – 19

Guido Rasi, Direttore Scientifico di Consulcesi, a margine della web conference “Covid-19: tra vaccini e varianti”, a cui ha partecipato al fianco del Presidente di Consulcesi, Massimo Tortorella, ha evidenziato: “I vaccini sono la migliore arma che abbiamo per contrastare le varianti, sia quelle già note che quelle future. Se vogliamo uscire da questa pandemia dobbiamo vaccinarci con fiducia”. Pertanto, continua Rsi “il mio invito alla vaccinazione va in particolare ai nostri operatori sanitari: fidatevi della scienza, proteggete voi stessi e proteggerete anche i vostri pazienti”. La web conference è stata anche l’occasione per presentare un nuovo corso Ecm, concentrato principalmente sulle attuali questioni sollevate dal diffondersi delle varianti del SARSCoV-2. 

Il corso Ecm, dunque, guida il personale medico-sanitario all’approfondimento delle proprie conoscenze sul COVID – 19, delle sue mutazioni e delle sue varianti. I vaccini, da poco diffusi per combattere e contrastare definitivamente la pandemia, affrontano questa nuova sfida. Sfida che, secondo il team Consulcesi, può essere vinta soltanto attraverso il consolidamento delle conoscenze e delle competenze del personale medico e socio – sanitario. A tal proposito, proprio Massimo Tortorella, Presidente di Consulcesi, ha affermato: “Formazione è la parola chiave per uscire dalla pandemia, insieme ai vaccini”, evidenziando che “Consulcesi è impegnata fin dalle prime ore della pandemia in un progetto formativo sul Covid capillare e vario, da ebook a docufilm e sempre aggiornato perché siamo convinti che la scienza vada raccontata bene per creare fiducia e consapevolezza nella popolazione”. La web conference, in particolare, si è concentrata sui seguenti temi: quale differenza ci sia tra le mutazioni e le varianti; una spiegazione dettagliata sulle varianti al momento diffuse; definizione del concetto di “sequenziamento genomico”; l’importanza centrale e fondamentale del tracciamento; come vaccini e terapie agiscano in relazione alla diffusione delle nuove varianti virali. Presentando il corso, Guido Rasi ha effettuato una probabile previsione sui possibili sviluppi che, nel prossimo futuro,  potrebbe avere la pandemia, evidenziando quanto sia importante la campagna vaccinale: “L’EMA ha già autorizzato 4 vaccini ed entro la fine dell’anno ne potrebbero arrivare altri”, considerando che se “facciamo funzionare bene la nostra macchina vaccinale possiamo sperare di ritornare alla normalità già dal prossimo autunno”. Tuttavia, Guido Rasi ha voluto spegnere i facili entusiasmi, aggiungendo che “questo non vuol dire che il nuovo coronavirus scomparirà subito e per sempre”, poiché “continueremo a portare le mascherine, magari in tasca, per essere sempre pronti a indossarle in particolari situazioni, laddove si potrebbero creare pericolosi assembramenti”. Però, Guido Rasi, si è detto convinto che “grazie ai vaccini il virus SARS-CoV-2 avrà i giorni contati”. Il corso si terrà attraverso l’erogazione di una lezione multimediale, che si concluderà con la somministrazione di un test di verifica finale. Inoltre, ogni partecipante potrà godere dell’acquisizione di conoscenze, competenze e informazioni sul sequenziamento genomico dei virus, sulle varianti del SARS-CoV-2, sul loro impatto in ambito clinico, di prevenzione e terapia.

