Consulcesi Club, webinar e guida per riconoscere e tutelarsi da demansionamento

Spesso presentato come una situazione ‘momentanea e straordinaria’, il demansionamento finisce per diventare una routine e i professionisti sanitari non sanno come tutelarsi. Per esaminare risvolti legali e possibili azioni da intraprendere – si legge in una nota – Consulcesi Club ha realizzato la Guida
‘Demansionamento sul lavoro: guida legale per tutelarsi’, scaricabile online, che raccoglie l’expertise dei propri consulenti legali che, da anni, affrontano la tematica e ricevono richieste sul tema dai membri Club.
Con la costante carenza di personale sanitario – mancano 104mila medici (Anaao Assomed), oltre 200mila infermieri (Nursing Up) e 70mila operatori socio sanitari (Migep) – per assolvere i compiti necessari e garantire ai pazienti il trattamento migliore anche in emergenza, si è arrivati alla cronicizzazione del
fenomeno. La Guida è stata resa disponibile in occasione del webinar ‘Demansionamento professionale: diritti e tutele per i professionisti della sanit’ – disponibile sul sito di Consulcei Club – che ha visto, tra gli ospiti: Silvestro Giannantonio, responsabile comunicazione della Federazione Ordini professioni
infermieristiche (Fnopi); Francesco Del Rio, avvocato Consulcesi Club; Federico Fontana, psicologo del lavoro, e Simona Gori, responsabile Consulcesi Club.
Il demansionamento è l’assegnazione del lavoratore a compiti e mansioni comprese in un livello di inquadramento inferiore rispetto a quello contenuto nel proprio contratto di lavoro individuale. In situazioni di carenza di organico, “i sanitari, sia medici che infermieri – conferma Del Rio – vengono spesso
chiamati a supplire deficienze strutturali svolgendo mansioni incompatibili con il loro livello professionale.
E’ un problema molto sentito sia nel settore pubblico che privato, se svolto in maniera prevalente ed assorbente può portare alla richiesta di un risarcimento”. I medici suppliscono così a compiti prettamente infermieristici e, a loro volta, gli infermieri si ritrovano a svolgere funzioni di operatori socio sanitari (Oss)
nella gestione delle attività igienico-alberghiere del paziente.
E’ proprio il target delle professioni infermieristiche quello più colpito dal demansionamento, che rappresenta un grande ostacolo a quella formazione sempre più specialistica per cui gli Ordini professionali da tempo si battono. Nel webinar e nella Guida Consulcesi Club un focus è dedicato agli infermieri e alle
conseguenze di un demansionamento prolungato, condizione che, anche dal punto di vista psicologico, ha forti effetti sul lavoratore. Stress, frustrazione, rabbia e sindrome da burnout – informa la nota – sono tra le più riscontrate dagli psicologi del lavoro, che lo psicologo del lavoro ha esaminato con dovizia durante il webinar.
“I sanitari reagiscono al demansionamento con la sindrome da burnout – spiega lo psicologo Fontana – una manifestazione che porta ad ansia, disturbi del sonno, depressione, demotivazione, cinismo, oltre che a disturbi gastrointestinali, rabbia, frustrazione. Il motivo è nel fatto che lavorano con utenze difficili, i
pazienti. In più, in contesti organizzativi difficili, con turni lunghi, senza riposo e carenze di personale”. Sono effetti sulla salute mentale che entrano anche in tribunale, quando si raccolgono le prove.

