Sanità, da Consulcesi aggiornamento smart da fare sotto l’ombrellone

Oltre il 70% dei professionisti sanitari si dedica alla propria formazione obbligatoria durante il tempo libero: pur se compresa nei doveri professionali, infatti, difficilmente si riesce ad effettuarla durante l’orario di lavoro. Nonostante questo, l’aggiornamento continuo non deve essere un sacrificio e le vacanze estive possono rivelarsi un periodo molto utile per portare a termine i 50 crediti Ecm del 2024. Per questo motivo, Consulcesi Club consiglia 5 eBook formativi del suo catalogo, scaricabili e di facile consultazione, che porteranno i professionisti sanitari a raggiungere i propri crediti senza dover rinunciare al riposo estivo.
Basterà scaricarli dalla piattaforma Club, portarli con sé e leggerli sotto l’ombrellone; poi, quando si avrà modo, si potrà effettuare il test di conferma delle conoscenze per ottenere i crediti direttamente sul sito Cogeaps.
Dalla pandemia in poi – riferisce una nota – la fruizione della formazione per i professionisti sanitari è cambiata radicalmente. I formati ‘smart’ si sono fatti largo nelle vite lavorative di professionisti che desiderano sempre più dedicare tempo di qualità al proprio aggiornamento, senza rinunciare alla loro vita
personale. Già nel triennio formativo 2020-2022, secondo i dati di Formazione nella Sanità, si è registrato un vero e proprio boom della modalità di fruizione a distanza (Fad) dei corsi formativi, quintuplicata rispetto ai due trienni precedenti.
Sono state 10 milioni le partecipazioni ad eventi Fad a fronte di circa 56 mila corsi erogati. In confronto – si legge – gli eventi residenziali sono stati 126.600 con un totale di partecipazioni che si attesta a 2 milioni e 340 mila. “I professionisti hanno bisogno di una qualità della vita per mettere in pratica qualità nel lavoro –
dichiara il presidente Cogeaps, Roberto Monaco – I turni di lavoro sono massacranti e ci sono sempre meno professionisti nel Sistema Sanitario nazionale, il tempo per la formazione deve essere gestito con attenzione”.
Consulcesi Club si è mossa per restare al passo con le esigenze dei professionisti della Salute – dettaglia la nota – integrando il suo catalogo corsi con modelli di formazione digitali in vari formati: film formazione, interattivo, multimediale, simulazione, eBook e webinar. Il formato eBook, tra questi, permette di portare
l’aggiornamento con sé su smartphone, tablet e pc; consultare a più riprese il contenuto formativo e, quando si è pronti, di effettuare il test in totale autonomia. Conseguire i 50 Ecm dell’anno in estate non è mai stato così facile.

I 5 eBook selezionati da Consulcesi Club spaziano tra tematiche diverse con contenuti di alto rilievo medico-scientifico. 1. Guida pratica al Covid-19 per le professioni sanitarie – 27 Ecm; con un nuovo aumento estivo dei casi di Covid-19, questo corso realizzato in partnership con Simedet fornisce linee guida e protocolli per un approccio multidisciplinare e multi-professionale alla gestione dei nuovi casi; 2. Antistress teoria e pratica – 6 Ecm: il corso fornisce le competenze tecnico-pratiche per gestire lo stress, riconoscerne le
tipologie ed elaborare una strategia di gestione a lungo termine; 3. Anuptafobia, la paura di rimanere soli –10,5 Ecm: tra i più grandi timori del nostro secolo, questo corso affronta l’anuptafobia con approccio psicologico volto al riconoscere i sintomi e operare un trattamento.
E ancora: 4. Antiaging diagnostica e strategie alimentari e integrative – 4 Ecm; il corso fornisce gli strumenti di diagnostica dell’aging e le strategie alimentari e integrative per gestire la problematica. 5. Sorridere alla vita: la terapia del sorriso nei contesti di cura – 3 Ecm. In questo corso si affronta il tema spinoso della gestione del paziente, che spesso passa proprio da un trattamento umano e comprensivo, volto alla positività.

