I consigli degli psicologi per preservare una buona qualità del sonno al tempo del COVID – 19

Consulcesi, team legale da anni al fianco dei medici del personale socio – sanitario, con il sostegno di autorevoli esperti, ha indagato sulle conseguenze che il periodo di isolamento ha provocato sul riposo notturno degli italiani. Infatti, con il timore di contrarre la malattia, il confinamento prolungato, i problemi economici, il domani incerto, riposare con tranquillità è stato ed è a volte un autentico miraggio in questo particolare momento storico. Infatti, stando ad una ricerca effettuata dai diversi Ordini dei psicologi, più di 6 italiani su 10 soffrono d’insonnia o di disturbi del sonno. Questi disagi hanno colpito anche chi, prima dell’epidemia, non presentava problemi nel dormire. Inoltre, in un altro studio promosso dall’Associazione Italiana per la Ricerca e l’Educazione nella Medicina del Sonno (Assirem Ets), si è evidenziato che, dall’inizio del confinamento forzato, molti italiani soffrono di un sonno agitato, trovandosi addirittura a subire risvegli notturni improvvisi, stati d’ansia e angoscia incontrollabile. La ricerca, poi, si è concentrata su un campione di mille connazionali mostrando come si siano modificato gli orari in cui si va a dormire e quelli in cui ci si risveglia, con un differimento di oltre 1-2 ore. La metà delle persone che prima del virus impiegava un quarto d’ora per addormentarsi, adesso impiega molto più tempo. C’è stato un picco di soggetti che lamenta di prendere sonno non prima di un’ora dal momento in cui si è recato a letto e molti altri che hanno dichiarato di dormire meno tempo. Inoltre, oltre la metà degli intervistati ha rilevato come la qualità del sonno sia molto cambiata, giudicandola «abbastanza o molto cattiva». Dalla ricerca è emerso come siano accresciuti i risvegli notturni, poiché 3 persone su 4 si sono svegliate al mattino presto almeno una volta a settimana contro le 4 persone su 10 prima della pandemia. Un picco all’insù si è registrato anche per i soggetti che soffrono di incubi, passati da 1 su 10, prima dell’emergenza coronavirus, a 4 su 10 al momento attuale. Lo psicoterapeuta dottor Giorgio Nardone, co-fondatore del Centro di Terapia Strategica di Arezzo, all’interno nuovo ebook “COVID -19 il virus della paura”, promosso ha affermato come “angoscia, ipocondria e fobie, disturbi diventati molto comuni in questa pandemia possono infatti riflettersi negativamente su tempi e qualità del sonno, innescando un circolo vizioso che peggiora la nostra salute mentale”. Tuttavia, i professionisti del settore hanno suggerito un insieme di consigli da mettere in pratica, perché si possa preservare una buona qualità del sonno. È proprio Luigi Ferini-Strambi, primario del Centro di Medicina del Sonno dell’IRCCS Ospedale San Raffaele Turro, a condividere con il pool legale Consulcesi alcuni importanti consigli a riguardo. Il primo suggerimento è quello di «mantenere un normale ritmo sonno-veglia, andando a letto e svegliandosi alla stessa ora ogni giorno», programmando al meglio la routine quotidiana, avendo perciò tempi precisi in cui inserire i pasti, lo studio, lo svago, il lavoro e lo sport. Quest’ultimo è da evitare nelle ore serali, insieme al riposo pomeridiano, perché andrebbe a rovinare il sonno notturno. Un buon sonno è poi da collegare con una buona alimentazione,  “soprattutto a cena, limitando la quantità di cibo e l’apporto proteico”. Inoltre, il professor Luigi Ferini – Strambi consiglia di “evitare l’eccesso di caffeina che ostacola il sonno, e di alcool che causa un sonno leggero e frammentato; evitare di tenere il cellulare vicino al letto, per il disturbo causato dalle notifiche e cercare di allontanare i pensieri negativi nella fase di addormentamento”. 

Consulcesi promuove corsi a distanza per approfondire e incrementare le conoscenze dei professionisti della medicina al tempo del Coronavirus