Nella Guida e nel webinar Consulcesi Club i passaggi da seguire se si è vittima di demansionamento, per tutelarsi, precostituendosi correttamente gli elementi di prova del danno da dequalificazione professionale.
“E’ importante fornire delle prove solide – sottolinea l’avvocato Del Rio – in quanto il danno da demansionamento non è automatico e la sua prova deve essere data con allegazione di presunzioni precise, gravi e concordate su qualità e quantità dell’attività lavorativa svolta, il tipo e la natura della professionalità
rivestita, la durata del demansionamento, la diversa e nuova collocazione lavorativa assunta dopo l’avvenuta dequalificazione ed i solleciti rivolti ai superiori per lo spostamento a mansioni più consone”. Per questo si chiariscono, inoltre, le differenze con il fenomeno del mobbing, con un punto di attenzione su
come distinguere le due situazioni. “Consulcesi Club – evidenzia Gori – è pensato per rispondere a tutte le necessità del professionista della salute” e mette a disposizione dei suoi utenti consulenze legali illimitate e specializzate non solo su
demansionamento, ma anche su tante altre tematiche legate al mondo sanitario. “La soluzione Consulcesi Club – aggiunge – offre al sanitario tutela legale ed assicurativa, un catalogo di oltre 300 corsi Ecm accreditati per la propria formazione, contenuti di approfondimento ritagliati sulla singola professione –
guide, webinar ma anche podcast, video, ebook, infografiche, da vedere e rivedere – risorse e convenzioni per facilitare la vita personale e lavorativa”, oltre all’innovativo “‘Elenco professionisti sanitari’, una rete digitale – conclude Gori – che aumenta la visibilità dell’utente e crea contatti di alto valore professionale”.

Massimo Tortorella

Dengue, 10 regole per difendersi in viaggio: i consigli degli esperti

Cresce la preoccupazione anche in Italia per la febbre Dengue. Sono 24 le nuove infezioni in 1 mese riportate nell’ultimo bollettino dell’Istituto superiore di sanità. Nel mirino, l’epidemia record in Sudamerica:
oltre 3 milioni di casi dall’inizio di quest’anno, come riferisce l’Organizzazione mondiale della sanità. Da inizio 2024, sono 283 i casi confermati di Dengue segnalati all’Iss, con un picco tra i mesi di febbraio e aprile, tutti associati a viaggi all’estero.
Cos’è e cosa provoca la febbre Dengue
La febbre Dengue è una malattia infettiva diffusa dalla zanzara Aedes. Le manifestazioni del virus includono: febbre alta, mal di testa con dolore attorno e dietro agli occhi, forti dolori muscolari e alle articolazioni, nausea e vomito, e in alcuni casi un esantema diffuso che compare dopo 3-4 giorni dall’insorgenza della febbre. Di recente è stata segnalata una grande epidemia in Sudamerica, in particolare in Brasile e Argentina. La maggior parte dei casi si manifesta con una lieve malattia, simile a un’influenza. Il 5% dei pazienti è colpito da una forma più acuta, che può provocare complicazioni gravi con danni alle funzioni vitali degli organi, fino alla morte. La sua diffusione è preoccupante anche in Paesi come l’Italia, dove – pur se assente la zanzara Aedes – la presenza della zanzara tigre aumenta il rischio di trasmissione locale, in quanto anche quest’ultima può fungere da vettore. Nel 2023, infatti, i casi autoctoni di Dengue in
Italia sono stati 82.
Cosa sapere e come comportarsi: il decalogo per chi si sposta
Da un corso diretto ai medici (‘Febbre Dengue: facciamo chiarezza’ – 1.5 Ecm)  tenuto da Massimo Andreoni, direttore scientifico della Società italiana di malattie infettive e tropicali (Simit) e organizzato da Consulcesi Club, sono arrivati preziosi consigli per i viaggiatori e coloro che ritornano da zone a rischio di febbre Dengue.
Per soggiorni brevi, sono consigliati repellenti cutanei, abbigliamento protettivo e altre misure cautelative per ridurre il rischio di punture di zanzare; abiti, vestiti a manica lunga, pantaloni lunghi soprattutto nelle ore in cui le zanzare sono più aggressive, quindi la mattina presto oppure nella tarda serata. Preferire colori chiari perché non è amato dalle zanzare. Per chi rientra da zone a rischio è essenziale essere consapevoli dei sintomi e consultare immediatamente un medico in caso di manifestazione entro cinque-sei giorni dal ritorno da viaggi in zone endemiche.
Il ruolo fondamentale di istituzioni e medici
Andreoni ha anche dato delle raccomandazioni rivolte alle Istituzioni e alle strutture Sanitarie. Tra queste:
vaccinazione, quando si viaggia in zone ad alta endemia come il Brasile per lavoro, la vaccinazione è raccomandata come prima indicazione.
In Italia – continua il decalogo – è fondamentale adottare misure di controllo ambientale per prevenire la trasmissione locale della malattia. Questo include l’isolamento dei pazienti infetti, la disinfestazioneambientale e il monitoraggio attivo dei casi. Altro consiglio è il monitoraggio attivo dei casi: è essenziale che
i medici di medicina generale siano in grado di individuare precocemente i casi di dengue, tenendo comunque presente che il 50% dei soggetti infettati rimangono asintomatici.
Nella comunicazione medico-paziente, ai primi sintomi sospetti bisogna parlare con il proprio medico curante. Ricordargli che si è rientrati da un viaggio in una zona in cui c’era endemicamente la dengue.
Questo è molto importante, perché oltre a essere curati in maniera tempestiva, riduciamo la diffusione.
Infatti, il paziente deve fare attenzione ed evitare di essere punto da una zanzara che può trasmettere la malattia ad altre persone. Per contrastare l’endemicità in Italia, le strategie richiedono un approccio complesso e mirato. È fondamentale ridurre al minimo la circolazione delle zanzare attraverso la disinfestazione ambientale e il monitoraggio attivo dei casi di dengue. Nella gestione dei pazienti contagiati, quando si identifica un paziente infetto, è cruciale l’isolamento per prevenire ulteriori punture di zanzara che potrebbero trasmettere la malattia ad altre persone. E’ anche importante bonificare l’ambiente in cui il paziente vive, utilizzando insetticidi per eliminare le zanzare.
Sul coinvolgimento delle autorità sanitarie, è necessario un coordinamento internazionale stretto tra autorità sanitarie, operatori sanitari e cittadini per implementare efficacemente le misure preventive e di controllo della dengue. L’ultimo punto riguarda l’informazione e la sensibilizzazione, cioè educare la
popolazione sull’importanza della prevenzione della dengue e sulle misure da adottare per proteggere sé stessi e gli altri dalla malattia. Per informare i pazienti, è necessario innanzitutto formare i medici e i professionisti sanitari.