Massimo Tortorella

Consulcesi supporta il personale sanitario nella lotta al demansionamento

Il demansionamento è una realtà che tocca da vicino anche i professionisti sanitari. Spesso, questa eventualità viene proposta quale situazione “momentanea e straordinaria”, per poi trasformarsi, invece, in una costante. Gli operatori sanitari ne restano imprigionati, senza conoscere gli strumenti adeguati per difendersi.
Al fine di sostenere la categoria e assicurare ai suoi membri il giusto supporto sulle possibili azioni da poter mettere in atto, attraverso una nota, Consulcesi Club ha informato di aver approntato un vademecum dal titolo “Demansionamento sul lavoro: guida legale per tutelarsi”. La guida può essere scaricata da Internet e contiene i consigli dei consulenti legali del Club che, da tempo, si occupano della questione e ricevono richieste di pareri sulla situazione del demansionamento. Questa criticità si è aggravata anche a causa del
perdurare della carenza di personale nel settore sanitario.
In particolare, secondo Anaao Assomed mancano 104000 medici, mentre Nursing Up denuncia l’assenza di oltre 200000 infermieri e Migep di 70000 operatori socio sanitari. In base a questi dati e alla situazione sempre più critica, l’emergenza nel dover gestire le esigenze dei pazienti anche in situazioni sempre più
stringenti, ha causato la cronicizzazione del demansionamento. La presentazione della Guida si è realizzata nel corso del webinar “Demansionamento professionale: diritti e tutele per i professionisti della sanità”, visibile anche sul sito di Consulcesi Club.
Tra gli altri, sono intervenuti anche il responsabile comunicazione della Federazione Ordini professioni infermieristiche (Fnopi), Silvestro Giannantonio; l’avvocato di Consulcesi Club, Francesco Del Rio; lo psicologo del lavoro, Federico Fontana; la responsabile Consulcesi Club, Simona Gori. Più precisamente, il
demansionamento rappresenta l’attribuzione al dipendente di funzioni e compiti collegati ad un grado di inquadramento più basso, se paragonato a quello previsto all’interno del contratto di lavoro individuale.
Pertanto, quando l’organico è in carenza, ha confermato Del Rio, “i sanitari, sia medici che infermieri vengono spesso chiamati a supplire deficienze strutturali svolgendo mansioni incompatibili con il loro livello professionale”. La questione tocca sia il comparto pubblico, che quello privato. Tuttavia, se il demansionamento viene portato avanti in modo continuo, rappresentando la funzione principale da svolgere, ha aggiunto Del Rio, “può portare alla richiesta di un risarcimento“.
In casi come questi, i medici ricoprono compiti riservati soprattutto agli infermieri. Questi ultimi, invece, si trovano a dover fungere da operatori socio sanitari (Oss), dovendo provvedere alle esigenze dei pazienti in termini di pulizia personale e permanenza nei nosocomi, come nelle strutture sanitarie private. Dunque, gli infermieri sono proprio quelli più interessati dal fenomeno del demansionamento, divenuto un ostacolo per il conseguimento di una formazione sempre più puntuale e specialistica per cui gli Ordini professionali
da tempo combattono.
Pertanto, gli infermieri e l’impatto negativo del demansionamento prolungato sulla loro sfera psicologica e professionale sono gli argomenti centrali affrontati nella conferenza online e nella Guida Consulcesi Club.
In proposito, una nota di Consulcesi ha evidenziato come stress, frustrazione, rabbia e sindrome da burnout siano tra le patologie maggiormente riscontrate nel personale infermieristico da parte degli psicologi del lavoro. E proprio lo psicologo del lavoro ha analizzato questi disturbi durante il webinar. Più precisamente, Fontana ha affermato: “I sanitari reagiscono al demansionamento con la sindrome da burnout, una manifestazione che porta ad ansia, disturbi del sonno, depressione, demotivazione, cinismo, oltre che a disturbi gastrointestinali, rabbia, frustrazione”. Questi disturbi si presentano perché “lavorano con utenze
difficili, i pazienti. In più, in contesti organizzativi difficili, con turni lunghi, senza riposo e carenze di personale”, ha concluso lo psicologo del lavoro. Tuttavia, con un buon lavoro di raccolta delle prove, le problematiche riscontrate possono diventare anche motivi per intentare una causa legale. Grazie alla
fruizione della Guida e del webinar Consulcesi Club, gli interessati potranno conoscere quale procedura seguire qualora si sia vittima di demansionamento. In questo caso, dunque, sarà possibile attivare una giusta procedura di tutela, preparando anticipatamente e adeguatamente gli elementi di prova del danno
patito a causa del demansionamento professionale. L’avvocato Del Rio ha consigliato di “fornire delle prove solide”. Infatti, ha spiegato il legale, il “danno da demansionamento non è automatico e la sua prova deve essere data con allegazione di presunzioni precise, gravi e concordate su qualità e quantità dell’attività lavorativa svolta, il tipo e la natura della professionalità rivestita, la durata del demansionamento, la diversa e nuova collocazione lavorativa assunta dopo l’avvenuta dequalificazione ed i solleciti rivolti ai superiori per
lo spostamento a mansioni più consone”. In più, il vademecum ha stabilito le differenze tra la dequalificazione professionale e il mobbing.
“Consulcesi Club è pensato per rispondere a tutte le necessità del professionista della salute”, ha precisato Gori. Gli utenti, poi, possono contare su consulenze legali illimitate e specializzate inerenti non solo al demansionamento, ma anche ad altre criticità che possono interessare il settore sanitario. Pertanto, ha
evidenziato ancora lo psicologo, “la soluzione Consulcesi Club offre al sanitario tutela legale ed assicurativa, un catalogo di oltre 300 corsi Ecm accreditati per la propria formazione, contenuti di approfondimento ritagliati sulla singola professione – guide, webinar ma anche podcast, video, ebook, infografiche, da vedere e rivedere – risorse e convenzioni per facilitare la vita personale e lavorativa”. Al servizio già ben ricco, si è affiancato anche il nuovo “Elenco professionisti sanitari”. Si tratta di una rete digitale “che aumenta la visibilità dell’utente e crea contatti di alto valore professionale”.

Massimo Tortorella

Sanità, Consulcesi: “Contro aggressioni guida pratica per disinnescare violenza”