L’emergenza sanitaria ed il nemico invisibile chiamato Coronavirus hanno indotto medici e personale socio – sanitario ad un continuo aggiornamento per riconoscere e, in un secondo momento, gestire al meglio la malattia. I medici sono le prime sentinelle per riconoscere il Covid-19 ed è indispensabile il loro continuo aggiornamento per la gestione della malattia. La formazione medico – scientifica, sempre vitale ed in evoluzione, oggi si fa ancora più stringente e necessaria con la lotta al COVID, toccando tanti e diversi ambiti: dalla gravidanza alla sicurezza sul lavoro, dai principi da seguire al pronto soccorso alla gestione del paziente allergico e diabetico, molte sono le sfide a cui il personale ospedaliero e medico è chiamato a rispondere. Per soddisfare questa nuova esigenza di informazione e formazione, il pool legale Consulcesi, da anni a supporto dei colletti bianchi e dell’intero personale socio – sanitario, ha approntato una collana di corsi di aggiornamento professionale per i medici, previsti obbligatoriamente per legge e denominati ECM, che hanno come oggetto l’emergenza COVID – 19. Infatti, la pandemia ha stravolto ogni ambito del settore sanitario, poiché tutte le attività, dal più complesso intervento chirurgico alla visita di routine, hanno subito un inevitabile cambiamento, rendendo necessaria una formazione più variegata ed approfondita. La serie di corsi di formazione promossi da Consulcesi rappresenta un ottimo mezzo per incrementare le conoscenze, oltre che una guida completa ed aggiornata a disposizione dei professionisti sanitari per affrontare la pandemia e tutte le sue conseguenze. I diversi corsi di formazione afferiscono ad un progetto formativo più ampio, che prevede un mescolamento tra arte, solidarietà e formazione. Fa parte di questa collana anche il docufilm ‘Covid-19, il virus della paura’. In particolare, il docufilm è arricchito da importanti interventi di esperti del settore, quali Massimo Andreoni, direttore della UOC Malattie infettive del Policlinico Tor Vergata di Roma e Giorgio Nardone, psichiatra esperto di psicosi. Massimo Tortorella, presidente del team legale Consulcesi, spiega le motivazioni che hanno spinto il pool di cui è leader a costruire questo itinerario di formazione. A tal proposito, ha affermato: “Dovremo convivere con il coronavirus per molto tempo. Quindi le competenze mediche delle diverse professioni sanitarie, dai medici di base ai pediatri e agli infermieri, se opportunamente formati, diventano un primo filtro necessario per il riconoscimento dei casi e un più attento monitoraggio della situazione”: Inoltre, Massimo Tortorella ha evidenziato come “la formazione è la pedina vincente per uscire dalla fase 2. All’inizio c’era molta confusione, le indicazioni erano contrastanti e poco chiare. Attualmente la comunità scientifica ha raccolto informazioni preziose per contenere la pandemia. Ora più che mai, quindi, sarà la corretta veicolazione della nuova conoscenza a fare la differenza. E se ogni singolo cittadino è chiamato ad informarsi, sono i professionisti sanitari i primi a doversi far trovare preparati, sia per competenza che per responsabilità verso i pazienti e la loro salute”. I corsi, ovviamente, saranno realizzati mediante didattica a distanza, attraverso l’uso di innovative piattaforme digitali. Infine, visitando il sito www.covid-19virusdellapaura.com/#ecm sono disponibili già i primi titoli della serie di corsi online. 

Da Consulcesi, un ebook sul virus: “COVID – 19 – Il virus della paura”

Da Luca Toni, ex calciatore e campione del mondo 2006, passando per il centrocampista bianconero Douglas Costa e per il portiere rossonero Mattia Perin, fino ad arrivare alla PR celebrities Raffaella Zardo, all’imprenditore digital Gianluigi Ballarani, al modello Edoardo Santonocito, all’artista Stefano Monda, alle Dj Nausicaa e Jay & Jas, Viviana Edera (la fotografa dei rapper) ed il loro social media manager Alessandro Riggio. Sono stati molti i volti famosi dello sport, dello spettacolo e del web a schierarsi in prima linea per combattere il fenomeno delle fake news e ad usare le loro pagine social per promuovere l’ebook “COVID – 19 – Il Virus della Paura”. Si tratta dell’ultimo prodotto editoriale diffuso da Consulcesi, il pool legale da anni a sostegno di medici, infermieri e di tutto il personale socio – sanitario. L’e book vuole informare e formare sul diffuso fenomeno delle notizie false, con l’intero ricavato che sarà devoluto alla Protezione Civile. “COVID – 19 – Il Virus della Paurarappresenta il primo ebook, in doppia lingua italiano – inglese, totalmente dedicato alla questione delle fake news, contenente utili indicazioni per districarsi nel caos di informazioni che si stanno rincorrendo in questi ultimi tempi. Inoltre, questo ebook rappresenta un importante strumento per guidare la popolazione nel corso della  fase 2. In pochissimo tempo, sui social e sul web il “@progettocovid19 il virus della paura” è divenuto un fenomeno virale, che ha trovato diffusione immediata, anche grazie all’intensa promozione social portata avanti da vip e influencer. 

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Massimo Tortorella, presidente del team legale Consulcesi e primo promotore dell’iniziativa, ha provato a spiegare le motivazioni di questo grande successo. A tal proposito, ha affermato: “C’è una grande fame di notizie sul coronavirus, ma spesso ci imbattiamo in bufale e fake news che generano confusione e ansia nelle persone. Per questo abbiamo pensato che fosse nostro dovere dare una mano con quello che sappiamo fare meglio: formazione e informazione sanitaria. Da qui nasce il progetto sul coronavirus che vede oltre all’ebook anche una collana di formazione a distanza per medici e un docufilm in uscita”. Infatti, l’ebook ha raccolto tutto il materiale informativo che è circolato in questi mesi. Dalla questione del “paziente zero” alle notizie provenienti da Wuhan, l’ebook contiene anche importanti pareri sulla malattia, corredati da fonti scientifiche istituzionali, in grado di fare chiarezza sulle fantasie legate all’origine del virus e sulle tante bufale circolate sulla pandemia. La copertina dell’ebook riporta il dipinto dell’artista italiana Lady B, dal titolo “Infermiera con l’orecchino di perla”, che ritrae un infermiera con una mascherina. Quest’ultimo è ispirato al più celebre quadro di uno dei pittori più noti del ‘600, Johannes Veermer, che ha realizzato “La ragazza col turbante”, più conosciuta come “La ragazza con l’orecchino di perla”. Per avere maggiori informazioni e acquistare l’ebook, disponibile al costo di 4,99 euro, è possibile visitare il seguente sito internet: www.covid-19virusdellapaura.com/ebook/