Massimo Tortorella

Consulcesi lancia ‘Club infermieri’, supporto concreto digitale e smart

Supportare gli infermieri a pianificare e organizzare al meglio, e con maggiore serenità, la propria vita professionale, senza dimenticare quella privata, con una soluzione personalizzata, digitale e Smart. È la soluzione ‘Club infermieri’ messa a punto da Consulcesi. Dalla carenza di personale alla mancanza di organizzazione e ai turni logoranti, dal carico di responsabilità agli stipendi ancora sotto la media Ue fino al conseguente stress psico-fisico – si legge in una nota – sono ancora tante le questioni irrisolte che oggi le professioni infermieristiche devono affrontare, in un contesto nazionale che, da una parte, vede un gap di oltre 60 mila unità (Rapporto Crea Sanità) e, dall’altra, certifica che quella degli infermieri è la categoria sanitaria più esposta a rischi sul lavoro (Rapporto Inail 2023). Con gli investimenti del Pnrr è stato finalmente messo in atto quel procedimento di centralizzazione del territorio e dell’assistenza di prossimità che da anni si richiedeva. L’infermiere dovrà svolgere un ruolo fondamentale nella gestione dell’iter assistenziale del paziente, sia nelle Case di comunità che fuori, integrandosi sempre più nei team multidisciplinari. Si tratta di un’occasione tangibile per trasformare la professione infermieristica,
investendo nella specializzazione e nelle nuove competenze.
“Responsabilità, connessione e gestione sono le parole chiave del cambiamento, ma anche le linee guida che hanno portato Consulcesi al lancio di Club Infermieri – illustra Simona Gori, responsabile Consulcesi Club – una soluzione concreta, pratica e smart, anche nel prezzo, che pone al centro una categoria professionale che rappresenta la spina dorsale del nostro Servizio sanitario nazionale”. Si tratta di “una piattaforma digitale, semplice e funzionale, nata proprio con l’obiettivo di supportare gli infermieri a pianificare e organizzare al meglio, e con maggiore serenità, la propria vita professionale, senza dimenticare quella privata”.
Come? “Attraverso un set di servizi pensati per loro – aggiunge Gori – Dalla possibilità di informarsi e aggiornarsi costantemente e in modo semplice e veloce grazie a contenuti innovativi – quali guide, podcast, video, infografiche ed e-book – consultabili e scaricabili in ogni momento, alle risorse pratiche e funzionali –
tool, calcolatori e moduli facsimile – per affrontare e risolvere agilmente e tempestivamente ogni esigenza concreta, professionale e personale”.