Inquinamento domestico 5 volte maggiore di quello esterni: 10 indicazioni utili per una quarantena più sana

Areare gli ambienti 2-3 volte al giorno, non fumare al chiuso ed evitare accumuli di polvere tra i consigli degli esperti

Chiusi tra le mura domestiche pensiamo di essere al riparo da smog e sostanze nocive ambientali, invece le nostre case sono scatole chiuse che intrappolano inquinanti insieme al calore. Quando usiamo spray, detergenti, profumi, camminiamo su moquette sintetica, fumiamo, respiriamo aria troppo calda, ci sovraccarichiamo con sostanze che si depositano nell’organismo, provocando mal di testa, allergie e problemi respiratori. Secondo l’OMS (Organizzazione Mondiale Sanità) l’inquinamento domestico produce il 60% dell’inquinamento da polveri sottili ed è il più importante fattore di rischio per la salute nel mondo. Anche il CNR (Consiglio Nazionale Ricerche) stima che le sostanze pericolose con cui veniamo in contatto quotidianamente sono oltre 150 e sono tutte potenzialmente tossiche, veri killer silenziosi. L’inquinamento indoor è circa 5 volte maggiore di quello esterno. 

È questo il tema principale del nuovo corso ECM per professionisti sanitari promosso da Consulcesi Club “Habitat. Medicina ambientale e patologie correlate” che viene riproposto in questo periodo di chiusura a causa dell’emergenza sanitaria, allo scopo di sensibilizzare la popolazione e fornire indicazioni utili a vivere meglio in casa. 

«La salute deve essere priorità – ha dichiarato Cinzia De Vendictis, Medico Anestesista specializzato in sicurezza sul lavoro e Responsabile del corso ECM – Per questo è necessario attivare programmi di prevenzione che migliorino i livelli di conoscenza, comprensione e percezione da parte degli operatori sanitari alla popolazione dei rischi presenti negli ambienti confinati, tradizionalmente considerati “sicuri” come abitazioni, scuola, uffici, ambienti sportivi e ricreativi». Conclude la dottoressa De Vendictis. 

Molto è affidato ai nostri gesti quotidiani, precauzioni e scelte oculate possono fare la differenza. Per questo, dal corso di Consulcesi Club sono state estrapolate 10 indicazioni da seguire per migliorare la salute in casa: 

  1. Aerare gli ambienti più volte al giorno. Aprile le finestre almeno 2-3 volte al giorno per 5 minuti. Ridurre la polvere domestica, spolverare con panno umido 
  2. Evitare detersivi troppo aggressivi i prodotti per la pulizia, preferire invece detersivi naturali ed ecocompatibili. Pulire in assenza dei bambini
  3. Usare aspirapolveri e/o apparecchi di ripulitura dell’aria con filtri ad alta efficienza.
  4. Tenere sotto controllo il livello di umidità in casa: mantenere l’umidità relativa sotto il 50% e la temperatura inferiore a 22°. Individuare indicatori di qualità dell’aria ed eseguire un loro monitoraggio periodico.
  5. Evitare accumuli di libri e giornali.
  6. Vietare la moquette; dove esiste usare anche trattamenti a vapore.
  1. Non fumare al chiuso, anche in assenza dei bambini.
  2. Ridurre l’emissione di sostanze tossiche da apparecchi di riscaldamento e impianti di condizionamento e ventilatori. 
  3. Isolare stampanti laser, fotocopiatrici dagli ambienti domestici in apposite stanze ventilate.
  4. Scegliere complementi di arredo adeguati: scegliere mobili in legno massello, i mobili “etnici” possono essere trattati con sostanze chimiche che, oltre ad evitare formazione di funghi e proliferazione di batteri, si diffondono nell’ambiente domestico. 

Università: test Medicina, ogni anno 18 mila ricorsi per irregolarità

Consulcesi, nella scorsa edizione della prova problemi in 27 atenei su 41

Ogni anno 18mila ricorsi per le irregolarità ai test d’accesso a Medicina. “Garantire una prova d’ammissione equa e meritocratica, inserita in una più ampia riforma del percorso d’ingresso a Medicina che dia riscontro della qualità e del valore effettivo dei candidati, oltre che tenere conto dell’imbuto formativo che ogni anno si viene a creare tra i nuovi laureati e il numero più basso di borse di specializzazione”. A chiederlo è Massimo Tortorella, presidente Consulcesi, commentando l’annuncio da parte del ministero dell’Università di aumentare di 1.500 i posti disponibili a Medicina. Una cifra, questa, ritenuta troppo alta dalla Federazione nazionale degli Ordini dei Medici (Fnomceo) che, tenuto conto della presenza di almeno 22mila medici già laureati e abilitati a fronte di undicimila posti nel post lauream, lancia l’allarme dell’esplosione dell’imbuto formativo.

