Sanità, Consulcesi: “Annullata richiesta di 250mila euro a chirurgo per danno erariale”

E’ finito l’incubo per un noto chirurgo di un ospedale del Nord Italia, grazie all’ultima vittoria in Consiglio di Stato del team di legali di Consulcesi. Il caso in questione riguarda un chirurgo che era stato citato dalla Procura regionale territorialmente competente per assolvere a una richiesta di rimborso di circa 250mila euro, pagati dalla sua azienda sanitaria per un presunto episodio di malpractice. Consulcesi annuncia in una nota che, dopo 4 anni, è giunta la sentenza definitiva di rigetto della Corte dei conti della domanda per
danno erariale per cui il medico, che si è affidato al network di Consulcesi, si è finalmente liberato da una ‘spada di Damocle’ che, come tanti altri sanitari che vivono quotidianamente lo stesso dramma, lo perseguiva da troppo tempo.
“Il caso è emblematico delle richieste di rivalsa spesso infondate da parte delle aziende – commenta Francesco Del Rio, avvocato di Consulcesi – In questa circostanza, la richiesta di rivalsa è risultata carente di una adeguata e convincente attività istruttoria preventiva all’introduzione dell’azione nei confronti del medico, per cui tutti gli elementi del prospettato danno erariale sono stati ritenuti dalla Corte incerti, opinabili e indimostrati, avendo peraltro l’azienda deciso di liquidare il danno senza neppure attendere l’esito della consulenza tecnica d’ufficio disposta dal magistrato nel pendente giudizio risarcitorio”.
Grazie al decisivo apporto di Consulcesi e del partner incaricato, l’avvocato Andrea Gangemi – si legge nella nota – si è così giunti al pieno riconoscimento delle ragioni del chirurgo che non solo ha vinto la causa, ma ha ottenuto anche una consistente condanna della controparte al pagamento delle spese legali sostenute. .
I legali Consulcesi evidenziano l’importanza di difendersi adeguatamente e tempestivamente da qualsiasi iniziativa che possa presagire una richiesta economica per danno erariale. Dopo l’introduzione dell’articolo 9 della legge Gelli, la facoltà dell’azienda di transigere la controversia con il paziente non può prescindere dal coinvolgimento del medico interessato nella transazione. Tuttavia, gli stessi legali sottolineano come, nonostante la chiarezza normativa, spesso il percorso istruttorio è farraginoso e incompleto. Talvolta le
aziende procedono con poche indagini senza approfondire la realtà dei fatti, mentre è essenziale che il professionista sanitario possa esporre chiaramente la propria posizione fin dall’inizio. Per questo è importante ricorrere all’assistenza di un professionista legale già dal ricevimento della richiesta di informazioni da parte dell’azienda sanitaria a seguito di una richiesta risarcitoria pervenuta, coinvolgendo la propria compagnia assicurativa, a titolo cautelativo, nel caso in cui pervenga un successivo preavviso di rivalsa, così da strutturare per tempo un’adeguata strategia difensiva da spendere nel possibile giudizio contabile.
Vista l’importanza di affidarsi immediatamente a un avvocato competente in materia per difendersi al meglio da richieste di rivalsa da parte delle aziende sanitarie, Consulcesi offre all’interno della sua piattaforma Consulcesi Club un servizio di consulenza telefonica completamente gratuita e illimitata per
rispondere ad ogni problema di natura civile, penale o lavorativa, conclude la nota.

Massimo Tortorella

Tortorella (Consulcesi): “Cittadini contino sui nostri legali per lo smog a Milano”

VIDEO – https://www.la7.it/camera-con-vista/video/tortorella-consulcesi-cittadini-
contino-sui-nostri-legali-per-lo-smog-a-milano-20-02-2024-527448

“Siamo a Milano, in un momento abbastanza tragico per la città per l’inquinamento, il sindaco Sala ne ha fatto menzione, vediamo le persone che iniziano a muoversi con le mascherine. È una situazione non accettabile per una città come Milano che vede l’inquinamento crescere a livelli incredibili. Per questo riteniamo che sia importante tutelarsi e chiedere un risarcimento: la società Consulcesi mette a disposizione i propri legali”, l’annuncio di Tortorella, fondatore e presidente di Consulcesi, che si è rivolto ai cittadini di Milano per la preoccupante situazione legata all’inquinamento. Consulcesi mette a disposizione il sito di Aria Pulita: aria-pulita it.