E per sentirsi più sicuri al lavoro Club Infermieri mette a disposizione la Polizza Tutela Legale con la migliore assistenza e difesa, sia stragiudiziale che giudiziale, con la garanzia di rimborso delle spese legali, peritali e processuali. Una protezione a 360 gradi, sicura e conveniente, con massimale annuo illimitato, nessun anticipo o franchigia e copertura dalla data del sinistro. Per offrire, invece, un supporto alla valorizzazione della professione infermieristica, c’è ‘Elenco professionisti sanitari’, il servizio che consente di pubblicare la
propria scheda professionale per aumentare la propria visibilità online, condividere competenze ed esperienza con i colleghi e in ottica interdisciplinare. Uno strumento attraverso il quale è possibile intercettare nuove opportunità professionali.
Club Infermieri – conclude la nota – non trascura il work-life balance, esplorando aspetti più propriamente legati alla sfera privata con l’obiettivo di offrire soluzioni economicamente vantaggiose. Grazie a convenzioni esclusive, gli infermieri hanno a disposizione oltre 12 mila codici sconto e coupon per acquisti
online convenienti in più di 700 negozi dei più svariati brand: moda, elettronica e informatica, voli, hotel e viaggi, cibo e vino, farmacia e molto altro. In più, convenzioni e vantaggi ad hoc per l’energia elettrica e il gas per la casa e lo studio e per il noleggio auto e veicoli commerciali. Un universo di promozioni per supportare concretamente la vita di una categoria professionale fondamentale per l’intero sistema salute.

Massimo Tortorella

Liberia, prima scuola per i bambini di Fahn Jack grazie a due ong

Alle bambine e ai bambini della remota comunità di Fahn Jack in Liberia era quasi negato l’accesso all’istruzione primaria. Sei miglia al giorno (quasi 10 km) da percorrere a piedi per raggiungere la scuola più vicina scoraggiavano la maggior parte degli abitanti locali, che presentavano infatti un tasso di assenteismo scolastico altissimo.
Street Child Italia e Fondazione Consulcesi sono pertanto orgogliose di annunciare l’inaugurazione della prima scuola nella comunità di Fahn Jack, grazie al progetto “Una scuola in Liberia” che rappresenta un passo fondamentale verso il miglioramento dell’istruzione per i bambini e il futuro della Liberia.
Il nuovo edificio scolastico offre ben tre aule, un ufficio, un magazzino, una fontana d’acqua e tre bagni. La scuola è situata vicino alla città di Kakata, più precisamente nella comunità di Fahn Jack, circa un’ora dalla capitale Monrovia. Questa comunità rurale non ha mai ricevuto i fondi necessari per costruire un edificio scolastico nel proprio territorio, per questo motivo l’intervento di Street Child Italia e Fondazione Consulcesi è stato fondamentale.
“In un mondo in cui ancora troppi bambini sono privati del diritto all’istruzione, la collaborazione è fondamentale: Street Child Italia e Fondazione Consulcesi dimostrano con questo progetto che è possibile fare la differenza, unendo le forze e mettendo al centro i bisogni dei bambini”, ha commentato Roberta Giassetti, Direttrice di Street Child Italia.
“Siamo convinti che ancor più del contrasto alla povertà, il sostegno all’educazione sia un investimento sul futuro, capace di cambiare un popolo dalle radici e piantare i semi della democrazia e della pace” ha commentato Simone Colombati, Presidente della Fondazione Consulcesi.
Dalle 10 di oggi, gli abitanti di Fahn Jack e dei villaggi vicini hanno iniziato ad arrivare. Tra loro, molti bambini in età scolare, genitori e anziani, tutti uniti dall’entusiasmo per questa nuova opportunità educativa. All’arrivo degli ospiti di Street Child e del Ministro dell’Istruzione della Liberia, i bambini erano
già impegnati in sessioni di apprendimento.
Intorno al cortile della scuola, i genitori hanno celebrato il progetto con canti e strumenti tradizionali. La presenza di più di settanta bambini in età scolare e di numerosi residenti ha reso l’evento ancora più speciale. Un insegnante ha evidenziato che molti bambini che non frequentavano la scuola nei villaggi vicini
si iscriveranno nel prossimo anno accademico. La cerimonia ufficiale è iniziata con la consegna delle chiavi della scuola: Andrew G. Tehmeh Direttore dei Lavori di costruzione Street Child Of Liberia ha consegnato formalmente l’edificio al Rappresentante dell’Istruzione della Contea di Margibi Gayflor Mulbah. Mulbah ha poi consegnato le strutture all’autorità locale, rappresentata dal Capo Generale del Villaggio, che infine le ha affidate al capo della comunità di Fahn Jack.