Un’altra estate da incubo per medici e professionisti sanitari: un’escalation di aggressioni segnalate ai loro danni e riportate nelle cronache più recenti. Le ultime due rivolte contro due dottoresse in Puglia: una nel Salento e una nel tarantino; entrambe si sono dimesse per accendere una luce sul tema dell’incolumità dei sanitari durante l’esercizio del proprio lavoro. Professionisti che lavorano spesso anche su doppi turni per supplire alla carenza di personale e rinunciano alle ferie e al riposo, specie nella stagione estiva. La situazione è talmente grave che il presidente dell’Ordine dei Medici (Fnomceo) Filippo Anelli, ha minacciato dimissioni di massa dei medici italiani per protestare contro le aggressioni.
Andando incontro alla necessità dei professionisti della salute di conoscere i propri diritti e gli step da percorrere Consulcesi Club – riporta una nota – si propone come supporto strategico: non solo legale, ma anche formativo. In una innovativa versione eBook scaricabile, è stata realizzata una guida redatta in
collaborazione con la psichiatra Marina Cannavò, su come gestire il pericolo di aggressioni nei reparti più difficili, come Pronto soccorso, Medicina d’urgenza e psichiatria. Inoltre, una originale serie video ‘Dal legalese all’italiano’ con un episodio dedicato a come gestire un’aggressione subita da sanitario e gli step
legali da affrontare, spiegati in maniera semplice dagli avvocati del network Consulcesi Club.
Secondo stime recenti – si legge – il 40% dei lavoratori in ambito sanitario ha dichiarato di aver subito un’aggressione, con il 9% di essi che ha riportato conseguenze fisiche o psichiche. Le vittime di violenza sono donne nel 71% dei casi. Gli infermieri e gli operatori sociosanitari registrano il maggior numero di
infortuni, sia per la componente femminile (con incidenze rispettivamente del 25% e 31%) che per quella maschile (39% e 19%). Molte delle vittime sono professioniste donne di età compresa tra 51 e 60 anni e lavorano come operatore sociosanitario o infermiere in strutture ospedaliere o in Rsa, prevalentemente in
ambito psichiatrico o dell’emergenza/urgenza. Anche gli educatori professionali sono le figure professionali maggiormente oggetto di episodi di violenza. Seguono, con il 29% dei casi, gli operatori sociosanitari delle professioni qualificate nei servizi sanitari e sociali e, con il 16%, le professioni qualificate nei servizi personali e assimilati.
La guida di Consulcesi Club ‘Aggressioni ai Sanitari, come gestire l’emergenza nei reparti difficili’ fornisce una fotografia dettagliata dello stato dell’arte e consigli pratici per la prevenzione nei reparti più a rischio (Pronto soccorso, Emergenza/Urgenza, Psichiatria) e la gestione del trauma post-aggressione. Per
riconoscere e gestire le aggressioni – riferisce la nota – infatti, è fondamentale formare il personale sanitario sulle tecniche di de-escalation, comunicazione assertiva e gestione dei conflitti. Intercettare i segni prodromici, come la rabbia controllata, gesti minacciosi e posture aggressive, è essenziale per prevenire l’escalation. Durante un’aggressione, è cruciale mantenere la calma, utilizzare tecniche verbali di de-escalation e, se necessario, allontanarsi rapidamente e chiedere aiuto per garantire la sicurezza propria e degli altri presenti.
Oltre alla guida, Consulcesi Club mette a disposizione dei suoi membri la serie video ‘Dal legalese all’italiano’, un format innovativo che rende accessibili e comprensibili le questioni legali più complesse.
Nell’episodio “Le aggressioni al personale sanitario”, l’avvocato offre una panoramica dettagliata delle norme e delle leggi in vigore, spiegando le tutele penali e risarcitorie disponibili per le vittime. Questo episodio rappresenta un’importante risorsa per i professionisti, che li aiuta comprendere i loro diritti e a sapere come agire in caso di aggressione.
“Il fenomeno delle aggressioni al personale sanitario è in costante crescita, e il legislatore ha risposto con provvedimenti mirati ad ampliare le tutele e inasprire le pene – spiega il team legale di Consulcesi Club – Il nostro obiettivo è quello di fornire ai professionisti della sanità gli strumenti necessari per difendersi, sia in
termini legali che pratici, e di assisterli nell’aggiornamento continuo sulle novità legislative e sulle azioni legali da intraprendere”.

Massimo Tortorella

A scuola si impara a condividere: progetto Street Child

La condivisione si impara a scuola. Alle bambine e ai bambini della remota comunità di Fahn Jack in Liberia era quasi negato l’accesso all’istruzione primaria. Sei miglia al giorno (quasi 10 chilometri) da percorrere a piedi per raggiungere la scuola più vicina scoraggiavano la maggior parte degli abitanti locali, che presentavano infatti un tasso di assenteismo scolastico altissimo. La Liberia, attesta Azione contro la fame, ha sofferto molto durante la guerra civile di 14 anni che ha lacerato il paese. Nonostante la fine formale delle ostilità con l’accordo di pace di Accra del 2003, gli effetti di questo conflitto prolungato e devastante possono ancora essere visti oggi, mentre i liberiani affrontano un’eredità di infrastrutture distrutte, indigenza diffusa, condizioni di vita molto povere. Uno dei paesi più poveri del mondo, l’83,8% della popolazione della Liberia vive al di sotto della soglia di povertà (1,25 dollari al giorno) e il 94% dei lavoratori sono poveri (vivono con meno di due dollari al giorno). A causa della bassa produzione agricola e dei bassi redditi delle famiglie, la Liberia ha sofferto di insicurezza alimentare cronica dalla guerra civile. Anche i sistemi sanitari stanno faticando a riprendersi. E l’epidemia di Ebola del 2014 ha dimostrato che il sistema era ancora troppo debole. La malnutrizione cronica al 32% è tra le più alte al mondo. Infine, un calo dei finanziamenti ha ridotto le risorse delle Ong, rallentando la ripresa del paese.
Iniziativa benefica
Street Child Italia e Fondazione Consulcesi hanno inaugurato la prima scuola nella comunità di Fahn Jack. Grazie al progetto ”Una scuola in Liberia” che rappresenta un passo fondamentale verso il miglioramento dell’istruzione per i bambini e il futuro della Liberia. Il nuovo edificio scolastico offre ben tre aule, un ufficio, un magazzino, una fontana d’acqua e tre bagni. La scuola è situata vicino alla città di Kakata, più precisamente nella comunità di Fahn Jack, circa un’ora dalla capitale Monrovia. Questa comunità rurale non ha mai ricevuto i fondi necessari per costruire un edificio scolastico nel proprio territorio, per questo
motivo l’intervento di Street Child Italia e Fondazione Consulcesi è stato fondamentale. “In un mondo in cui ancora troppi bambini sono privati del diritto all’istruzione, la collaborazione è fondamentale: Street Child Italia e Fondazione Consulcesi dimostrano con questo progetto che è possibile fare la differenza. Unendo le forze e mettendo al centro i bisogni dei bambini”, ha commentato Roberta Giassetti, Direttrice di Street Child Italia.
Scuola di pace
“Siamo convinti che ancor più del contrasto alla povertà, il sostegno all’educazione sia un investimento sul futuro, capace di cambiare un popolo dalle radici e piantare i semi della democrazia e della pace”, ha commentato Simone Colombati, presidente della Fondazione Consulcesi. E così gli abitanti di Fahn Jack e dei villaggi vicini hanno iniziato ad arrivare. Tra loro, molti bambini in età scolare, genitori e anziani, tutti uniti dall’entusiasmo per questa nuova opportunità educativa. All’arrivo degli ospiti di Street Child e del ministro dell’Istruzione della Liberia, i bambini erano già impegnati in sessioni di apprendimento. Intorno al cortile della scuola, i genitori hanno celebrato il progetto con canti e strumenti tradizionali. La presenza di più di settanta bambini in età scolare e di numerosi residenti ha reso l’evento ancora più speciale. Un insegnante ha evidenziato che molti bambini che non frequentavano la scuola nei villaggi vicini si iscriveranno nel prossimo anno accademico. La cerimonia ufficiale è iniziata con la consegna delle chiavi della scuola. Andrew G. Tehmeh Direttore dei Lavori di costruzione Street Child Of Liberia ha consegnato
formalmente l’edificio al rappresentante dell’istruzione della Contea di Margibi Gayflor Mulbah. Mulbah ha poi consegnato le strutture all’autorità locale, rappresentata dal Capo Generale del Villaggio, che infine le ha affidate al capo  della comunità di Fahn Jack.
Impatto sulla comunità
Lo scorso gennaio Street Child of Liberia ha iniziato la costruzione di un edificio scolastico con tre aule e uno spazio per ufficio, grazie al finanziamento della Fondazione Consulcesi. All’inizio del progetto è seguita una intensa attività di sgombero del sito, rimozione di massi e piante, scavi e completamento della
sovrastruttura. La squadra di Street Child of Liberia ha effettuato visite settimanali di monitoraggio e supervisione della costruzione, coinvolgendo attivamente i membri della comunità nella fornitura di materiali locali. Nel frattempo, gli insegnanti hanno iniziato la formazione con la metodologia “Teaching at the Right Level”, che si concentra sui bisogni specifici di apprendimento dei bambini. Un’interessante opportunità è nata durante il progetto. Il governo tedesco ha finanziato le “soft activities” (trasporto e
istruzione degli insegnanti, consegna di school kits) delle scuole costruite in Liberia dal network globale di Street Child. Ciò ha permesso alla Fondazione Consulcesi di concentrarsi sulle “hard activities” (costruzione dell’edificio scolastico e servizi sanitari). Questo contributo ha avuto un impatto significativo non solo per gli studenti ma anche per l’intera comunità.
Sos Liberia