Massimo Tortorella

Da Consulcesi un network digitale dedicato a medici e specialisti sanitari

Un nuovo spazio dove poter collaborare, scambiare pareri e metodi di intervento, discutere su diagnosi e prevenzione. Si chiama “Elenco Professionisti Sanitari” ed è il nuovo servizio disponibile ora per i medici e i professionisti sanitari di Consulcesi Club.
Il network digitale si presenta “come risposta all’attuale panorama sanitario sempre più orientato verso un approccio One Health”, spiega il Direttore generale di Consulcesi Simona Gori. Il servizio offerto da Consulcesi Club vuole aiutare il professionista a migliorare la propria visibilità all’interno della comunità degli operatori sanitari, facilitare i contatti tra operatori ed espandere la propria rete professionale. A poche settimane dal lancio – si legge in una nota – sono già centinaia i professionisti sanitari ad aver aderito al servizio. Tra i professionisti della prima ora spiccano gli operatori, in particolare infermieri e
fisioterapisti e tra i medici, i più ‘social’ sono di medicina generale e di psichiatria. “Il networking rappresenta una risorsa cruciale per i professionisti della salute, offre opportunità di crescita personale e professionale, lo sviluppo di competenze e l’accesso a risorse che arricchiscono la pratica clinica – aggiunge
Gori – In un contesto post-pandemico, la consapevolezza dell’importanza della collaborazione tra professionisti sanitari a diversi livelli è emersa con forza. La creazione di reti di contatti affidabili non solo favorisce lo scambio di idee e approcci, ma contribuisce anche alla costruzione di una reputazione solida nel
settore”.
Il social si presenta così come un ambiente interattivo e specializzato dove è possibile creare la propria scheda professionale, condividere le proprie competenze, esperienze formative e lavorative, oltre che mettere in evidenza attestati e pubblicazioni rilevanti. Gli utenti possono accedere a una piattaforma ricca di funzionalità, tra cui la possibilità di ricevere suggerimenti personalizzati su altri professionisti con profili simili, basati sulla loro professione e specializzazione. Attraverso il nuovo network, medici e operatori sanitari possono ampliare la propria rete professionale in modo significativo, connettendosi con colleghi che condividono interessi e competenze simili. “L’obiettivo – conclude Gori – è fornire una piattaforma che non solo semplifichi la gestione delle informazioni professionali, ma che promuova anche la crescita e lo sviluppo continuo nella comunità medica e sanitaria”.

Massimo Tortorella

Consulcesi, oltre un milione di richieste per l’azione collettiva ‘Aria Pulita’

A guidare questa lunga marcia contro l’inquinamento atmosferico in Italia è Milano

Raggiunto e sforato il primo milione di richieste in soli 6 mesi. Da giugno ad oggi sono infatti 1.151.096 le dimostrazioni di interesse all’azione collettiva Aria Pulita, portata avanti dal team di legali di Consulcesi. A guidare questa lunga marcia contro l’inquinamento atmosferico in Italia è Milano. Non solo per il numero “record” di richieste, circa 212mila, ma anche perché sarà la prima città a partire con l’azione legale targata Consulcesi. È stata infatti ufficializzata l’iscrizione a ruolo della prima azione collettiva, sono stati quindi depositati i ricorsi per violazione dei limiti di PM10 e di NO2. “Ora il giudizio è pendente dinanzi al Tribunale di Milano e in attesa che venga assegnato alla Sezione e al Giudice”, spiegano i legali di Consulcesi. L’udienza dovrebbe avere luogo la prossima primavera.

