Università: test Medicina, ogni anno 18 mila ricorsi per irregolarità

Consulcesi, nella scorsa edizione della prova problemi in 27 atenei su 41

Ogni anno 18mila ricorsi per le irregolarità ai test d’accesso a Medicina. “Garantire una prova d’ammissione equa e meritocratica, inserita in una più ampia riforma del percorso d’ingresso a Medicina che dia riscontro della qualità e del valore effettivo dei candidati, oltre che tenere conto dell’imbuto formativo che ogni anno si viene a creare tra i nuovi laureati e il numero più basso di borse di specializzazione”. A chiederlo è Massimo Tortorella, presidente Consulcesi, commentando l’annuncio da parte del ministero dell’Università di aumentare di 1.500 i posti disponibili a Medicina. Una cifra, questa, ritenuta troppo alta dalla Federazione nazionale degli Ordini dei Medici (Fnomceo) che, tenuto conto della presenza di almeno 22mila medici già laureati e abilitati a fronte di undicimila posti nel post lauream, lancia l’allarme dell’esplosione dell’imbuto formativo.

Consulcesi, nell’ultima edizione dei test, ha gestito decine di migliaia di richieste da parte di studenti che hanno chiesto l’immatricolazione a Medicina attraverso i ricorsi. Secondo i dati di Consulcesi, il 43% delle anomalie riguarda suggerimenti e movimenti sospetti durante la prova, persone che potevano uscire liberamente, membri della commissione che parlavano con i candidati, plichi manomessi, favoritismi. “E la situazione è diffusa in tutto il Paese con 27 atenei interessati da irregolarità su un totale di 41 atenei”. In questi tempi di pandemia, c’è ancora più attenzione su una professione fondamentale quale il medico e sull’importanza di garantire sia un numero adeguato di risorse al Ssn che una retribuzione adeguate ai futuri medici. Consulcesi “intende impegnarsi perché la Laurea alla Facoltà di Medicina rimanga, come sempre, un traguardo d’eccellenza nell’esperienza curricolare dei giovani medici”.

Più in dettaglio, “gli atenei interessati da irregolarità sono stati 27 nel 2019, su un totale di 41, distribuiti in 21 città. Il 21% delle segnalazioni è arrivato dalle città del Nord, il 36% da quelle del Sud e il 43% da studenti che hanno svolto il test nelle università del Centro Italia. Le città in cui si sono registrate più irregolarità sono Milano (7%), Napoli (10%) e Roma (18%). Il 79% dei ricorsi si registra nel Centro-Sud”.

“Le irregolarità sono diverse ma le principali riguardano l’uso dei cellulari in aula (20%), domande ambigue (16%), ma oltre il 43% delle segnalazioni riguarda suggerimenti e movimenti sospetti durante la prova, persone che potevano uscire liberamente, membri della commissione che parlavano con i candidati, plichi manomessi, favoritismi, identificazione effettuata in modo non aderente alla procedura”.