La professoressa Silvia Migliaccio spiega l’importanza della vitamina D nel corso organizzato da Consulcesi

Il lungo isolamento all’interno delle proprie case e la mancata esposizione alla luce solare potrebbero avere conseguenze importanti sullo stato di salute di buona parte della popolazione. Infatti, la luce del sole permette alla vitamina D di fissarsi nelle ossa e prevenire problemi osteoarticolari, oltre che la patologia dell’osteoporosi. Silvia Migliaccio, Segretario Generale della Società Italiana di Scienze dell’Alimentazione e Professore Associato dell’Università del Foro Italico di Roma ha fornito il suo contributo alla realizzazione della nuova collana formativa ECM in tema di COVID – 19, in particolare per i corsi su “Nutrizione ai tempi del Coronavirus”. Affrontando particolarmente la tematica della Vitamina D, Silvia Migliaccio ha affermato che, in caso di insufficienza, la mancanza può essere colmata mediante un’adeguata alimentazione e attraverso il ricorso a specifici integratori alimentari. Inoltre, ha spiegato perché l’importanza della vitamina D per la salute delle persone: “La vitamina D svolge diverse importanti funzioni a livello del nostro organismo. Innanzitutto, aiuta a far assorbire il calcio che introduciamo con gli alimenti da parte dell’intestino. Poi aiuta i processi di mineralizzazione a livello scheletrico, prevenendo il rachitismo nell’infanzia e l’osteomalacia negli anziani”. La professoressa Migliaccio, poi, ha evidenziato come “dati recenti mettono i bassi livelli di vitamina in correlazione con una minore risposta immunitaria, con alterazione dell’omeostasi dei glucidi (cioè con una ridotta capacità di rifornire il tessuto nervoso di una adeguata quantità di glucosio), con la ridotta funzionalità muscolare negli anziani, con la predisposizione per alcune tipologie tumorali”. Per questo motivo, la Vitamina D ha un ruolo fondamentale e va introdotta in giusta quantità, seguendo una buona alimentazione oppure, seguendo i consigli del medico, attraverso l’assunzione di una terapia a bocca. Così, la professoressa Silvia Migliaccio ha indicato come “La vitamina D è contenuta soprattutto in alimenti grassi quali salmone, sgombro e tonno” oltre che “nell’olio di fegato di merluzzo, nel tuorlo d’uovo, nel burro e, in generale, nei formaggi più grassi”. Però, la professoressa Migliaccio ha evidenziato che “la quantità contenuta in questi alimenti è relativamente bassa, e nei casi di deficienza l’alimentazione non riesce a sopperire alle necessità dell’organismo. In questi casi è utile fare ricorso ad un integratore che permetta di ripristinare i normali valori ematici. Le modalità d’integrazione possono essere mediante il colecalciferolo o mediante il calcifediolo, che possono essere assunti con diverse posologie”. L’eventuale assunzione di Vitamina D per bocca va valutata caso per caso, tenendo conto dei singoli bisogni degli individui. Tuttavia, la professoressa Migliaccio ha rassicurato la popolazione affermando che, se le persone hanno seguito lo schema della dieta mediterranea, che prevede “5 porzioni di frutta e verdura (con un introito calorico adeguato alle necessità dei singoli individui) non si dovrebbero manifestare carenze specifiche né di sali minerali né di vitamine”. Infine, la professoressa Migliaccio ha affermato quanto sia importante anche una razionale ripresa dell’attività fisica, che sarà di aiuto per “risvegliare” i muscoli che, durante la quarantena, sono stati sottoposti ad un forzato riposo. 

Consulcesi: esperienze formative in Fase 2

Consulcesi avverte: Medici e personale sanitario meritano ascolto e rispetto. Ed il pool progetta una serie di esperienze formative per una corretta informazione nella Fase 2

Ascolto e rispetto. Queste le parole chiavi a cui fa ricorso Massimo Tortorella, Presidente del team legale Consulcesi, quando parla di medici ed operatori sanitari, categorie professionali a cui il pool offre sostegno da anni. Infatti, il Presidente di Consulcesi Massimo Tortorella, afferma che l’emergenza COVID – 19 ha insegnato a tutti quanto siano importanti medici e l’intero personale sanitario e che, appunto “vanno ascoltati e rispettati”. Inoltre, Massimo Tortorella, a capo del pool legale Consulcesi, individua il nuovo rischio a cui si sta andando incontro nel corso della Fase 2: la diffusione incontrollata di notizie false. E la situazione è ancora più grave, perché in questa campagna di disinformazione sono coinvolti personaggi noti (il Premio Nobel Luc Montaigner) e istituzioni politiche (su tutti Donald  Trump). Così, Massimo Tortorella, Presidente del pool legale Consulcesi, ha invitato a non dimenticare l’operato che medici e operatori sanitari hanno fornito nel corso dell’emergenza, ricordando come siano “gli stessi aggrediti nei pronto soccorso, sulle ambulanze e nei reparti” nei mesi scorsi. In queste ultime settimane, infatti, sono stati definiti i nuovi “supereroi”, con un’attenzione mediatica dedicata all’esaltazione della loro attività quotidiana e con la popolazione pronta a piangere e a sostenerli, applaudendo il loro sacrificio quotidiano. 