“È un primo bilancio positivo il quale suggerisce che siamo effettivamente sulla strada giusta e che abbiamo ben interpretato un bisogno insoddisfatto di buona parte della popolazione italiana”, dichiara Massimo Tortorella, presidente di Consulcesi Group. “In pochi mesi abbiamo intercettato un gran numero di cittadini ‘eco-coscienti’, ovvero consapevoli di quanto la scarsa qualità dell’aria possa incidere negativamente sulla propria salute, che hanno deciso di dare voce al proprio diritto di vivere in un ambiente salubre”, aggiunge.Sul podio delle città più “eco-sensibili” c’è Milano con 211.286 richieste all’azione collettiva Aria Pulita, seguita da Roma con 140.635 dimostrazioni d’interesse e Torino con 47.893 richieste. La prima città del Sud interessata all’iniziativa legale di Consulcesi è Napoli con 44.659 dimostrazioni d’interesse. “Per il prossimo anno ci aspettiamo numeri ancora più importanti”, ammette Tortorella. “Milano farà solo da apripista e sono convinto che, a ruota, verrà seguita da molti dei 3.384 comuni e città italiane per i quali la Corte di Giustizia Europea ha multato l’Italia per violazione del superamento dei valori soglia di polveri sottili (PM10) e biossido d’azoto (NO2)”, aggiunge.In totale sono all’incirca 40 milioni i cittadini italiani costretti a respirare aria malsana e potenzialmente dannosa per la loro salute e che, per questo, possono richiedere un risarcimento allo Stato e alle Regioni, aderendo all’azione collettiva Aria Pulita di Consulcesi. “Aderendo alla nostra iniziativa si avrà, non solo, la possibilità di ottenere un risarcimento equo per la violazione del nostro diritto a vivere in un ambiente salubre, ma anche di prendere in mano la salute futura propria e quella dei propri cari: respirare aria pulita non è negoziabile, mai!”, conclude Tortorella.Per aderire all’azione collettiva, basta dimostrare, attraverso un certificato storico di residenza, di aver risieduto tra il 2008 e il 2018 in uno o più dei territori coinvolti. Per scoprire se e come partecipare all’azione collettiva, Consulcesi mette a disposizione il sito di Aria Pulita: www.aria-pulita.it.

Sport: la Fondazione Consulcesi si aggiudica l’asta per la Barbie Bebe Vio

La Fondazione Consulcesi si è aggiudicata l’asta benefica per la barbie Bebe Vio. “Non appena abbiamo saputo dell’iniziativa della Mattel – spiega Massimo Tortorella, presidente di Consulcesi Group, a cui la Fondazione fa riferimento – ci siamo attivati con l’obiettivo di vincere questa asta perché Bebe Vio rappresenta tutti i nostri valori ed è esempio e modello da seguire per i nostri progetti di inclusione, solidarietà e sostenibilità ambientale”. La campionessa paralimpica è stata inclusa tra le cinque Role Models di fama mondiale che la Mattel ha realizzato per festeggiare il quinto anniversario del Barbie Dream Gap Project pensato per tutte le bambine e ragazze del mondo. “Le bambole – continua Tortorella – rappresentano cinque donne che hanno abbattuto barriere, diventando fonte di ispirazione e modello di coraggio e resilienza e lo sono anche per la nostra Fondazione”.
Il ricavato dell’asta della “Barbie Bebe” andrà all’associazione Art4Sport della schermitrice. La bambola indossa anche la divisa ufficiale della “Bebe Vio Academy” fondata nel 2009 dalla campionessa, che fornisce protesi e carrozzine sportive ai bambini che supporta e ne promuove ed organizza i percorsi sportivi. Tra le varie attività promosse ed organizzate, dal 2021 ha fatto nascere anche la “Bebe Vio Academy”, un luogo inclusivo dove bambini normodotati e bambini con disabilità possono giocare e divertirsi praticando sport insieme. “Ognuno – conclude Massimo Tortorella – ha il diritto di raggiungere qualsiasi obiettivo e Bebe Vio ne è la dimostrazione”.
Oltre a Bebe Vio le altre bambole dell’iniziativa “Barbie Dream Gap Project” sono dedicate a Shonda Rhimes (pluri-premiata scrittrice, produttrice, autrice statunitense, nonché CEO di Shondaland), Helene Darroze (chef francese di fama mondiale), Katya Echazarreta (ingegnere elettrico e prima donna di origine
messicana a viaggiare nello spazio) e Hui Ruoqi (campionessa cinese di pallavolo).