Consulcesi, nell’ultima edizione dei test, ha gestito decine di migliaia di richieste da parte di studenti che hanno chiesto l’immatricolazione a Medicina attraverso i ricorsi. Secondo i dati di Consulcesi, il 43% delle anomalie riguarda suggerimenti e movimenti sospetti durante la prova, persone che potevano uscire liberamente, membri della commissione che parlavano con i candidati, plichi manomessi, favoritismi. “E la situazione è diffusa in tutto il Paese con 27 atenei interessati da irregolarità su un totale di 41 atenei”. In questi tempi di pandemia, c’è ancora più attenzione su una professione fondamentale quale il medico e sull’importanza di garantire sia un numero adeguato di risorse al Ssn che una retribuzione adeguate ai futuri medici. Consulcesi “intende impegnarsi perché la Laurea alla Facoltà di Medicina rimanga, come sempre, un traguardo d’eccellenza nell’esperienza curricolare dei giovani medici”.

Più in dettaglio, “gli atenei interessati da irregolarità sono stati 27 nel 2019, su un totale di 41, distribuiti in 21 città. Il 21% delle segnalazioni è arrivato dalle città del Nord, il 36% da quelle del Sud e il 43% da studenti che hanno svolto il test nelle università del Centro Italia. Le città in cui si sono registrate più irregolarità sono Milano (7%), Napoli (10%) e Roma (18%). Il 79% dei ricorsi si registra nel Centro-Sud”.

“Le irregolarità sono diverse ma le principali riguardano l’uso dei cellulari in aula (20%), domande ambigue (16%), ma oltre il 43% delle segnalazioni riguarda suggerimenti e movimenti sospetti durante la prova, persone che potevano uscire liberamente, membri della commissione che parlavano con i candidati, plichi manomessi, favoritismi, identificazione effettuata in modo non aderente alla procedura”.

I consigli degli psicologi per preservare una buona qualità del sonno al tempo del COVID – 19