Però, con il calmarsi della fase più pericolosa e stringente ed il passaggio alla Fase 2, Massimo Tortorella, Presidente di Consulcesi, ha evidenziato che gli attacchi a medici, infermieri e personale sanitario siano nuovamente un pericolo concreto. Infatti, con il passaggio alla fase due, l’intera categoria di colletti bianchi e personale sanitario ha esortato la popolazione alla prudenza e a non abbassare la guardia. Questo monito è stato subito interpretato male e, così, medici e personale sanitario si sono trovati ad essere accusati di essere la causa del propagarsi del virus. Massimo Tortorella, presidente del pool legale Consulcesi, ha individuato le motivazioni di questo comportamento. A tal proposito, ha affermato: “Questo avviene per una palese difficoltà nel gestire l’infodemia, a causa di una ricerca patologica di informazioni sensazionalistiche e allarmiste e senza alcun fondamento scientifico. È uno scotto che finisce per pagare poi proprio chi è in prima linea a combattere per la nostra salute”. Pertanto, il pool legale Consulcesi invita la popolazione a ricordare il coraggio di medici e operatori sanitari, che ora non devono diventare i “capri espiatori”. Inoltre, le persone devono avere ancora fiducia nel progresso e nella scienza, combattendo anche in questo modo il dilagare pericoloso delle fake news. Consulcesi ha pensato anche a questo e, per sostenere medici e popolazione a difendersi da bufale e notizie false, ha messo a punto un progetto dedicato all’emergenza COVID – 19, che mescola solidarietà, arte, cultura e formazione. Il progetto, promosso dal pool legale Consulcesi, è costituito da corsi di formazione e dalla diffusione di un e – book, denominato “COVID 19, il Virus della Paura, e da un docufilm, aperto agli esperti del settore e alle persone comuni. 

Consulcesi, supporto legale e servizio Telefono Rosso al personale medico – sanitario anche per l’emergenza Coronavirus

L’epidemia del Coronavirus sta avendo conseguenze importanti anche sullo stato psico – fisico di medici, infermieri ed operatori sanitari. Arriva da Venezia l’ultimo fatto di cronaca, che riporta il caso di un’infermiera di Venezia, in attività presso il reparto di terapia intensiva, che si è suicidata dopo aver scoperto di essere stata contagiata dal Coronavirus. Massimo Tortorella, Presidente del team legale Consulcesi e da anni punto di riferimento per medici e personale sanitario afferma: “In questa emergenza sanitaria senza precedenti, a pagarne le spese sono soprattutto i medici e gli operatori sanitari, che svolgono il loro lavoro senza sosta”. Il Presidente di Consulcesi, Massimo Tortorella, poi, sottolinea il coraggio con cui medici ed operatori sanitari stanno fronteggiando l’emergenza, ma invita a non prendere sotto gamba “le devastanti conseguenze psicologiche e non solo di questa situazione, nell’immediato e nel futuro”. Al fine di supportare, raccogliere e ascoltare segnalazioni e denunce di medici ed operatori sanitari sull’organizzazione dei presidi di sicurezza nel corso della pandemia da Coronavirus, il team legale Consulcesi ha deciso di avviare il servizio Telefono Rosso.

Attivo al numero 800.620.525, il servizio Telefono Rosso era già operativo per denunciare aggressioni all’interno delle corsie ospedaliere. In questo particolare momento, il servizio Telefono Rosso è dedicato ad anche ad un supporto legale, predisposto a favore di medici e operatori sanitari, in prima linea in diverse situazioni, al fine di fronteggiare l’epidemia da Coronavirus. Massimo Tortorella, Presidente del team legale Consulcesi, evidenzia il costante supporto che il pool assicura agli operatori sanitari. Il Presidente Massimo Tortorella sottolinea come il supporto legale del team Consulcesi a favore di medici ed operatori sanitari non manchi neppure in questo momento di particolare emergenza, al fine di “supportarli, sostenerli e anche per promuovere iniziative tese a tutelarli con diffide, esposti e tutto quanto sia necessario affinché possano continuare ad essere in prima linea ma a patto di lavorare in condizioni di massima sicurezza possibile e con dispositivi di sicurezza adeguati alla situazione”.