Ex specializzandi. Consulcesi: “Punto di svolta decisivo, tribunali ne terranno conto”

Il Presidente di Consulcesi, Massimo Tortorella commenta l’odg votato all’unanimità presentato dall’onorevole Pagano che richiama l’applicazione della sentenza della Corte di Giustizia Ue: “Confermate ancora le nostre tesi, è il momento di portare avanti le cause con sempre maggiore convinzione”
Il diritto dei medici ex specializzandi 78-2006 esce ulteriormente rafforzato in Parlamento”. Consulcesi, mette in evidenza la significativa approvazione dell’Ordine del Giorno, presentato dall’onorevole Nazario Pagano e approvato all’unanimità dalla Camera dei Deputati nella seduta del 2 agosto. Con il
provvedimento, votato nell’ambito del Dl Infrazioni, il Governo ha assunto un impegno formale nei confronti di decine di migliaia di medici, a cui durante la scuola di specializzazione era stato negato il corretto trattamento economico in violazione delle direttive comunitarie in materia. Nel corso del suo intervento, il primo firmatario Pagano ha ricordato la recente pronuncia della Corte di Giustizia europea in favore dei professionisti sanitari coinvolti in questa annosa vicenda ed ha poi sottolineato che “l’approvazione dell’O.d.G. rappresenta l’impegno del governo a estendere l’applicazione della borsa di studio a tutti quei medici iscritti ai corsi di specializzazione medica, proprio in esecuzione della sentenza della Corte di Giustizia europea. Chi si è specializzato in quegli anni è stato sottopagato rispetto a chi lo ha fatto successivamente e necessita quindi di giustizia che, ora, dunque sarà fatta”.
Consulcesi, da oltre 20 anni in prima linea a tutela del diritto dei medici ex specializzandi coinvolti nella vicenda, con oltre 600milioni di euro ottenuti in loro favore attraverso le azioni collettive avviate, intravede un nuovo momento di svolta per il contenzioso. “La prima importante notizia – commenta il Presidente Massimo Tortorella – è che in Parlamento si sia riappropriato del suo ruolo, in questi anni lasciato invece ai tribunali. C’è una forte e chiara volontà politica, da parte di questo Esecutivo, di porre fine a questa ingiustizia”.
Con la prospettiva di nuovi interventi in sedi istituzionali, da Consulcesi arriva dunque l’invito alle decine di migliaia di medici coinvolti di proseguire con forza e determinazione la battaglia legale avviata. “Le nostre tesi, quelle che sosteniamo da sempre, hanno avuto l’ennesima conferma, aggiunge il Presidente Tortorella -. Il lavoro di stimolo, ma anche collaborazione, verso le istituzioni sta già producendo importanti risultati di cui i tribunali dovranno necessariamente tenere conto”.
È possibile sapere di più sulle azioni legali e le cause collettive portate avanti da Consulcesi sul sito
www.consulcesi.it.

Con caldo e inquinamento il rischio di infarto raddoppia

Una ricerca cinese sui dati di cinque anni ha trovato una correlazione significativa tra il rischio di decessi per infarto e giorni caratterizzati da caldo e da freddo estremo e alti livelli di particolato nell’aria
Il mix di caldo e inquinamento può essere micidiale. Tanto da raddoppiare il rischio di morte per infarto.
Sono allarmanti le conclusioni di un nuovo studio condotto dalla Sun Yat-sen University di Guangzhou (Cina), pubblicato su Circulation, la rivista di punta dell’American Heart Association. Nel dettaglio la ricerca, analizzando i dati di una singola provincia cinese nell’arco di cinque anni, ha trovato una correlazione significativa tra il rischio di decessi per infarto e giorni caratterizzati da caldo estremo – ma anche di freddo estremo – e alti livelli di particolato nell’aria.
Lo studio ha anche rivelato un particolare aumento dei decessi per infarto nei periodi estremamente caldi tra le donne rispetto agli uomini e negli anziani rispetto ai giovani. I dati mostrano anche che il rischio di attacchi cardiaci mortali si intensifica quanto più a lungo dura un evento meteorologico estremo. Ma i risultati più eclatanti riguardano il mix di caldo estremo e inquinamento: il rischio di attacchi cardiaci fatali è raddoppiato durante le ondate di caldo di quattro giorni quando i livelli di inquinamento da particolato fine sono superiori a 37,5 microgrammi per metro cubo.
“Le ondate di calore stanno diventando più frequenti, più lunghe e più intense e i loro effetti negativi sulla salute sono davvero molto preoccupanti”, commenta Giovanni Esposito, direttore della UOC di Cardiologia, Emodinamica e UTIC dell’Azienda Ospedaliera Universitaria Federico II di Napoli e presidente della Società Italiana di Cardiologia Interventistica (GISE). “A questo si aggiunge un altro problema che riguarda la presenza elevata di particolato fine nell’aria, che può interagire sinergicamente con temperature estreme per influire in modo negativo sulla salute cardiovascolare”, aggiunge.