A gennaio 2024, Street Child of Liberia ha iniziato la costruzione di un edificio scolastico con tre aule e uno spazio per ufficio, grazie al finanziamento della Fondazione Consulcesi. All’inizio del progetto è seguita una intensa attività di sgombero del sito, rimozione di massi e piante, scavi e completamento della
sovrastruttura. La squadra di Street Child of Liberia ha effettuato visite settimanali di monitoraggio e supervisione della costruzione, coinvolgendo attivamente i membri della comunità nella fornitura di materiali locali. Nel frattempo, gli insegnanti hanno iniziato la formazione con la metodologia “Teaching at the Right Level”, che si concentra sui bisogni specifici di apprendimento dei bambini.
Un’interessante opportunità è nata durante il progetto: il governo tedesco ha finanziato le “soft activities” (trasporto e istruzione degli insegnanti, consegna di school kits) delle scuole costruite in Liberia dal network globale di Street Child. Ciò ha permesso alla Fondazione Consulcesi di concentrarsi sulle “hard activities”
(costruzione dell’edificio scolastico e servizi sanitari). Questo contributo ha avuto un impatto significativo non solo per gli studenti ma anche per l’intera comunità.

Massimo Tortorella

Vermocane, ricci, tracine e meduse, un corso su pericoli e rimedi

Dal vermocane ai ricci di mare, dalle meduse alle spugne, le acque del mar Mediterraneo ospitano una vasta gamma di nuovi organismi che possono provocare reazioni avverse o addirittura avvelenamento. Il nostro mare muta a causa il cambiamento climatico e con esso i suoi abitanti. Quindi, prima ancora dei pazienti, è fondamentale che i medici e tutti gli operatori sanitari siano immediatamente aggiornati sui nuovi pericoli che arrivano dai fondali marini. Per questo motivo sulla piattaforma Consulcesi Club è disponibile il corso multimediale “Animali e organismi marini: pericoli e rimedi”, obiettivo: fornire un aggiornamento puntale ed esaustivo sulle tecniche di primo soccorso indispensabili per intervenire nei casi di intossicazione o trauma causati dal vermocane e dagli altri animali marini diffusi nel Mediterraneo. Il
corso di educazione continua in medicina è rivolto a medici, infermieri e tutti i professionisti sanitari.
All’interno del corso – riporta una nota – si trovano utili raccomandazioni su come comportarsi, a cura di Daniele Manno, istruttore di Remote e Military Life Support) e del professor Giuseppe Petrella, Università degli Studi di Roma Tor Vergata. Queste le indicazioni principali sui pericoli al mare: se ci si imbatte in un vermocane, il cui veleno provoca bruciore, eritema, prurito e intorpidimento, occorre rimuovere setole infisse nella cute, applicare aceto, ammoniaca o soluzioni di bicarbonato, anestetici locali, cortisonici e antibiotici. Nel caso della medusa, il veleno provoca dolore urente, eritema diffuso e possibile edema. Le
cose da non fare: sciacquare con acqua dolce, grattare, coprire con ghiaccio, esporre la pelle al sole e applicare creme cortisoniche. Al contrario, occorre sciacquare con acqua di mare, rimuovere nematocisti e filamenti con il dorso di un coltello, usare aceto da cucina, usare cloruro di alluminio, usare rocce o sabbia calde (le tossine delle meduse sono termolabili).
Le spine del riccio di mare possono provocare noduli, edema, scleroderma. In tal caso il trattamento prevede impacchi di aceto, immersione nell’aceto, intervento chirurgico (in casi estremi) se i frammenti di spina sono infissi profondamente, inoltre è suggerita l’antitetanica. E ancora: la puntura di tracina causa
dolore che può durare per giorni, possibili convulsioni e sincopi, eritema, edema ed ecchimosi multiple. Il trattamento – spiegano da Consulcesi Club – consiste nell’applicare cloruro di alluminio, suggerite copertura antibiotica e profilassi antitetanica. “È importante che anche i professionisti sanitari siano preparati e
sempre aggiornati per affrontare al meglio queste sfide con competenza e sicurezza, sia che si tratti di prestare pronto soccorso dopo una puntura di medusa o di diagnosticare e trattare un avvelenamento da tossine marine – commenta Daniele Manno, istruttore di Remote e Military Life Support nel nuovo corso Consulcesi – Inoltre, i professionisti della salute devono essere in grado di comunicare in maniera chiara le raccomandazioni su come comportarsi nei diversi scenari ai pazienti che si preparano a partire per le vacanze. Solo così possiamo godere appieno delle meraviglie del Mediterraneo, in tutta sicurezza”.