Consulcesi, team legale da anni al fianco dei medici del personale socio – sanitario, con il sostegno di autorevoli esperti, ha indagato sulle conseguenze che il periodo di isolamento ha provocato sul riposo notturno degli italiani. Infatti, con il timore di contrarre la malattia, il confinamento prolungato, i problemi economici, il domani incerto, riposare con tranquillità è stato ed è a volte un autentico miraggio in questo particolare momento storico. Infatti, stando ad una ricerca effettuata dai diversi Ordini dei psicologi, più di 6 italiani su 10 soffrono d’insonnia o di disturbi del sonno. Questi disagi hanno colpito anche chi, prima dell’epidemia, non presentava problemi nel dormire. Inoltre, in un altro studio promosso dall’Associazione Italiana per la Ricerca e l’Educazione nella Medicina del Sonno (Assirem Ets), si è evidenziato che, dall’inizio del confinamento forzato, molti italiani soffrono di un sonno agitato, trovandosi addirittura a subire risvegli notturni improvvisi, stati d’ansia e angoscia incontrollabile. La ricerca, poi, si è concentrata su un campione di mille connazionali mostrando come si siano modificato gli orari in cui si va a dormire e quelli in cui ci si risveglia, con un differimento di oltre 1-2 ore. La metà delle persone che prima del virus impiegava un quarto d’ora per addormentarsi, adesso impiega molto più tempo. C’è stato un picco di soggetti che lamenta di prendere sonno non prima di un’ora dal momento in cui si è recato a letto e molti altri che hanno dichiarato di dormire meno tempo. Inoltre, oltre la metà degli intervistati ha rilevato come la qualità del sonno sia molto cambiata, giudicandola «abbastanza o molto cattiva». Dalla ricerca è emerso come siano accresciuti i risvegli notturni, poiché 3 persone su 4 si sono svegliate al mattino presto almeno una volta a settimana contro le 4 persone su 10 prima della pandemia. Un picco all’insù si è registrato anche per i soggetti che soffrono di incubi, passati da 1 su 10, prima dell’emergenza coronavirus, a 4 su 10 al momento attuale. Lo psicoterapeuta dottor Giorgio Nardone, co-fondatore del Centro di Terapia Strategica di Arezzo, all’interno nuovo ebook “COVID -19 il virus della paura”, promosso ha affermato come “angoscia, ipocondria e fobie, disturbi diventati molto comuni in questa pandemia possono infatti riflettersi negativamente su tempi e qualità del sonno, innescando un circolo vizioso che peggiora la nostra salute mentale”. Tuttavia, i professionisti del settore hanno suggerito un insieme di consigli da mettere in pratica, perché si possa preservare una buona qualità del sonno. È proprio Luigi Ferini-Strambi, primario del Centro di Medicina del Sonno dell’IRCCS Ospedale San Raffaele Turro, a condividere con il pool legale Consulcesi alcuni importanti consigli a riguardo. Il primo suggerimento è quello di «mantenere un normale ritmo sonno-veglia, andando a letto e svegliandosi alla stessa ora ogni giorno», programmando al meglio la routine quotidiana, avendo perciò tempi precisi in cui inserire i pasti, lo studio, lo svago, il lavoro e lo sport. Quest’ultimo è da evitare nelle ore serali, insieme al riposo pomeridiano, perché andrebbe a rovinare il sonno notturno. Un buon sonno è poi da collegare con una buona alimentazione,  “soprattutto a cena, limitando la quantità di cibo e l’apporto proteico”. Inoltre, il professor Luigi Ferini – Strambi consiglia di “evitare l’eccesso di caffeina che ostacola il sonno, e di alcool che causa un sonno leggero e frammentato; evitare di tenere il cellulare vicino al letto, per il disturbo causato dalle notifiche e cercare di allontanare i pensieri negativi nella fase di addormentamento”. 

Consulcesi promuove corsi a distanza per approfondire e incrementare le conoscenze dei professionisti della medicina al tempo del Coronavirus