Prese in esame 200 mila morti per infarto
Lo studio ha esaminato oltre 202.000 morti per infarto tra il 2015 e il 2020 nella provincia di Jiangsu, in Cina. Il particolato, o inquinamento da particelle, è il mix di goccioline solide e liquide che galleggiano nell’aria. Questo studio si è concentrato sui danni causati dal particolato più piccolo: PM2.5. È così piccolo –
1/20 di larghezza di un capello umano – che le persone non possono vederlo e può superare le normali difese del corpo. Invece di essere espirato, può rimanere bloccato nei polmoni o entrare nel flusso sanguigno. Le particelle causano irritazione e infiammazione e possono portare a problemi respiratori. L’esposizione a lungo termine al particolato può causare cancro, ictus e infarto.
“Lo studio cinese ha osservato che nei giorni in cui l’inquinamento superava i 37,5 microgrammi per metro cubo e un’ondata di caldo durava quattro giorni, il rischio che qualcuno morisse per un infarto era il doppio del solito”, sottolinea Esposito. Le ondate di freddo e le giornate ad alto inquinamento non sembrano avere lo stesso effetto.

Temperature “estreme” anche tra 28 e 37 gradi
Le temperature estreme considerate dagli scienziati non sono solo quelle in cui il termometro raggiunge o sfora i 40 °C. Basta anche che le temperature si aggirino tra i 28° C e i 37° C. In questa finestra, infatti, durante un’ondata di caldo di due giorni, il rischio di morire per un infarto è risultato del 18% più alto.
Mentre durante un’ondata di caldo di quattro giorni, con temperature tra i 38 °C e i 43 °C, il rischio di morire per un attacco di cuore è del 74% maggiore. In definitiva, i ricercatori stimano che fino al 2,8% dei decessi per infarto possa essere attribuito alla combinazione di temperature estreme e alti livelli di
inquinamento da particolato fine.
“Considerata la maggiore frequenza di eventi meteorologici estremi dovuti ai cambiamenti climatici, le persone dovranno prestare molta più attenzione alle temperature e ai livelli di inquinamento prima di uscire di casa e prendere le dovute precauzioni se vogliono prendersi cura della propria salute cardiaca”,
raccomanda Esposito.
“Le persone più a rischio infarto a temperature estreme, cioè coloro con patologie pregresse, gli anziani e i giovanissimi, dovrebbero assicurarsi di rimanere in casa nei giorni caldi e ad alto inquinamento. È consigliabile – continua – anche utilizzare un purificatore d’aria, ventilatori e condizionatori e, se si deve uscire, meglio farlo di mattina presto quando le temperature sono più basse e indossando abiti larghi e di colore più chiaro”.

Come impatta sulla salute il mix caldo-inquinamento?
Anche se lo studio non spiega in che modo il mix di caldo e inquinamento impatta sulla salute, ci sono numerose evidenze della relazione complessa esistente tra temperature eccezionalmente elevate e inquinamento: più inquinanti immettiamo in atmosfera maggiori sono i cambiamenti climatici e, di
conseguenza, maggiore è la frequenza e l’intensità delle ondate di calore che, a loro volta, aumentano la concentrazione di polveri sottili (PM2.5).
A questo si aggiungono gli adattamenti fisiologici del corpo che per regolare la temperatura aumenta la frequenza respiratoria e l’afflusso di sangue periferico, incrementando così l’esposizione agli inquinanti ambientali.