Intanto nel 2023, altri sei milioni di bambini sono precipitati nel baratro della fame nei dieci principali Paesi che stanno affrontando le peggiori crisi alimentari, con un aumento del 32% rispetto al 2022, secondo una nuova analisi di Save the Children. Da gennaio infatti, 5,8 milioni di bambini in più – circa 16.000 bambini al giorno – sono stati colpiti da malnutrizione cronica in Sudan, Somalia, Burundi, Gibuti, Gambia, Haiti, Libano, Liberia, Senegal e Malawi. Ciò è quanto risulta in base ai dati dell’Ipc, il sistema di classificazione integrata delle fasi della sicurezza alimentare. In totale, sono quindi circa 24 milioni i bambini stanno soffrendo la fame in questi Paesi. La Missione delle Nazioni Unite in Liberia (UNMIL dall’inglese United Nations Mission in Liberia) è stata una missione di peacekeeping. Conl‘obiettivo di monitorare l’accordo di cessate il fuoco in Liberia in seguito alle dimissioni del presidente Charles Taylor e alla conclusione della seconda guerra civile . È il più piccolo degli stati indipendenti dell’Africa, e deve il nome alle sue origini e alle prime vicende della sua storia, di cui sarà detto più avanti. Confini. Il territorio della Liberia è compreso fra il possedimento inglese di Sierra Leone a nord-ovest, la Guinea Francese a nord-est. La Liberia è una Repubblica presidenziale; l’attuale presidente è Joseph Boakai, in carica dal 22 gennaio 2024. È uno dei pochi Stati che concede la propria cittadinanza in base alle origini etniche. La Liberia, la più antica
repubblica africana, offre al visitatore montagne da scalare, città da esplorare, ampie spiagge sabbiose e parchi nazionali popolati da alcuni degli animali più significativi del continente.

Massimo Tortorella

Consulcesi Club, webinar e guida per riconoscere e tutelarsi da demansionamento

Spesso presentato come una situazione ‘momentanea e straordinaria’, il demansionamento finisce per diventare una routine e i professionisti sanitari non sanno come tutelarsi. Per esaminare risvolti legali e possibili azioni da intraprendere – si legge in una nota – Consulcesi Club ha realizzato la Guida
‘Demansionamento sul lavoro: guida legale per tutelarsi’, scaricabile online, che raccoglie l’expertise dei propri consulenti legali che, da anni, affrontano la tematica e ricevono richieste sul tema dai membri Club.
Con la costante carenza di personale sanitario – mancano 104mila medici (Anaao Assomed), oltre 200mila infermieri (Nursing Up) e 70mila operatori socio sanitari (Migep) – per assolvere i compiti necessari e garantire ai pazienti il trattamento migliore anche in emergenza, si è arrivati alla cronicizzazione del
fenomeno. La Guida è stata resa disponibile in occasione del webinar ‘Demansionamento professionale: diritti e tutele per i professionisti della sanit’ – disponibile sul sito di Consulcei Club – che ha visto, tra gli ospiti: Silvestro Giannantonio, responsabile comunicazione della Federazione Ordini professioni
infermieristiche (Fnopi); Francesco Del Rio, avvocato Consulcesi Club; Federico Fontana, psicologo del lavoro, e Simona Gori, responsabile Consulcesi Club.
Il demansionamento è l’assegnazione del lavoratore a compiti e mansioni comprese in un livello di inquadramento inferiore rispetto a quello contenuto nel proprio contratto di lavoro individuale. In situazioni di carenza di organico, “i sanitari, sia medici che infermieri – conferma Del Rio – vengono spesso
chiamati a supplire deficienze strutturali svolgendo mansioni incompatibili con il loro livello professionale.
E’ un problema molto sentito sia nel settore pubblico che privato, se svolto in maniera prevalente ed assorbente può portare alla richiesta di un risarcimento”. I medici suppliscono così a compiti prettamente infermieristici e, a loro volta, gli infermieri si ritrovano a svolgere funzioni di operatori socio sanitari (Oss)
nella gestione delle attività igienico-alberghiere del paziente.
E’ proprio il target delle professioni infermieristiche quello più colpito dal demansionamento, che rappresenta un grande ostacolo a quella formazione sempre più specialistica per cui gli Ordini professionali da tempo si battono. Nel webinar e nella Guida Consulcesi Club un focus è dedicato agli infermieri e alle
conseguenze di un demansionamento prolungato, condizione che, anche dal punto di vista psicologico, ha forti effetti sul lavoratore. Stress, frustrazione, rabbia e sindrome da burnout – informa la nota – sono tra le più riscontrate dagli psicologi del lavoro, che lo psicologo del lavoro ha esaminato con dovizia durante il webinar.
“I sanitari reagiscono al demansionamento con la sindrome da burnout – spiega lo psicologo Fontana – una manifestazione che porta ad ansia, disturbi del sonno, depressione, demotivazione, cinismo, oltre che a disturbi gastrointestinali, rabbia, frustrazione. Il motivo è nel fatto che lavorano con utenze difficili, i
pazienti. In più, in contesti organizzativi difficili, con turni lunghi, senza riposo e carenze di personale”. Sono effetti sulla salute mentale che entrano anche in tribunale, quando si raccolgono le prove.