L’emergenza sanitaria ed il nemico invisibile chiamato Coronavirus hanno indotto medici e personale socio – sanitario ad un continuo aggiornamento per riconoscere e, in un secondo momento, gestire al meglio la malattia. I medici sono le prime sentinelle per riconoscere il Covid-19 ed è indispensabile il loro continuo aggiornamento per la gestione della malattia. La formazione medico – scientifica, sempre vitale ed in evoluzione, oggi si fa ancora più stringente e necessaria con la lotta al COVID, toccando tanti e diversi ambiti: dalla gravidanza alla sicurezza sul lavoro, dai principi da seguire al pronto soccorso alla gestione del paziente allergico e diabetico, molte sono le sfide a cui il personale ospedaliero e medico è chiamato a rispondere. Per soddisfare questa nuova esigenza di informazione e formazione, il pool legale Consulcesi, da anni a supporto dei colletti bianchi e dell’intero personale socio – sanitario, ha approntato una collana di corsi di aggiornamento professionale per i medici, previsti obbligatoriamente per legge e denominati ECM, che hanno come oggetto l’emergenza COVID – 19. Infatti, la pandemia ha stravolto ogni ambito del settore sanitario, poiché tutte le attività, dal più complesso intervento chirurgico alla visita di routine, hanno subito un inevitabile cambiamento, rendendo necessaria una formazione più variegata ed approfondita. La serie di corsi di formazione promossi da Consulcesi rappresenta un ottimo mezzo per incrementare le conoscenze, oltre che una guida completa ed aggiornata a disposizione dei professionisti sanitari per affrontare la pandemia e tutte le sue conseguenze. I diversi corsi di formazione afferiscono ad un progetto formativo più ampio, che prevede un mescolamento tra arte, solidarietà e formazione. Fa parte di questa collana anche il docufilm ‘Covid-19, il virus della paura’. In particolare, il docufilm è arricchito da importanti interventi di esperti del settore, quali Massimo Andreoni, direttore della UOC Malattie infettive del Policlinico Tor Vergata di Roma e Giorgio Nardone, psichiatra esperto di psicosi. Massimo Tortorella, presidente del team legale Consulcesi, spiega le motivazioni che hanno spinto il pool di cui è leader a costruire questo itinerario di formazione. A tal proposito, ha affermato: “Dovremo convivere con il coronavirus per molto tempo. Quindi le competenze mediche delle diverse professioni sanitarie, dai medici di base ai pediatri e agli infermieri, se opportunamente formati, diventano un primo filtro necessario per il riconoscimento dei casi e un più attento monitoraggio della situazione”: Inoltre, Massimo Tortorella ha evidenziato come “la formazione è la pedina vincente per uscire dalla fase 2. All’inizio c’era molta confusione, le indicazioni erano contrastanti e poco chiare. Attualmente la comunità scientifica ha raccolto informazioni preziose per contenere la pandemia. Ora più che mai, quindi, sarà la corretta veicolazione della nuova conoscenza a fare la differenza. E se ogni singolo cittadino è chiamato ad informarsi, sono i professionisti sanitari i primi a doversi far trovare preparati, sia per competenza che per responsabilità verso i pazienti e la loro salute”. I corsi, ovviamente, saranno realizzati mediante didattica a distanza, attraverso l’uso di innovative piattaforme digitali. Infine, visitando il sito www.covid-19virusdellapaura.com/#ecm sono disponibili già i primi titoli della serie di corsi online. 

Da Consulcesi, un ebook sul virus: “COVID – 19 – Il virus della paura”

Da Luca Toni, ex calciatore e campione del mondo 2006, passando per il centrocampista bianconero Douglas Costa e per il portiere rossonero Mattia Perin, fino ad arrivare alla PR celebrities Raffaella Zardo, all’imprenditore digital Gianluigi Ballarani, al modello Edoardo Santonocito, all’artista Stefano Monda, alle Dj Nausicaa e Jay & Jas, Viviana Edera (la fotografa dei rapper) ed il loro social media manager Alessandro Riggio. Sono stati molti i volti famosi dello sport, dello spettacolo e del web a schierarsi in prima linea per combattere il fenomeno delle fake news e ad usare le loro pagine social per promuovere l’ebook “COVID – 19 – Il Virus della Paura”. Si tratta dell’ultimo prodotto editoriale diffuso da Consulcesi, il pool legale da anni a sostegno di medici, infermieri e di tutto il personale socio – sanitario. L’e book vuole informare e formare sul diffuso fenomeno delle notizie false, con l’intero ricavato che sarà devoluto alla Protezione Civile. “COVID – 19 – Il Virus della Paurarappresenta il primo ebook, in doppia lingua italiano – inglese, totalmente dedicato alla questione delle fake news, contenente utili indicazioni per districarsi nel caos di informazioni che si stanno rincorrendo in questi ultimi tempi. Inoltre, questo ebook rappresenta un importante strumento per guidare la popolazione nel corso della  fase 2. In pochissimo tempo, sui social e sul web il “@progettocovid19 il virus della paura” è divenuto un fenomeno virale, che ha trovato diffusione immediata, anche grazie all’intensa promozione social portata avanti da vip e influencer. 