Preoccupazione per i più fragili
“Siamo molto preoccupati dell’impatto che questo mix di caldo estremo e inquinamento atmosferico può avere sulla salute degli italiani, specialmente la popolazione più fragile”, commenta Massimo Tortorella,
presidente Consulcesi. “In letteratura scientifica ci sono numerose evidenze che collegano questo micidiale cocktail all’aumento di problemi a carico dell’apparato respiratorio e cardiovascolare, come asma, polmoniti, broncopneumopatia cronica ostruttiva e anche infarto, ictus e altri tipi di coronaropatie – continua -. E sempre più italiani se ne stanno rendendo conto. Non è un caso se nell’ultima settimana abbiamo registrato un aumento di ben il 20% delle adesioni alla nostra azione collettiva ‘Aria Pulita’”.

Iniziativa legale in Italia
È infatti in corso in Italia un’iniziativa legale rivolta a oltre 40 milioni di italiani, residenti in più 3.330 comuni in cui la Corte di Giustizia Europea ha accertato violazioni per il superamento dei valori soglia di inquinamento, che ha come obiettivo risarcire coloro a cui non è stato garantito il diritto a vivere in un ambiente salubre.
Nel frattempo i ricercatori cinesi – e non solo – sottolineano la necessità di condurre ulteriori ricerche sui possibili effetti negativi di eventi meteorologici estremi e l’inquinamento da particolato fine, per poter comprendere meglio la relazione tra caldo estremo e inquinamento, e il suo impatto sulla nostra salute.

Il 64% dei camici bianchi vorrebbe essere più ‘digitale’ ma non ha gli strumenti.

La soluzione che ‘traghetta’ i professionisti sanitari verso la digitalizzazione richiesta dal PNRR. Il nuovo Consulcesi Club, infatti, si presenta come un sistema di contenuti e funzionalità evolute che offre soluzioni su misura per il lavoro e la vita privata dedicate a medici e professionisti sanitari

Digitalizzazione, innovazione, personalizzazione e semplificazione per rispondere ai nuovi bisogni emersi dal PNRR: sono queste le caratteristiche che hanno guidato il rinnovamento di Consulcesi Club, la nuova soluzione digitale rilasciata da Consulcesi Group, il più grande network in Europa dedicato ai professionisti della Sanità e alle aziende del settore.
Il nuovo Consulcesi Club, infatti, si presenta come un sistema di contenuti e funzionalità evolute che offre soluzioni su misura per il lavoro e la vita privata dedicate a medici e professionisti sanitari. L’ottimizzazione per la consultazione da qualsiasi dispositivo mobile permette la massima flessibilità di utilizzo della
soluzione, in ogni momento e ovunque ci si trovi. L’assistente dedicato e il servizio di aggiornamento via newsletter offrono supporto e accesso a contenuti, tool e servizi in un click. Grazie ad una tecnologia innovativa, in un ambiente digitale rinnovato, intuitivo e personalizzato su interessi e ambiti di specializzazioni, Consulcesi Club propone contenuti e servizi correlati ai propri ambiti professionali e consente al professionista di personalizzare ulteriormente sulla base dei propri ambiti di interesse.
Una novità al passo con i tempi e con i bisogni degli stessi professionisti sanitari. Infatti, i professionisti chiedono strumenti e tool smart e digitali, soluzioni personalizzate e contenuti e servizi dedicati, oltre che una maggiore formazione in materia di digital health.