Nella Guida e nel webinar Consulcesi Club i passaggi da seguire se si è vittima di demansionamento, per tutelarsi, precostituendosi correttamente gli elementi di prova del danno da dequalificazione professionale.
“E’ importante fornire delle prove solide – sottolinea l’avvocato Del Rio – in quanto il danno da demansionamento non è automatico e la sua prova deve essere data con allegazione di presunzioni precise, gravi e concordate su qualità e quantità dell’attività lavorativa svolta, il tipo e la natura della professionalità
rivestita, la durata del demansionamento, la diversa e nuova collocazione lavorativa assunta dopo l’avvenuta dequalificazione ed i solleciti rivolti ai superiori per lo spostamento a mansioni più consone”. Per questo si chiariscono, inoltre, le differenze con il fenomeno del mobbing, con un punto di attenzione su
come distinguere le due situazioni. “Consulcesi Club – evidenzia Gori – è pensato per rispondere a tutte le necessità del professionista della salute” e mette a disposizione dei suoi utenti consulenze legali illimitate e specializzate non solo su
demansionamento, ma anche su tante altre tematiche legate al mondo sanitario. “La soluzione Consulcesi Club – aggiunge – offre al sanitario tutela legale ed assicurativa, un catalogo di oltre 300 corsi Ecm accreditati per la propria formazione, contenuti di approfondimento ritagliati sulla singola professione –
guide, webinar ma anche podcast, video, ebook, infografiche, da vedere e rivedere – risorse e convenzioni per facilitare la vita personale e lavorativa”, oltre all’innovativo “‘Elenco professionisti sanitari’, una rete digitale – conclude Gori – che aumenta la visibilità dell’utente e crea contatti di alto valore professionale”.

Massimo Tortorella

Dengue, 10 regole per difendersi in viaggio: i consigli degli esperti

Cresce la preoccupazione anche in Italia per la febbre Dengue. Sono 24 le nuove infezioni in 1 mese riportate nell’ultimo bollettino dell’Istituto superiore di sanità. Nel mirino, l’epidemia record in Sudamerica:
oltre 3 milioni di casi dall’inizio di quest’anno, come riferisce l’Organizzazione mondiale della sanità. Da inizio 2024, sono 283 i casi confermati di Dengue segnalati all’Iss, con un picco tra i mesi di febbraio e aprile, tutti associati a viaggi all’estero.
Cos’è e cosa provoca la febbre Dengue
La febbre Dengue è una malattia infettiva diffusa dalla zanzara Aedes. Le manifestazioni del virus includono: febbre alta, mal di testa con dolore attorno e dietro agli occhi, forti dolori muscolari e alle articolazioni, nausea e vomito, e in alcuni casi un esantema diffuso che compare dopo 3-4 giorni dall’insorgenza della febbre. Di recente è stata segnalata una grande epidemia in Sudamerica, in particolare in Brasile e Argentina. La maggior parte dei casi si manifesta con una lieve malattia, simile a un’influenza. Il 5% dei pazienti è colpito da una forma più acuta, che può provocare complicazioni gravi con danni alle funzioni vitali degli organi, fino alla morte. La sua diffusione è preoccupante anche in Paesi come l’Italia, dove – pur se assente la zanzara Aedes – la presenza della zanzara tigre aumenta il rischio di trasmissione locale, in quanto anche quest’ultima può fungere da vettore. Nel 2023, infatti, i casi autoctoni di Dengue in
Italia sono stati 82.
Cosa sapere e come comportarsi: il decalogo per chi si sposta
Da un corso diretto ai medici (‘Febbre Dengue: facciamo chiarezza’ – 1.5 Ecm)  tenuto da Massimo Andreoni, direttore scientifico della Società italiana di malattie infettive e tropicali (Simit) e organizzato da Consulcesi Club, sono arrivati preziosi consigli per i viaggiatori e coloro che ritornano da zone a rischio di febbre Dengue.
Per soggiorni brevi, sono consigliati repellenti cutanei, abbigliamento protettivo e altre misure cautelative per ridurre il rischio di punture di zanzare; abiti, vestiti a manica lunga, pantaloni lunghi soprattutto nelle ore in cui le zanzare sono più aggressive, quindi la mattina presto oppure nella tarda serata. Preferire colori chiari perché non è amato dalle zanzare. Per chi rientra da zone a rischio è essenziale essere consapevoli dei sintomi e consultare immediatamente un medico in caso di manifestazione entro cinque-sei giorni dal ritorno da viaggi in zone endemiche.
Il ruolo fondamentale di istituzioni e medici
Andreoni ha anche dato delle raccomandazioni rivolte alle Istituzioni e alle strutture Sanitarie. Tra queste:
vaccinazione, quando si viaggia in zone ad alta endemia come il Brasile per lavoro, la vaccinazione è raccomandata come prima indicazione.
In Italia – continua il decalogo – è fondamentale adottare misure di controllo ambientale per prevenire la trasmissione locale della malattia. Questo include l’isolamento dei pazienti infetti, la disinfestazioneambientale e il monitoraggio attivo dei casi. Altro consiglio è il monitoraggio attivo dei casi: è essenziale che
i medici di medicina generale siano in grado di individuare precocemente i casi di dengue, tenendo comunque presente che il 50% dei soggetti infettati rimangono asintomatici.
Nella comunicazione medico-paziente, ai primi sintomi sospetti bisogna parlare con il proprio medico curante. Ricordargli che si è rientrati da un viaggio in una zona in cui c’era endemicamente la dengue.
Questo è molto importante, perché oltre a essere curati in maniera tempestiva, riduciamo la diffusione.
Infatti, il paziente deve fare attenzione ed evitare di essere punto da una zanzara che può trasmettere la malattia ad altre persone. Per contrastare l’endemicità in Italia, le strategie richiedono un approccio complesso e mirato. È fondamentale ridurre al minimo la circolazione delle zanzare attraverso la disinfestazione ambientale e il monitoraggio attivo dei casi di dengue. Nella gestione dei pazienti contagiati, quando si identifica un paziente infetto, è cruciale l’isolamento per prevenire ulteriori punture di zanzara che potrebbero trasmettere la malattia ad altre persone. E’ anche importante bonificare l’ambiente in cui il paziente vive, utilizzando insetticidi per eliminare le zanzare.
Sul coinvolgimento delle autorità sanitarie, è necessario un coordinamento internazionale stretto tra autorità sanitarie, operatori sanitari e cittadini per implementare efficacemente le misure preventive e di controllo della dengue. L’ultimo punto riguarda l’informazione e la sensibilizzazione, cioè educare la
popolazione sull’importanza della prevenzione della dengue e sulle misure da adottare per proteggere sé stessi e gli altri dalla malattia. Per informare i pazienti, è necessario innanzitutto formare i medici e i professionisti sanitari.