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Massimo Tortorella, presidente del team legale Consulcesi e primo promotore dell’iniziativa, ha provato a spiegare le motivazioni di questo grande successo. A tal proposito, ha affermato: “C’è una grande fame di notizie sul coronavirus, ma spesso ci imbattiamo in bufale e fake news che generano confusione e ansia nelle persone. Per questo abbiamo pensato che fosse nostro dovere dare una mano con quello che sappiamo fare meglio: formazione e informazione sanitaria. Da qui nasce il progetto sul coronavirus che vede oltre all’ebook anche una collana di formazione a distanza per medici e un docufilm in uscita”. Infatti, l’ebook ha raccolto tutto il materiale informativo che è circolato in questi mesi. Dalla questione del “paziente zero” alle notizie provenienti da Wuhan, l’ebook contiene anche importanti pareri sulla malattia, corredati da fonti scientifiche istituzionali, in grado di fare chiarezza sulle fantasie legate all’origine del virus e sulle tante bufale circolate sulla pandemia. La copertina dell’ebook riporta il dipinto dell’artista italiana Lady B, dal titolo “Infermiera con l’orecchino di perla”, che ritrae un infermiera con una mascherina. Quest’ultimo è ispirato al più celebre quadro di uno dei pittori più noti del ‘600, Johannes Veermer, che ha realizzato “La ragazza col turbante”, più conosciuta come “La ragazza con l’orecchino di perla”. Per avere maggiori informazioni e acquistare l’ebook, disponibile al costo di 4,99 euro, è possibile visitare il seguente sito internet: www.covid-19virusdellapaura.com/ebook/

La professoressa Silvia Migliaccio spiega l’importanza della vitamina D nel corso organizzato da Consulcesi

Il lungo isolamento all’interno delle proprie case e la mancata esposizione alla luce solare potrebbero avere conseguenze importanti sullo stato di salute di buona parte della popolazione. Infatti, la luce del sole permette alla vitamina D di fissarsi nelle ossa e prevenire problemi osteoarticolari, oltre che la patologia dell’osteoporosi. Silvia Migliaccio, Segretario Generale della Società Italiana di Scienze dell’Alimentazione e Professore Associato dell’Università del Foro Italico di Roma ha fornito il suo contributo alla realizzazione della nuova collana formativa ECM in tema di COVID – 19, in particolare per i corsi su “Nutrizione ai tempi del Coronavirus”. Affrontando particolarmente la tematica della Vitamina D, Silvia Migliaccio ha affermato che, in caso di insufficienza, la mancanza può essere colmata mediante un’adeguata alimentazione e attraverso il ricorso a specifici integratori alimentari. Inoltre, ha spiegato perché l’importanza della vitamina D per la salute delle persone: “La vitamina D svolge diverse importanti funzioni a livello del nostro organismo. Innanzitutto, aiuta a far assorbire il calcio che introduciamo con gli alimenti da parte dell’intestino. Poi aiuta i processi di mineralizzazione a livello scheletrico, prevenendo il rachitismo nell’infanzia e l’osteomalacia negli anziani”. La professoressa Migliaccio, poi, ha evidenziato come “dati recenti mettono i bassi livelli di vitamina in correlazione con una minore risposta immunitaria, con alterazione dell’omeostasi dei glucidi (cioè con una ridotta capacità di rifornire il tessuto nervoso di una adeguata quantità di glucosio), con la ridotta funzionalità muscolare negli anziani, con la predisposizione per alcune tipologie tumorali”. Per questo motivo, la Vitamina D ha un ruolo fondamentale e va introdotta in giusta quantità, seguendo una buona alimentazione oppure, seguendo i consigli del medico, attraverso l’assunzione di una terapia a bocca. Così, la professoressa Silvia Migliaccio ha indicato come “La vitamina D è contenuta soprattutto in alimenti grassi quali salmone, sgombro e tonno” oltre che “nell’olio di fegato di merluzzo, nel tuorlo d’uovo, nel burro e, in generale, nei formaggi più grassi”. Però, la professoressa Migliaccio ha evidenziato che “la quantità contenuta in questi alimenti è relativamente bassa, e nei casi di deficienza l’alimentazione non riesce a sopperire alle necessità dell’organismo. In questi casi è utile fare ricorso ad un integratore che permetta di ripristinare i normali valori ematici. Le modalità d’integrazione possono essere mediante il colecalciferolo o mediante il calcifediolo, che possono essere assunti con diverse posologie”. L’eventuale assunzione di Vitamina D per bocca va valutata caso per caso, tenendo conto dei singoli bisogni degli individui. Tuttavia, la professoressa Migliaccio ha rassicurato la popolazione affermando che, se le persone hanno seguito lo schema della dieta mediterranea, che prevede “5 porzioni di frutta e verdura (con un introito calorico adeguato alle necessità dei singoli individui) non si dovrebbero manifestare carenze specifiche né di sali minerali né di vitamine”. Infine, la professoressa Migliaccio ha affermato quanto sia importante anche una razionale ripresa dell’attività fisica, che sarà di aiuto per “risvegliare” i muscoli che, durante la quarantena, sono stati sottoposti ad un forzato riposo. 

