Consulcesi, team legale da anni al fianco dei medici del personale socio – sanitario, con il sostegno di autorevoli esperti, ha indagato sulle conseguenze che il periodo di isolamento ha provocato sul riposo notturno degli italiani. Infatti, con il timore di contrarre la malattia, il confinamento prolungato, i problemi economici, il domani incerto, riposare con tranquillità è stato ed è a volte un autentico miraggio in questo particolare momento storico. Infatti, stando ad una ricerca effettuata dai diversi Ordini dei psicologi, più di 6 italiani su 10 soffrono d’insonnia o di disturbi del sonno. Questi disagi hanno colpito anche chi, prima dell’epidemia, non presentava problemi nel dormire. Inoltre, in un altro studio promosso dall’Associazione Italiana per la Ricerca e l’Educazione nella Medicina del Sonno (Assirem Ets), si è evidenziato che, dall’inizio del confinamento forzato, molti italiani soffrono di un sonno agitato, trovandosi addirittura a subire risvegli notturni improvvisi, stati d’ansia e angoscia incontrollabile. La ricerca, poi, si è concentrata su un campione di mille connazionali mostrando come si siano modificato gli orari in cui si va a dormire e quelli in cui ci si risveglia, con un differimento di oltre 1-2 ore. La metà delle persone che prima del virus impiegava un quarto d’ora per addormentarsi, adesso impiega molto più tempo. C’è stato un picco di soggetti che lamenta di prendere sonno non prima di un’ora dal momento in cui si è recato a letto e molti altri che hanno dichiarato di dormire meno tempo. Inoltre, oltre la metà degli intervistati ha rilevato come la qualità del sonno sia molto cambiata, giudicandola «abbastanza o molto cattiva». Dalla ricerca è emerso come siano accresciuti i risvegli notturni, poiché 3 persone su 4 si sono svegliate al mattino presto almeno una volta a settimana contro le 4 persone su 10 prima della pandemia. Un picco all’insù si è registrato anche per i soggetti che soffrono di incubi, passati da 1 su 10, prima dell’emergenza coronavirus, a 4 su 10 al momento attuale. Lo psicoterapeuta dottor Giorgio Nardone, co-fondatore del Centro di Terapia Strategica di Arezzo, all’interno nuovo ebook “COVID -19 il virus della paura”, promosso ha affermato come “angoscia, ipocondria e fobie, disturbi diventati molto comuni in questa pandemia possono infatti riflettersi negativamente su tempi e qualità del sonno, innescando un circolo vizioso che peggiora la nostra salute mentale”. Tuttavia, i professionisti del settore hanno suggerito un insieme di consigli da mettere in pratica, perché si possa preservare una buona qualità del sonno. È proprio Luigi Ferini-Strambi, primario del Centro di Medicina del Sonno dell’IRCCS Ospedale San Raffaele Turro, a condividere con il pool legale Consulcesi alcuni importanti consigli a riguardo. Il primo suggerimento è quello di «mantenere un normale ritmo sonno-veglia, andando a letto e svegliandosi alla stessa ora ogni giorno», programmando al meglio la routine quotidiana, avendo perciò tempi precisi in cui inserire i pasti, lo studio, lo svago, il lavoro e lo sport. Quest’ultimo è da evitare nelle ore serali, insieme al riposo pomeridiano, perché andrebbe a rovinare il sonno notturno. Un buon sonno è poi da collegare con una buona alimentazione, “soprattutto a cena, limitando la quantità di cibo e l’apporto proteico”. Inoltre, il professor Luigi Ferini – Strambi consiglia di “evitare l’eccesso di caffeina che ostacola il sonno, e di alcool che causa un sonno leggero e frammentato; evitare di tenere il cellulare vicino al letto, per il disturbo causato dalle notifiche e cercare di allontanare i pensieri negativi nella fase di addormentamento”.