Massimo Tortorella

Legali Consulcesi: “Più azioni su emergenza clima”

“Le sempre più numerose azioni legali portate avanti dai cittadini, per chiedere ad Istituzioni pubbliche e private risposte e prese di responsabilità per l’emergenza climatica in corso, stanno contribuendo a rafforzare la consapevolezza del diritto a vivere in un ambiente ‘pulito, sano e sostenibile’. Un diritto riconosciuto come universale dalle Nazioni unite ma ancora troppo spesso negato, anche in Italia”. È la riflessione, in occasione della Giornata mondiale dell’Ambiente 2024, dei legali Consulcesi, network internazionale impegnato nella tutela dei diritti dei cittadini, che sta portando avanti l’azione collettiva Aria
pulita.
Secondo gli ultimi dati contenuti nel Global Climate Litigation Report: 2023 dell’Unep (il programma per l’ambiente delle Nazioni unite) negli ultimi 5 anni il numero di azioni legali in materia di giustizia climatica è più che raddoppiato, passando da 884 nel 2017 a 2.180 nel 2022. Come emerge ancora dal rapporto – si
legge in una nota – le corti internazionali si dimostrano sempre più a sostegno della protezione dell’ambiente e della salute umana, riconoscendo il legame tra la violazione di diritti fondamentali e la mancata o insufficiente azione degli Stati nel contrastare la crisi ambientale e climatica.
“Sempre più istituzioni giudiziarie, basti pensare alle due recenti pronunce della Cedu e del Tribunale del Mare – osserva Bruno Borin, a capo del team legale di Consulcesi – confermano che gli Stati, in quanto garanti dei diritti umani fondamentali – come il diritto alla vita, alla salute, a un ambiente sano e a un clima sicuro – hanno la responsabilità di agire. Di fronte agli allarmanti dati sulle problematiche ambientali – dall’inquinamento dell’aria al riscaldamento globale fino ai più recenti eventi climatici estremi – è lecito e doveroso da parte dei cittadini chiedersi, e chiedere ai giudici, se le politiche nazionali applicate siano
realmente efficaci nel raggiungere gli obiettivi climatici stabiliti”.
Consulcesi, “attraverso l’azione collettiva Aria pulita – aggiunge Borin – ribadisce la necessità di fare di più per ripristinare l’ambiente a partire dall’inquinamento atmosferico. Lo smog, infatti, rappresenta un’emergenza sanitaria e ambientale che ogni anno solo in Italia causa 80mila decessi prematuri all’anno,
oltre che aggravare patologie e pesare sulla spesa sanitaria pubblica. Milioni di cittadini in Italia hanno respirato e continuano a respirare ‘aria avvelenata’, vedendosi negato il diritto a vivere in un ambiente salubre”, sottolinea il legale Consulcesi ricordando le due storiche sentenze (del 10/11/2020 e del
12/05/2022) della Corte di Giustizia Europea. Attraverso queste, la Corte Ue ha richiamato e poi condannato l’Italia per aver superato i limiti stabiliti per Pm10 e NO2 nell’aria dalla Direttiva 2008/50/CE (recepita nel Decreto legislativo n.155/2010).
Per dare voce alla preoccupazione dei cittadini – ricorda la nota – il team di legali Consulcesi ha deciso di avviare un’azione collettiva denominata Aria pulita, volta a chiedere un risarcimento e più tutele per la salute di tutti. In totale, sono circa 40 milioni i cittadini costretti a respirare aria malsana e potenzialmente
dannosa per la salute e che, per questo, possono richiedere un risarcimento allo Stato e alle Regioni, aderendo ad Aria Pulita. Partecipando all’azione collettiva si avrà quindi, non solo, la possibilità di ottenere un risarcimento equo per la violazione del diritto a vivere in un ambiente salubre, ma anche di prendere in
mano la salute propria e quella dei propri cari. Per aderire basta dimostrare, attraverso un certificato storico di residenza, di aver risieduto tra il 2008 e il 2018 in uno o più dei territori coinvolti. Per scoprire se e come partecipare all’azione legale, Consulcesi mette a disposizione il sito aria-pulita.it.