Consulcesi: esperienze formative in Fase 2

Consulcesi avverte: Medici e personale sanitario meritano ascolto e rispetto. Ed il pool progetta una serie di esperienze formative per una corretta informazione nella Fase 2

Ascolto e rispetto. Queste le parole chiavi a cui fa ricorso Massimo Tortorella, Presidente del team legale Consulcesi, quando parla di medici ed operatori sanitari, categorie professionali a cui il pool offre sostegno da anni. Infatti, il Presidente di Consulcesi Massimo Tortorella, afferma che l’emergenza COVID – 19 ha insegnato a tutti quanto siano importanti medici e l’intero personale sanitario e che, appunto “vanno ascoltati e rispettati”. Inoltre, Massimo Tortorella, a capo del pool legale Consulcesi, individua il nuovo rischio a cui si sta andando incontro nel corso della Fase 2: la diffusione incontrollata di notizie false. E la situazione è ancora più grave, perché in questa campagna di disinformazione sono coinvolti personaggi noti (il Premio Nobel Luc Montaigner) e istituzioni politiche (su tutti Donald  Trump). Così, Massimo Tortorella, Presidente del pool legale Consulcesi, ha invitato a non dimenticare l’operato che medici e operatori sanitari hanno fornito nel corso dell’emergenza, ricordando come siano “gli stessi aggrediti nei pronto soccorso, sulle ambulanze e nei reparti” nei mesi scorsi. In queste ultime settimane, infatti, sono stati definiti i nuovi “supereroi”, con un’attenzione mediatica dedicata all’esaltazione della loro attività quotidiana e con la popolazione pronta a piangere e a sostenerli, applaudendo il loro sacrificio quotidiano. 

Però, con il calmarsi della fase più pericolosa e stringente ed il passaggio alla Fase 2, Massimo Tortorella, Presidente di Consulcesi, ha evidenziato che gli attacchi a medici, infermieri e personale sanitario siano nuovamente un pericolo concreto. Infatti, con il passaggio alla fase due, l’intera categoria di colletti bianchi e personale sanitario ha esortato la popolazione alla prudenza e a non abbassare la guardia. Questo monito è stato subito interpretato male e, così, medici e personale sanitario si sono trovati ad essere accusati di essere la causa del propagarsi del virus. Massimo Tortorella, presidente del pool legale Consulcesi, ha individuato le motivazioni di questo comportamento. A tal proposito, ha affermato: “Questo avviene per una palese difficoltà nel gestire l’infodemia, a causa di una ricerca patologica di informazioni sensazionalistiche e allarmiste e senza alcun fondamento scientifico. È uno scotto che finisce per pagare poi proprio chi è in prima linea a combattere per la nostra salute”. Pertanto, il pool legale Consulcesi invita la popolazione a ricordare il coraggio di medici e operatori sanitari, che ora non devono diventare i “capri espiatori”. Inoltre, le persone devono avere ancora fiducia nel progresso e nella scienza, combattendo anche in questo modo il dilagare pericoloso delle fake news. Consulcesi ha pensato anche a questo e, per sostenere medici e popolazione a difendersi da bufale e notizie false, ha messo a punto un progetto dedicato all’emergenza COVID – 19, che mescola solidarietà, arte, cultura e formazione. Il progetto, promosso dal pool legale Consulcesi, è costituito da corsi di formazione e dalla diffusione di un e – book, denominato “COVID 19, il Virus della Paura, e da un docufilm, aperto agli esperti del settore e alle persone comuni. 