Massimo Tortorella

Consulcesi lancia ‘Club infermieri’, supporto concreto digitale e smart

Supportare gli infermieri a pianificare e organizzare al meglio, e con maggiore serenità, la propria vita professionale, senza dimenticare quella privata, con una soluzione personalizzata, digitale e Smart. È la soluzione ‘Club infermieri’ messa a punto da Consulcesi. Dalla carenza di personale alla mancanza di organizzazione e ai turni logoranti, dal carico di responsabilità agli stipendi ancora sotto la media Ue fino al conseguente stress psico-fisico – si legge in una nota – sono ancora tante le questioni irrisolte che oggi le professioni infermieristiche devono affrontare, in un contesto nazionale che, da una parte, vede un gap di oltre 60 mila unità (Rapporto Crea Sanità) e, dall’altra, certifica che quella degli infermieri è la categoria sanitaria più esposta a rischi sul lavoro (Rapporto Inail 2023). Con gli investimenti del Pnrr è stato finalmente messo in atto quel procedimento di centralizzazione del territorio e dell’assistenza di prossimità che da anni si richiedeva. L’infermiere dovrà svolgere un ruolo fondamentale nella gestione dell’iter assistenziale del paziente, sia nelle Case di comunità che fuori, integrandosi sempre più nei team multidisciplinari. Si tratta di un’occasione tangibile per trasformare la professione infermieristica,
investendo nella specializzazione e nelle nuove competenze.
“Responsabilità, connessione e gestione sono le parole chiave del cambiamento, ma anche le linee guida che hanno portato Consulcesi al lancio di Club Infermieri – illustra Simona Gori, responsabile Consulcesi Club – una soluzione concreta, pratica e smart, anche nel prezzo, che pone al centro una categoria professionale che rappresenta la spina dorsale del nostro Servizio sanitario nazionale”. Si tratta di “una piattaforma digitale, semplice e funzionale, nata proprio con l’obiettivo di supportare gli infermieri a pianificare e organizzare al meglio, e con maggiore serenità, la propria vita professionale, senza dimenticare quella privata”.
Come? “Attraverso un set di servizi pensati per loro – aggiunge Gori – Dalla possibilità di informarsi e aggiornarsi costantemente e in modo semplice e veloce grazie a contenuti innovativi – quali guide, podcast, video, infografiche ed e-book – consultabili e scaricabili in ogni momento, alle risorse pratiche e funzionali –
tool, calcolatori e moduli facsimile – per affrontare e risolvere agilmente e tempestivamente ogni esigenza concreta, professionale e personale”.

E per sentirsi più sicuri al lavoro Club Infermieri mette a disposizione la Polizza Tutela Legale con la migliore assistenza e difesa, sia stragiudiziale che giudiziale, con la garanzia di rimborso delle spese legali, peritali e processuali. Una protezione a 360 gradi, sicura e conveniente, con massimale annuo illimitato, nessun anticipo o franchigia e copertura dalla data del sinistro. Per offrire, invece, un supporto alla valorizzazione della professione infermieristica, c’è ‘Elenco professionisti sanitari’, il servizio che consente di pubblicare la
propria scheda professionale per aumentare la propria visibilità online, condividere competenze ed esperienza con i colleghi e in ottica interdisciplinare. Uno strumento attraverso il quale è possibile intercettare nuove opportunità professionali.
Club Infermieri – conclude la nota – non trascura il work-life balance, esplorando aspetti più propriamente legati alla sfera privata con l’obiettivo di offrire soluzioni economicamente vantaggiose. Grazie a convenzioni esclusive, gli infermieri hanno a disposizione oltre 12 mila codici sconto e coupon per acquisti
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Massimo Tortorella