Massimo Tortorella

Responsabilità professionale medica: SIMLA stipula accordo con SanitAssicura

Si tiene fino all’8 giugno a Catania il 46° Congresso Nazionale della Società Italiana di Medicina Legale. Nell’ambito dell’incontro verranno discussi e
presentati gli scenari di cambiamento a seguito dell’attuazione dei decreti della Legge Gelli per la responsabilità professionale medica in ambito di consulenza medico legale. L’evento sarà l’occasione anche per lanciare l’accordo SIMLA SanitAssicura che consente ai medici legali di accedere a polizze agevolate, formazione continua e consulenze gratuite
Un ecosistema di servizi assicurativi, formazione e aggiornamento professionale oltre che a un insieme di risorse, tool e convenzioni riservati ai Medici Legali associati a SIMLA. È quanto prevede l’accordo raggiunto tra SIMLA-Società Italiana di Medicina Legale e SanitAssicura, gruppo Consulcesi.

Cosa cambia con i decreti attuativi
Con la pubblicazione dei decreti attuativi della Legge 24, la cosiddetta Legge Gelli-Bianco, inizia concretamente il processo di riforma in ambito di responsabilità professionale medica, dove il sistema assicurativo gioca un ruolo fondamentale. Il testo di legge disciplina diversi aspetti relativi alla responsabilità degli esercenti le professioni sanitarie, delineando ad esempio l’obbligo di assicurazione per tutti i medici e, quindi, anche per i medici legali.

Cosa prevede l’accordo
Per andare incontro alle esigenze dei propri associati, SIMLA ha stipulato un accordo con SanitAssicura. Questo, facilitato dalla collaborazione con Assimedici in qualità di Broker, offre ai soci di SIMLA una serie di vantaggi esclusivi e servizi assicurativi di alta qualità. Ecco cosa prevede questa convenzione.