Le visite online funzionano, ma attenzione alla privacy

C’è il paziente diabetico che due volte a settimana telefona al proprio medico per riferirgli i valori della glicemia e c’è la mamma preoccupata per uno sfogo comparso improvvisamente sul braccio del proprio bambino che videotelefona su WhatsApp al dermatologo per farglielo vedere. E ancora: ci sono i consulti con il logopedista tramite applicazioni come Zoom o le sedute con lo psichiatra tramite Skype o Messenger. Il lockdown conseguente alla pandemia ha costretto medici e pazienti ad esplorare nuove forme di contatto possibili grazie alle tecnologie digitali che oggi abbiamo a disposizione. Si è aperta quindi una nuova frontiera del rapporto tra medico e paziente, un’eredità importante che, si spera, ci porteremo dietro anche dopo la fine di questa grave emergenza mondiale. Le televisite hanno subito una vera e propria esplosione in tutta Italia, difficile da quantificare. Il Laboratorio Altems sui sistemi informativi sanitari – Università Cattolica del Sacro Cuore censisce solo le iniziative indipendenti di telemedicina nate nelle singole aziende regionali. Nel suo ultimo «Instant Report Covid 19», che risale al 14 maggio, il totale delle soluzioni di telemedicina riportate sono 127, con un aumento significativo delle soluzioni volte ad assicurare l’accesso alle cure dei pazienti ordinari. Non si contano invece le iniziative dei singoli medici, la maggior parte dei quali si sono attrezzati «alla buona» per affrontare l’inaspettata valanga di richieste di consulti «virtuali». Questo aumento «obbligato» di televisite non ha solo fatto emergere le potenzialità di uno strumento finora poco sfruttato in Italia, ma anche gravi lacune organizzative e culturali. Perché se ci sono state alcune regioni che si sono organizzate, inquadrando chiaramente aspetti tecnici ed etici, come ad esempio la Toscana che ha redatto vere e proprie linee di indirizzo, in altre regioni si è andati avanti alla cieca. E non sempre con risultati positivi. «La pandemia di Covid-19 ha fatto emergere più chiaramente la scarsa cultura e conoscenza della telemedicina in Italia», conferma Andrea Tortorella, amministratore delegato di Consulcesi e autore dell’ebook «E-Health il futuro dell’assistenza sanitaria». 

«Le strutture sanitarie non sono ancora pronte così come anche il know-how di almeno un operatore sanitario su 5. È importante quindi – aggiunge – avviare una cultura della telemedicina, oltre che ovviamente a dotare di infrastrutture adeguate le Asl e le sedi sanitarie». Non si tratta solo di imparare a utilizzare tecnicamente strumenti che nel nostro paese, almeno prima della pandemia, sono stati poco sfruttati dai camici bianchi e dai pazienti. Ma anche di impararli a utilizzare in sicurezza. Infatti, senza le dovute cautele, la possibilità di effettuare televisite può mettere a rischio la privacy dei pazienti ed esporre i medici a maximulte. «Il rischio per i professionisti sanitari è molto alto perché loro sono i depositari dei cosiddetti dati sensibili che secondo il Regolamento generale per la protezione dei dati GPDR sono sottoposti a tutela particolarmente severa», sostiene Ciro Galiano, avvocato consulente di Consulcesi & Partners, esperto in privacy e digitale. Si tratta di mettersi in pari, tecnicamente ed eticamente, con un nuovo modo di approcciarsi ai pazienti che rappresenta il futuro della medicina. Per la sanità del nostro paese, duramente colpita dall’emergenza Covid-19, è un’occasione unica di rilancio.