A tal proposito, Massimo Tortorella, Presidente di Consulcesi, ha comunicato l’istituzione di un team di esperti in sinergia con Ordini, Istituzioni e Società Scientifiche, al fine di creare una rete e combattere tutti insieme l’emergenza sanitaria provocata dal diffondersi del Coronavirus. L’epidemia non risparmia la classe medica: i dati diffusi da FNOMCeO hanno rilevato come siano 2629 i medici contagiati, anche per motivi da non poter collegare al Coronavirus, poiché non il tempone non viene fatto. Filippo Anelli, Presidente dell’Ordine dei Medici Nazionali sottolinea come medici e personale sanitario siano arrabbiati e psicologicamente provati dalle continue brutte notizie, oltre che spaventati per l’aumento dei contagi, abbandonati e scarsamente considerati dallo Stato, alla luce dell’ultimo Decreto emanato ed entrato in vigore.

Ex Specializzandi: nuovi rimborsi in arrivo 2019

EX SPECIALIZZANDI: LA CORTE DI APPELLO DI ROMA RICONOSCE ALTRI 19 MILIONI DI EURO E RIBALTA IL PRIMO GRADO PER 172 MEDICI

La sentenza ha riformato la posizione dei medici che avevano perso in primo grado, aggiungendo ulteriori 4 milioni di euro di rimborsi. Consulcesi: «È la conferma che solo non proseguire nell’azione legale è una sconfitta certa»

Il 12 aprile nuova azione collettiva sulla scia delle ultime sentenze positive: solo nel 2018 rimborsi per 48 milioni

La lunga scia delle vittorie in favore dei medici ex specializzandi continua inarrestabile: con la sentenza 1030 del 13 febbraio 2019, la Corte d’Appello di Roma ha riconosciuto a 490 camici bianchi altri 15 milioni di euro. Ma c’è di più: con la stessa sentenza è stata riformata la posizione di altri 172 medici che avevano perso in primo grado, aggiungendo 4 milioni di euro in loro favore.

La vertenza sui medici specializzati tra il 1978 ed il 2006 che non hanno ricevuto dallo Stato italiano il corretto trattamento economico, nonostante fosse previsto dalle direttive Ue (75/362/CEE, 75/363/CEE e 82/76/CEE), ha visto negli anni la conferma di un diritto ormai consolidato e che viene riconosciuto dai Tribunali di tutta Italia in maniera sempre più celere. Grazie alle azioni collettive portate avanti dal network legale Consulcesi, solo nel 2018, sono stati rimborsati 1521 medici con più di 48 milioni di euro.

Tutto ciò, anche in virtù della pronuncia della Corte di Giustizia Europea (cause riunite C- 616/16 e C-617/16), che ha segnato una svolta storica nella giurisprudenza di questo contenzioso, in base ai cui principi le somme riconosciute ai medici potrebbero essere triplicate. Una partita più che mai aperta, quindi, e che vede ingrossarsi le fila dei medici rimborsati dopo il recente e autorevole parere pro veritate che ha confermato “come non si sia formata la certezza del diritto necessaria per il decorso della prescrizione”, ciò a causa dell’assenza di sentenze e normative chiare ed univoche sulla posizione dei medici immatricolati dal 1978 in poi.

«È la conferma – sottolinea Massimo Tortorella, Presidente Consulcesi – che solo non proseguire nell’iter giudiziario rappresenta una sconfitta certa: per questo è importante insistere per la tutela dei propri diritti. Invitiamo, quindi, i medici che vogliono aderire all’azione collettiva del 12 aprile a contattare i nostri oltre mille consulenti che rispondono al numero verde 800.122.777 e direttamente sul sito internet www.consulcesi.it».

Ufficio stampa Consulcesi [email protected] 328.4812859 – 340.8293082

Consulcesi premia i migliori ricercatori italiani

Giovani ricercatori italiani protagonisti in UK: Consulcesi premia i migliori a Londra

Massimo Tortorella, Presidente Consulcesi Group: «Riduttivo considerare i ricercatori italiani all’estero dei ‘cervelli in fuga’, sono gli ambasciatori del nostro sapere scientifico nel mondo»

Giovani ricercatori italiani protagonisti in Gran Bretagna per la qualità del lavoro portato avanti nelle migliori Università inglesi, in un ambiente accademico tra i più competitivi e prestigiosi del mondo. Nella sede dell’Ambasciata d’Italia a Londra, il Gruppo Consulcesi, realtà di riferimento per la tutela legale e la formazione di oltre 100mila medici, insieme a Farmaco Italiano, società che mette in contatto le farmacie italiane per offrire medicinali agli italiani all’estero (attraverso il portale web www.farmacoitaliano.co.uk), ha
consegnato il premio “Italy Made Me” a due studiosi: Serena Lucotti, oncologa all’Università di Oxford e Luca Peruzzotti-Jametti, ricercatore di genetica a Cambridge. Giunto alla sua quarta edizione, il riconoscimento, promosso dalla stessa sede diplomatica, è destinato a giovani italiani che abbiano compiuto
almeno parte del loro percorso formativo in Italia prima di approdare in UK. L’Ambasciata ha coordinato con l’Associazione degli Scienziati italiani nel Regno Unito (AISUK) e la Italian Medical Society of Great Britain (IMSOGB) il processo di selezione dei progetti di ricerca, attraverso scelte passate poi attraverso il filtro finale di una giuria accademica.
Durante la cerimonia di premiazione, alla presenza dell’ambasciatore Raffaele Trombetta, è intervenuto il Presidente di Consulcesi Group, Massimo Tortorella: «Vorrei congratularmi di cuore con questi ragazzi. Lasciare il proprio Paese non è mai una scelta semplice, ma ottenere un riconoscimento come questo è senz’altro una bella ricompensa per tutti i sacrifici sostenuti in questi anni da loro e dalle loro famiglie. Noi siamo da sempre al fianco dei giovani, sostenendo gli aspiranti studenti di medicina, gli specializzandi e i giovani professionisti. È riduttivo – conclude Tortorella – considerare i giovani ricercatori all’estero dei ‘cervelli in fuga’. In realtà, sono gli ambasciatori del sapere italiano nel mondo, e rappresentano il network scientifico globale del futuro».