È quanto emerge dall’ultima indagine di mercato svolta da Consulcesi e che ha coinvolto più di 1.300 tra medici e professionisti sanitari. Come infatti racconta Massimo Tortorella, Presidente di Consulcesi, da interviste e un questionario sull’ampio campione è emerso che “la maggioranza di questi non solo si conferma aperto alla digitalizzazione, riconoscendone vantaggi e potenzialità, ma con entusiasmo accoglie le nuove soluzioni digital soprattutto quando queste si rivelano utili per l’aggiornamento, la formazione e l’informazione, da sempre assi portanti della professione medica”.
L’indagine di mercato. Come emerge dal “Digital Health: attitudini e competenze dei professionisti della salute verso il digitale” infatti, i medici si confermano una categoria desiderosa di sapere e appassionata: il 60% si informa su temi lavorativi e novità per passione, mossi dal desiderio di accrescere le proprie
competenze e curiosità mentre una minoranza (16%) lo fa solo quando ha una necessità specifica o per raggiungere gli ECM.
Dall’indagine si evince poi che ben oltre la metà – circa il 61% – vuole ed è consapevole di dover restare al passo con i tempi, integrando servizi e soluzioni digitali a quelli analogici e tradizionali, pur riconoscendo la
necessità di una maggiore formazione e guida in materia. Circa il 35% dei medici e professionisti sanitari intervistati si dichiarano inoltre a proprio agio con la tecnologia e di usarla per ingaggiare colleghi e pazienti.
Il digitale supera la presenza anche per formarsi. Già, o forse qualcuno direbbe “almeno”, per quanto riguarda l’educazione continua in medicina (ECM). È infatti il webinar il formato più apprezzato quando si tratta di formazione e aggiornamento dei professionisti sanitari. Supera, se ben di poco almeno per ora, il numero di coloro che ritengono “molto o abbastanza utile” la modalità a distanza in formato di video- lezioni registrate rispetto a coloro che indicano come preferenza la modalità in presenza.

“Al centro le persone, i loro interessi e le loro esigenze, – ha commentato Massimo Tortorella, Presidente Consulcesi – che oggi, grazie ad un migliore uso della tecnologia, il nuovo Consulcesi Club può accompagnare con un’offerta di contenuti e di servizi rinnovata per vivere da protagonisti la rivoluzione digitale”.

Il cordoglio dell’Associazione Medici Endocrinologi per la scomparsa di Vincenzo Toscano

Toscano, già Ordinario di Endocrinologia a Roma, Università Sapienza e Direttore dell’Unità Operativa Complessa di Endocrinologia dell’Azienda Ospedaliera Sant’Andrea di Roma e past President dell’Associazione Medici Endocrinologi (Ame). “Ai suoi cari la famiglia Ame si stringe con profondo affetto il suo ricordo aiuterà a proseguire il cammino”

É venuto a mancare improvvisamente il Professor Vincenzo Toscano, già Ordinario di Endocrinologia a Roma, Università Sapienza e Direttore dell’Unità Operativa Complessa di Endocrinologia dell’Azienda Ospedaliera Sant’Andrea di Roma e past President dell’Associazione Medici Endocrinologi (Ame).
“Ci rimarrà impresso il suo ricordo, parte costitutiva degli ideali che hanno portato alla nascita della nostra Associazione: integerrimo e insieme sempre amichevole, impegnato ma sempre disponibile per tutti, di profonda cultura ma senza mai ostentazione di superiorità”, ha dichiarato Enrico Papini, componente
storico del comitato scientifico Ame esprimendo il cordoglio di tutta l’Associazione.
Classe ’48, Vincenzo Toscano era nato a Roma. Specializzato in endocrinologia e pediatria, è stato autore di innumerevoli articoli e pubblicazioni e referee per diverse riviste nazionali ed internazionali in ambito endocrinologico.
L’improvvisa dipartita del Professor Toscano lascia un grade vuoto nella famiglia Ame che lo definiscono “padre nobile e una figura di riferimento”.
Il Professor Toscano è stato tra le personalità più impegnate di Ame, portando avanti battaglie per l’uguaglianza nell’accesso alle cure, richiamando l’attenzione pubblica e delle istituzioni su una molteplicità di problematiche connesse all’endocrinologia come la malnutrizione, le malattie rare, i danni da
inquinamento ambientale.
Toscano aveva grande attenzione al tema della prevenzione e della formazione, per questo ha ricoperto con impegno il ruolo di responsabile scientifico e docente di circa svariati corsi di aggiornamento e formazione dedicati ai professionisti della salute per Consulcesi ed era altresì membro del comitato
scientifico di Sif (Sanità In-Formazione).
“Ai suoi cari la famiglia Ame si stringe con profondo affetto – scrive l’Associazione – il suo ricordo aiuterà a proseguire il cammino”.