Liberia, prima scuola per i bambini di Fahn Jack grazie a due ong

Alle bambine e ai bambini della remota comunità di Fahn Jack in Liberia era quasi negato l’accesso all’istruzione primaria. Sei miglia al giorno (quasi 10 km) da percorrere a piedi per raggiungere la scuola più vicina scoraggiavano la maggior parte degli abitanti locali, che presentavano infatti un tasso di assenteismo scolastico altissimo.
Street Child Italia e Fondazione Consulcesi sono pertanto orgogliose di annunciare l’inaugurazione della prima scuola nella comunità di Fahn Jack, grazie al progetto “Una scuola in Liberia” che rappresenta un passo fondamentale verso il miglioramento dell’istruzione per i bambini e il futuro della Liberia.
Il nuovo edificio scolastico offre ben tre aule, un ufficio, un magazzino, una fontana d’acqua e tre bagni. La scuola è situata vicino alla città di Kakata, più precisamente nella comunità di Fahn Jack, circa un’ora dalla capitale Monrovia. Questa comunità rurale non ha mai ricevuto i fondi necessari per costruire un edificio scolastico nel proprio territorio, per questo motivo l’intervento di Street Child Italia e Fondazione Consulcesi è stato fondamentale.
“In un mondo in cui ancora troppi bambini sono privati del diritto all’istruzione, la collaborazione è fondamentale: Street Child Italia e Fondazione Consulcesi dimostrano con questo progetto che è possibile fare la differenza, unendo le forze e mettendo al centro i bisogni dei bambini”, ha commentato Roberta Giassetti, Direttrice di Street Child Italia.
“Siamo convinti che ancor più del contrasto alla povertà, il sostegno all’educazione sia un investimento sul futuro, capace di cambiare un popolo dalle radici e piantare i semi della democrazia e della pace” ha commentato Simone Colombati, Presidente della Fondazione Consulcesi.
Dalle 10 di oggi, gli abitanti di Fahn Jack e dei villaggi vicini hanno iniziato ad arrivare. Tra loro, molti bambini in età scolare, genitori e anziani, tutti uniti dall’entusiasmo per questa nuova opportunità educativa. All’arrivo degli ospiti di Street Child e del Ministro dell’Istruzione della Liberia, i bambini erano
già impegnati in sessioni di apprendimento.
Intorno al cortile della scuola, i genitori hanno celebrato il progetto con canti e strumenti tradizionali. La presenza di più di settanta bambini in età scolare e di numerosi residenti ha reso l’evento ancora più speciale. Un insegnante ha evidenziato che molti bambini che non frequentavano la scuola nei villaggi vicini
si iscriveranno nel prossimo anno accademico. La cerimonia ufficiale è iniziata con la consegna delle chiavi della scuola: Andrew G. Tehmeh Direttore dei Lavori di costruzione Street Child Of Liberia ha consegnato formalmente l’edificio al Rappresentante dell’Istruzione della Contea di Margibi Gayflor Mulbah. Mulbah ha poi consegnato le strutture all’autorità locale, rappresentata dal Capo Generale del Villaggio, che infine le ha affidate al capo della comunità di Fahn Jack.

A gennaio 2024, Street Child of Liberia ha iniziato la costruzione di un edificio scolastico con tre aule e uno spazio per ufficio, grazie al finanziamento della Fondazione Consulcesi. All’inizio del progetto è seguita una intensa attività di sgombero del sito, rimozione di massi e piante, scavi e completamento della
sovrastruttura. La squadra di Street Child of Liberia ha effettuato visite settimanali di monitoraggio e supervisione della costruzione, coinvolgendo attivamente i membri della comunità nella fornitura di materiali locali. Nel frattempo, gli insegnanti hanno iniziato la formazione con la metodologia “Teaching at the Right Level”, che si concentra sui bisogni specifici di apprendimento dei bambini.
Un’interessante opportunità è nata durante il progetto: il governo tedesco ha finanziato le “soft activities” (trasporto e istruzione degli insegnanti, consegna di school kits) delle scuole costruite in Liberia dal network globale di Street Child. Ciò ha permesso alla Fondazione Consulcesi di concentrarsi sulle “hard activities”
(costruzione dell’edificio scolastico e servizi sanitari). Questo contributo ha avuto un impatto significativo non solo per gli studenti ma anche per l’intera comunità.