Aggressioni ai medici: i luoghi più a rischio

GLI 8 CAMPANELLI D’ALLARME E I LUOGHI PIÙ A RISCHIO
CONSULCESI: «SITUAZIONE INACCETTABILE, AUMENTARE SICUREZZA STRUTTURE SANITARIE PUNTANDO ANCHE SU FORMAZIONE» – ON LINE IL CORSO ECM FAD

Accesso senza restrizione di visitatori nelle strutture sanitarie, lunghe attese, carenza di personale: ecco i principali fattori che possono scatenare atti di violenza. I luoghi più a rischio: la rete di emergenza-urgenza ma anche sale d’attesa e i servizi di geriatria

Come nascono le aggressioni al personale medico-sanitario? Una domanda che potrebbe suonare provocatoria, ma che non lo è affatto: ci sono specifici fattori e luoghi che mettono a rischio i nostri camici bianchi, ormai costretti a operare in condizioni di pericolo costante. Infatti, secondo dati Inail, confermati dal Ministero della Salute, ogni anno si registrano 1200 episodi di violenza nei confronti degli operatori della Sanità, e nel 70% dei casi le vittime sono donne, soprattutto guardie mediche.

Consulcesi Group, realtà da sempre al fianco dei medici, lancia un appello affinché la situazione vessatoria in cui operano gli operatori sanitari, trovi l’adeguato livello di attenzione e soprattutto risposte concrete. I
fenomeni di violenza, infatti, non nascono per caso ma in precisi contesti caratterizzati da fattori che rappresentano veri e propri campanelli d’allarme:
1. L’aumento di pazienti con disturbi psichiatrici acuti e cronici dimessi dalle strutture ospedaliere e residenziali;
2. La diffusione del fenomeno di abuso di alcol e droga;
3. L’accesso senza restrizione di visitatori presso ospedali e strutture ambulatoriali;
4. Lunghe attese nelle zone di emergenza o nelle aree cliniche, con aumento della frustrazione in pazienti e accompagnatori;
5. Ridotto numero di personale durante alcuni momenti di maggiore attività (trasporto dei pazienti, visite ed esami diagnostici);
6. Servizi di assistenza in luoghi dislocati sul territorio ed isolati, quali i presidi territoriali di emergenza o continuità assistenziale, in assenza di telefono o di  altri mezzi di segnalazione/allarme;
7. Mancanza di formazione del personale medico-sanitario nel riconoscimento e controllo dei comportamenti ostili e aggressivi;
8. Scarsa illuminazione delle aree di parcheggio e delle strutture.

Da segnalare, inoltre, che i medici e gli operatori più a rischio sono quelli che operano nelle seguenti aree:

1. La rete di emergenza-urgenza;
2. Strutture psichiatriche ospedaliere e territoriali;
3. Luoghi di attesa;
4. Servizi di geriatria;
5. Servizi di continuità assistenziale.

Queste e altre utili informazioni sono contenute nel corso FAD (Formazione a Distanza) del provider ECM 2506 Sanità in-Formazione dal titolo “Rischio aggressione nel luogo di lavoro”, realizzato in partnership con
Consulcesi Club e on line gratuitamente sul sito www.corsi-ecm-fad.it
«L’escalation di aggressioni e violenze, ormai all’ordine del giorno, impone una soluzione immediata per arginare un fenomeno pericolosamente dilagante. Non è in alcun modo accettabile che questa vergognosa situazione diventi la norma: occorre puntare sulla formazione per prevenire le aggressioni e proteggere il personale sanitario», commenta Consulcesi.

Terrorismo: l’Inghilterra in stato di assedio. Da Londra la testimonianza dell’imprenditore italiano Massimo Tortorella

 

11 settembre 2001, quattro aerei di linea vengono dirottati nei punti nevralgici degli Stati Uniti d’America, causando la morte di circa 3000 persone ed il ferimento di oltre 6000, oltre che il crollo dei simboli economico-commerciali degli USA, le Torri Gemelle. 11 settembre 2001, il giorno in cui cambiò senza appello, l’ordine mondiale ed è stata condannata a morte la civiltà. E’ riduttivo, senza alcun dubbio, far risalire la “secolare” questione mediorientale a quel maledetto 11 settembre, ma non è possibile negare che sia proprio quella la data che ha dato il via all’ inasprimento delle rimostranze e degli atti di forza di fazioni dell’islam radicale in continua crescita. Al Qaida prima, l’ISIS poi, sono diventati i “nuovi mostri” della porta accanto; ciascuno di noi ne subisce l’azione e che sia in modo diretto o collaterale, subiamo in una misura in cui non è più possibile pensare di “non farne parte”. Chi siano poi i veri mostri saprà dircelo la storia, non è questa la sede per prendere parte di uno schieramento, ma è questa la sede per ricordarci di un dolore globale che ci unisce inevitabilmente tutti.