Consulcesi – Massimo Tortorella 

Un bambino ogni 10 giorni muore per soffocamento, formazione manovre di soccorso riduce rischi

Nonostante le morti per soffocamento in Italia siano numerose, in pochi sanno come gestire queste situazioni emergenziali, anche tra gli operatori sanitari. Non stupisce quindi che ogni anno, nel nostro paese, circa 65mila persone muoiono per mancanza o ritardi nel primo intervento. “Solo per soffocamento, in Europa perdono la vita 500 bambini all’anno, in Italia uno ogni 10 giorni, con 1.000
ospedalizzazioni annuali legate a questi incidenti”, spiega Marco Squicciarini, docente di Consulcesi e medico coordinatore dell’attività di formazione di manovre di primo soccorso con l’impiego di defibrillatore (Blsd) del ministero della Salute. “In oltre la metà dei casi è presente un adulto non preparato ad
intervenire con manovre di disostruzione”, aggiunge.
Dagli operatori sanitari a genitori, formazione su primo intervento è fondamentale. Ai giovani medici neo-laureati che cercano di inserirsi nel settore lavorativo viene fin da subito richiesto il certificato Blsd come primo documento per iniziare a lavorare. Eppure, sono gli stessi che escono da un sistema che al momento non prevede questi corsi di formazione, neanche nella maggior parte dei casi nei piani extracurriculari e spesso non riconosce i crediti esterni di chi ha conseguito la certificazione attraverso il 118 nazionale.
Non è solo una questione che riguarda solo i medici o in generale gli operatori sanitari. “Dai caregiver degli anziani ai genitori fino al professionista della salute – evidenzia Squicciarini – si sta diffondendo sempre di più la consapevolezza di dover saper agire prontamente in situazioni emergenziali come l’arresto cardiaco o eventi di soffocamento”.
“Nel primo semestre 2005 abbiamo raccolto, in tutta Italia, 93.000 firme, con una iniziativa legislativa popolare, perché le manovre salvavita si insegnassero, con carattere di obbligo, nella Scuola Italiana” sottolinea Mario Balzanelli, Presidente di SIS118 e Membro del Board Scientifico del MOHRE. “Questa nostra iniziativa è diventata contenuto di legge dello Stato con l’articolo 1, comma 10, della Legge
107/2015. Abbiamo quindi contribuito alla stesura delle linee guida interministeriali, condivise tra MIUR e Ministero della Salute, per inquadrare i livelli di formazione e di addestramento nelle varie fasce d’età. Tra i contenuti dell’insegnamento, in prima linea, sono previste le manovre di disostruzione delle vie aeree da corpo estraneo. Poi tutto si è fermato. Auspichiamo che sia la Scuola l’ambito privilegiato della acquisizione di queste competenze salvavita da parte di tutti i cittadini, del presente e del futuro”.
Passi in avanti con la distribuzione di defibrillatori nei luoghi pubblici
Guardando in particolar modo all’anziano e al bambino, Squicciarini ribadisce “l’importanza della buona conoscenza del Blsd per ogni tipo di assistenza attraverso il personale deputato all’alimentazione, che si trova ogni giorno di fronte a patologie neurologiche, alla gestione ed al trattamento di disturbi della
deglutizione come la disfagia, che di certo sono soggetti più esposti ad episodi di ostruzione delle vie aeree”. Un importante passo avanti in Italia in materia di pronto intervento in caso di arresto cardiaco improvviso è rappresentato dalla legge 116 del 2021. “Il Governo – sottolinea Squicciarini – ha iniziato una
importante distribuzione di defibrillatori ed entro il 2025 tutto il comparto pubblico dovrebbe essere dotato di questi e di personale formato, mentre dal 2025 l’obbligo sarà esteso anche ai privati, come avviene in molti paesi in Europa. Ma è fondamentale lavorare per colmare la mancanza di queste
conoscenze partendo in primis da medici e operatori sanitari, che a loro volta possono contribuire a preparare genitorie caregiver alla gestione dell’emergenza”.

LINK FONTE: https://www.corsi-ecm-fad.it/catalogo-corsi/medicina/corso-ecm-blsd-e-disostruzione-prevenzione-e-primo-soccorso-dal-neonato-allanziano-fragile/2214

Consulcesi – Massimo Tortorella