Massimo Tortorella

Vermocane, ricci, tracine e meduse, un corso su pericoli e rimedi

Dal vermocane ai ricci di mare, dalle meduse alle spugne, le acque del mar Mediterraneo ospitano una vasta gamma di nuovi organismi che possono provocare reazioni avverse o addirittura avvelenamento. Il nostro mare muta a causa il cambiamento climatico e con esso i suoi abitanti. Quindi, prima ancora dei pazienti, è fondamentale che i medici e tutti gli operatori sanitari siano immediatamente aggiornati sui nuovi pericoli che arrivano dai fondali marini. Per questo motivo sulla piattaforma Consulcesi Club è disponibile il corso multimediale “Animali e organismi marini: pericoli e rimedi”, obiettivo: fornire un aggiornamento puntale ed esaustivo sulle tecniche di primo soccorso indispensabili per intervenire nei casi di intossicazione o trauma causati dal vermocane e dagli altri animali marini diffusi nel Mediterraneo. Il
corso di educazione continua in medicina è rivolto a medici, infermieri e tutti i professionisti sanitari.
All’interno del corso – riporta una nota – si trovano utili raccomandazioni su come comportarsi, a cura di Daniele Manno, istruttore di Remote e Military Life Support) e del professor Giuseppe Petrella, Università degli Studi di Roma Tor Vergata. Queste le indicazioni principali sui pericoli al mare: se ci si imbatte in un vermocane, il cui veleno provoca bruciore, eritema, prurito e intorpidimento, occorre rimuovere setole infisse nella cute, applicare aceto, ammoniaca o soluzioni di bicarbonato, anestetici locali, cortisonici e antibiotici. Nel caso della medusa, il veleno provoca dolore urente, eritema diffuso e possibile edema. Le
cose da non fare: sciacquare con acqua dolce, grattare, coprire con ghiaccio, esporre la pelle al sole e applicare creme cortisoniche. Al contrario, occorre sciacquare con acqua di mare, rimuovere nematocisti e filamenti con il dorso di un coltello, usare aceto da cucina, usare cloruro di alluminio, usare rocce o sabbia calde (le tossine delle meduse sono termolabili).
Le spine del riccio di mare possono provocare noduli, edema, scleroderma. In tal caso il trattamento prevede impacchi di aceto, immersione nell’aceto, intervento chirurgico (in casi estremi) se i frammenti di spina sono infissi profondamente, inoltre è suggerita l’antitetanica. E ancora: la puntura di tracina causa
dolore che può durare per giorni, possibili convulsioni e sincopi, eritema, edema ed ecchimosi multiple. Il trattamento – spiegano da Consulcesi Club – consiste nell’applicare cloruro di alluminio, suggerite copertura antibiotica e profilassi antitetanica. “È importante che anche i professionisti sanitari siano preparati e
sempre aggiornati per affrontare al meglio queste sfide con competenza e sicurezza, sia che si tratti di prestare pronto soccorso dopo una puntura di medusa o di diagnosticare e trattare un avvelenamento da tossine marine – commenta Daniele Manno, istruttore di Remote e Military Life Support nel nuovo corso Consulcesi – Inoltre, i professionisti della salute devono essere in grado di comunicare in maniera chiara le raccomandazioni su come comportarsi nei diversi scenari ai pazienti che si preparano a partire per le vacanze. Solo così possiamo godere appieno delle meraviglie del Mediterraneo, in tutta sicurezza”.

Massimo Tortorella

Legali Consulcesi: “Più azioni su emergenza clima”

“Le sempre più numerose azioni legali portate avanti dai cittadini, per chiedere ad Istituzioni pubbliche e private risposte e prese di responsabilità per l’emergenza climatica in corso, stanno contribuendo a rafforzare la consapevolezza del diritto a vivere in un ambiente ‘pulito, sano e sostenibile’. Un diritto riconosciuto come universale dalle Nazioni unite ma ancora troppo spesso negato, anche in Italia”. È la riflessione, in occasione della Giornata mondiale dell’Ambiente 2024, dei legali Consulcesi, network internazionale impegnato nella tutela dei diritti dei cittadini, che sta portando avanti l’azione collettiva Aria
pulita.
Secondo gli ultimi dati contenuti nel Global Climate Litigation Report: 2023 dell’Unep (il programma per l’ambiente delle Nazioni unite) negli ultimi 5 anni il numero di azioni legali in materia di giustizia climatica è più che raddoppiato, passando da 884 nel 2017 a 2.180 nel 2022. Come emerge ancora dal rapporto – si
legge in una nota – le corti internazionali si dimostrano sempre più a sostegno della protezione dell’ambiente e della salute umana, riconoscendo il legame tra la violazione di diritti fondamentali e la mancata o insufficiente azione degli Stati nel contrastare la crisi ambientale e climatica.
“Sempre più istituzioni giudiziarie, basti pensare alle due recenti pronunce della Cedu e del Tribunale del Mare – osserva Bruno Borin, a capo del team legale di Consulcesi – confermano che gli Stati, in quanto garanti dei diritti umani fondamentali – come il diritto alla vita, alla salute, a un ambiente sano e a un clima sicuro – hanno la responsabilità di agire. Di fronte agli allarmanti dati sulle problematiche ambientali – dall’inquinamento dell’aria al riscaldamento globale fino ai più recenti eventi climatici estremi – è lecito e doveroso da parte dei cittadini chiedersi, e chiedere ai giudici, se le politiche nazionali applicate siano
realmente efficaci nel raggiungere gli obiettivi climatici stabiliti”.
Consulcesi, “attraverso l’azione collettiva Aria pulita – aggiunge Borin – ribadisce la necessità di fare di più per ripristinare l’ambiente a partire dall’inquinamento atmosferico. Lo smog, infatti, rappresenta un’emergenza sanitaria e ambientale che ogni anno solo in Italia causa 80mila decessi prematuri all’anno,
oltre che aggravare patologie e pesare sulla spesa sanitaria pubblica. Milioni di cittadini in Italia hanno respirato e continuano a respirare ‘aria avvelenata’, vedendosi negato il diritto a vivere in un ambiente salubre”, sottolinea il legale Consulcesi ricordando le due storiche sentenze (del 10/11/2020 e del
12/05/2022) della Corte di Giustizia Europea. Attraverso queste, la Corte Ue ha richiamato e poi condannato l’Italia per aver superato i limiti stabiliti per Pm10 e NO2 nell’aria dalla Direttiva 2008/50/CE (recepita nel Decreto legislativo n.155/2010).
Per dare voce alla preoccupazione dei cittadini – ricorda la nota – il team di legali Consulcesi ha deciso di avviare un’azione collettiva denominata Aria pulita, volta a chiedere un risarcimento e più tutele per la salute di tutti. In totale, sono circa 40 milioni i cittadini costretti a respirare aria malsana e potenzialmente
dannosa per la salute e che, per questo, possono richiedere un risarcimento allo Stato e alle Regioni, aderendo ad Aria Pulita. Partecipando all’azione collettiva si avrà quindi, non solo, la possibilità di ottenere un risarcimento equo per la violazione del diritto a vivere in un ambiente salubre, ma anche di prendere in
mano la salute propria e quella dei propri cari. Per aderire basta dimostrare, attraverso un certificato storico di residenza, di aver risieduto tra il 2008 e il 2018 in uno o più dei territori coinvolti. Per scoprire se e come partecipare all’azione legale, Consulcesi mette a disposizione il sito aria-pulita.it.

Massimo Tortorella