12 ottobre 2002, nell’isola indonesiana di Bali perdono la vita 202 ragazzi per mano di attentati terroristici all’interno di un locale nella zona di Kuta, rinomata località turistica dell’isola. L’attentato è rivendicato da un’organizzazione vicina ad Al Qaida. 11 marzo 2004, Madrid viene messa a ferro e fuoco da dieci bombe poste all’interno di 4 treni. Muoiono 191 persone, colpite nella loro quotidianità. 2000 sono i feriti. Anche qui, l’attacco viene rivendicato da Al Qaida

7 luglio 2005, è la volta di Londra. Quattro attacchi all’ora di punta, distruggono tre treni della Tube ed un bus a due piani: 56 morti e 700 feriti. Attacco rivendicato da un gruppo vicino ad Al Qaida. Tra il 26 ed il 29 novembre del 2008 ad essere presa di mira è l’India. Vengono assaltati alberghi di lusso e dunque turistici, la stazione ferroviaria ed un centro ebraico di Mumbai. Il bollettino è di 166 persone morte.

Tra il 21 ed il 24 settembre del 2013 un commando assalta, in Kenya, il centro commerciale Westgate a Nairobi. 67 le vittime e attentato rivendicato dal gruppo estremista Al Shebab. Sempre in Kenya perderanno la vita altre 148 persone (tutti studenti), il 2 aprile del 2015, per mano dello stesso gruppo. In quell’occasione venne assaltata l’Università di Garissa.

Gennaio 2015: inizia la via crucis infinita della Francia, ancora oggi mirino “preferito” degli estremisti e centro nevralgico di formazione per migliaia di giovani fighters. Due uomini armati fanno irruzione nella redazione del giornale satirico Charlie Hebdo, uccidono 12 persone. Il giorno dopo viene uccisa una poliziotta poco fuori Parigi, l’assalitore prenderà poi in ostaggio delle persone all’interno di un supermercato kosher, uccidendone quattro.

Purtroppo per la Francia, il peggio sarebbe dovuto ancora arrivare e quel peggio lo ricorderemo per intere generazioni: 13 novembre 2015. Durante quella frenetica giornata, l’organizzazione terroristica dell’ISIS prepara una serie senza precedenti di attentati che porteranno alla morte di 130 persone e al ferimento di 350. Le zone colpite saranno in tutto 6, tra il decimo e l’undicesimo arrondissement di Parigi. Vengono colpiti bar e ristoranti all’aperto, lo Stadio de France ove era in corso la partita Francia-Germania e la sala concerti Bataclan che registra le maggiori perdite, 89.

Il 2015 è decisamente un annus horribilis, vengono infatti colpite anche, nell’ordine, Tunisia, Turchia, Egitto e Libano. In Tunisia viene colpito un resort sulla spiaggia di Sousse il 26 giugno, quando uno studente armato di kalashnikov uccide 38 turisti. In Turchia vengono uccise 102 persone con attacco kamikaze alla stazione ferroviaria di Ankara, il 10 ottobre. Sempre ad ottobre, il 31, in Egitto si schianta un Airbus russo partito da Sharm el-Sheikh. Moriranno 224 persone per il più grave disastro aereo nella storia della Russia. A rivendicarlo è sempre l’ISIS. In Libano si registrano infine 44 morti per un attacco firmato ISIS a Beirut, contro il movimento sciita libanese Hezbollah. Se il 2015 è stato un anno di terrore, non va meglio al 2016, anno in cui cambiano le modalità di attacco da parte degli attentatori ISIS, ma non la sostanza. Non vengono utilizzate bombe e kamikaze per uccidere ma i simboli della vita quotidiana di ciascuna persona: le automobili.

E’ il 14 luglio 2016, giorno di festa nazionale per la Francia. A Nizza, vanno in scena i noti festeggiamenti sulla Promenade Des Anglais che culmineranno con gli spettacolari e tradizionali fuochi artificiali. Quella tradizione però non verrà rispettata perché un autocarro si farà strada poco prima, tra la folla, a tutta velocità investendo volontariamente centinaia di persone. I morti saranno 86 a fronte di 302 feriti.

La stessa dinamica verrà poi ripetuta a Berlino, nella notte del 19 dicembre 2016. Un autoarticolato piomba su un mercatino di Natale uccidendo 12 persone e ferendone 56. Il 22 dicembre, l’attentatore Anis Amri viene trovato ed ucciso in Italia, a Sesto. Nel mese di marzo del 2016 tocca anche a Bruxelles ed Istanbul, per altri morti da piangere e mostri da combattere. Siamo nel 2017 e gli attacchi terroristici non si fermano, continuano anzi a colpire senza tregua l’Europa, senza considerare i quotidiani attacchi perpetrati in tutte le altri parti del mondo (da citare la questione siriana che meriterebbe un capitolo a parte, la situazione irachena, del Kurdistan, della Nigeria, tanto per dirne alcune).

Tra marzo e settembre il terrore inizia a diventare in modo inquietante sinonimo di una grande Capitale europea: Londra. La Gran Bretagna diventa inevitabilmente il bersaglio più colpito considerando l’arco temporale degli attentati e le conseguenze riportate. E’ il 22 marzo, nei pressi del ponte di Westminster di Londra un’auto impazzita falcia i pedoni uccidendone 4 e prosegue la corsa fino a Parliament Square, nelle vicinanze di Palazzo Westminster. Morirà un agente di polizia, accoltellato a morte dall’attentatore Khalid Massod. Di nuovo un’auto, di nuovo morte, di nuovo ISIS. Il 22 maggio sarà il turno di Manchester, un attacco suicida uccide 23 persone e ne ferisce 122 durante il concerto della pop star Ariana Grande. Il 3 giugno viene presa di mira la zona pedonale del London Bridge: tre uomini a bordo di un furgoncino investono dei passanti per poi scendere per accoltellarne altri. Moriranno 8 persone.

Per Londra non è finita, il 16 settembre 2017 infatti, un nuovo attentato di matrice islamista colpirà la zona 2 della città. Nel mezzo ci sono gli attentati di Parigi del 20 aprile, ove perde la vita un agente accoltellato, e quello di Stoccolma del 7 aprile, quando muoiono 5 persone travolte dall’ennesimo camion lanciato sulla folla di Drottninggatan. Leggendo rapidamente questa “piccola” e sicuramente non esaustiva cronistoria, manca (fortunatamente) il nostro Bel Paese, risparmiato quanto meno in modo diretto, dalle azioni terroristiche dell’ISIS (se intenzionalmente o meno, qualcuno in futuro saprà spiegarcelo, ma non ci addentreremo in questa sede ad azzardare ipotesi sul perché l’Italia non venga colpita).

Il fatto che il nostro Paese non abbia dovuto sopportare lo strazio degli attenati, non mette purtroppo al riparo gli italiani dalle terribili conseguenze degli stessi. Sono molte le vite italiane perse negli attentati verificatisi in Europa e nel mondo. Sono infatti milioni i connazionali che vivono e lavorano all’estero e che diventano uniche fonti utili e testimoniali di ciò che accade in “un lontano da noi” che poi tanto lontano non è.

Uno di questi è l’imprenditore italiano Massimo Tortorella, presidente del gruppo Consulcesi, che ha scelto Londra come città d’azione per sé e per la propria famiglia. È proprio Massimo Tortorella a raccontare alle tv di informazione italiane quanto accaduto il recente 16 settembre a Londra, nella linea verde (District Line), all’altezza della stazione di Parsons Green, zona 2 della città londinese. Un grazie va lui e a tutte le famiglie italiane che vivono all’estero, per garantire quel ponte di fratellanza e aggiornamento costante tra il nostro Paese e tutti gli altri colpiti dall’odio.

Erano le 8.30 quando improvvisamente all’interno di un vagone della Tube, fermata Parsons Green, esplode un ordigno fortunatamente “improvvisato” che ha ferito 29 persone, nessuna in modo grave. La tragedia è stata evitata grazie ad un innesco anticipato del timer, segno che l’attentato terroristico fosse stato preparato in modo frettoloso e probabilmente non da un commando “professionista”. Il colpo di fortuna nasconde però un’inquietante verità: il terrorismo è divenuto capillare, dematerializzato, liquido. Non agisce più attraverso cellule organizzate ma si nutre di “cani sciolti” a cui bastano pochi tutorial su internet per preparare ordigni, armi e pianificare azioni di morte spesso (fortunatamente) balbettanti. Un attentato è comunque un attentato, anche laddove non si registrano vittime, ecco perché la premier britannica Theresa May ha annunciato l’innalzamento dell’allerta nazionale.

Massimo Tortorella rappresenta il volto di migliaia di italiani che si ritrovano, inconsapevolmente, a far parte di un disegno inaspettato, violento e contro cui l’unica arma possibile è forse il fato, quel destino di cui spesso parliamo senza comprenderne davvero l’entità. L’imprenditore italiano si è trovato nel classico posto sbagliato, nel momento sbagliato, con l’unica “colpa” di assolvere il suo ruolo di padre. Nel mentre avveniva l’attentato infatti, Massimo Tortorella stava accompagnando i suoi figli a scuola. Questione di attimi e la tragedia è servita. È lo stesso imprenditore ad avvalorare la tesi secondo cui il terrorismo è ormai ovunque, in modo troppo fluido per essere “anticipato” o anche semplicemente “annusato”. Massimo Tortorella 7 anni fa si sposta dal centro di Londra in zona 2, riflettendo proprio sui numerosi attacchi che colpiscono il cuore della città londinese. Oggi, intervistato da Sky, Rai, Mediaset, ammette di non sentirsi al sicuro nemmeno in quella zona che avrebbe invece dovuto garantirgli più serenità.

La domanda a questo punto è univoca: esiste o esisterà più un luogo in cui sentirci finalmente sicuri?