Servizi e polizze Assicurative per gli iscritti SIMLA
L’offerta include due polizze assicurative pensate per rispondere alle esigenze specifiche degli specialisti in Medicina Legale: una polizza di Responsabilità professionale, una polizza di Tutela Legale e l’accesso gratuito ad un insieme di servizi offerti da Consulcesi Club.
La polizza di responsabilità professionale è conforme ai recenti requisiti dei decreti attuativi della Legge Gelli-Bianco, copre la responsabilità professionale nell’attività di libera professione e colpa grave in ambito lavorativo, sia pubblico che privato. Include retroattività di 10 anni senza scoperto né franchigia,
estendendosi anche ad alcune attività non specificamente legate alla medicina legale, come la sostituzione del medico di medicina generale. La polizza di tutela legale penale copre le spese sostenute dall’assicurato quando deve difendere i suoi diritti ed interessi, nel caso di controversie penali, sia in ambito stragiudiziale che in tribunale.

Accesso a Consulcesi Club
Inoltre, il socio SIMLA avrà la possibilità di iscriversi gratuitamente alla piattaforma di Consulcesi Club che dà accesso a un ecosistema di numerosi servizi dedicati; corsi di formazione per un totale di 10 crediti Ecm;
Elenco Professionisti per favorire il networking; tool e risorse pratico-operative; consulenza e assistenza dedicate.

Pronto Assicuratore
La convenzione prevede, inoltre, per tutti gli iscritti un servizio gratuito di consulenza denominato “Pronto Assicuratore”. Questa prestazione fornirà assistenza immediata ai Soci di SIMLA riguardo a polizze, coperture, denunce di sinistri e altre necessità assicurative. Il servizio ha lo scopo di supportare i Soci SIMLA in maniera professionale e completa: dalla valutazione delle polizze già stipulate alla stesura di nuovi preventivi basati sulle proprie necessità professionali e sulla propria specializzazione.
“Una nuova offerta che testimonia l’impegno di SIMLA nel fornire vantaggi significativi e supporto continuo ai propri soci, rafforzando in questo modo il valore dell’iscrizione alla Società Scientifica che è ormai punto di riferimento del mondo medico legale italiano”, spiega il professore Franco Introna, presidente dalla Società Italiana di Medicina Legale e delle Assicurazioni e delle Scienze Forensi e Criminalistiche.
“Una buona assicurazione è indispensabile per lavorare al meglio e un medico legale che svolge la sua professione con serenità è un guadagno per il Servizio Sanitario nazionale e per i pazienti”, dichiara Simone Colombati, Amministratore di SanitAssicura.
Per ulteriori dettagli, consultare la documentazione completa della convenzione al sito www.simla.it.

Massimo Tortorella

Ecm e assicurazioni: da Consulcesi Club la guida per orientarsi tra le ultime novità e la delibera ‘sposta-crediti’

A spiegare cosa cambia e come tutelarsi, la nuova Guida gratuita di Consulcesi Club rilasciata a margine del webinar “Obbligo formativo ECM e assicurazioni: le ultime novità. A cosa fare attenzione nel triennio”, in cui esperti del settore hanno commentato le nuove modalità ed è stato proposto un video tutorial per completare il procedimento di spostamento su CoGeAPS
Con le nuove Delibere 5/24 e 6/24 emanate dalla Commissione Nazionale per la formazione continua, si ufficializzano due novità sulla scadenza dello spostamento crediti e sul bonus per i corsi a tema vaccini, fondamentali per assolvere all’obbligo formativo ed evitare di incorrere in sanzioni alla conclusione del triennio.
A spiegare cosa cambia e come tutelarsi, la nuova Guida gratuita di Consulcesi Club rilasciata a margine del webinar “Obbligo formativo ECM e assicurazioni: le ultime novità. A cosa fare attenzione nel triennio”, in cui esperti del settore hanno commentato le nuove modalità ed è stato proposto un video tutorial per
completare il procedimento di spostamento su CoGeAPS.
Questo evento ha sottolineato l’importanza della formazione continua e dell’educazione in medicina, essenziali per mantenere alti standard professionali e garantire qualità nelle cure ai pazienti.

Perché la formazione continua è sempre più importante
«La formazione continua in medicina è cruciale per garantire che i professionisti della salute possano aggiornarsi costantemente, migliorare le loro competenze e affrontare le nuove sfide del settore sanitario. – ha commentato Simona Gori, responsabile di Consulcesi Club. In un settore come la sanità che cambia
velocemente, la necessità di mantenere un livello di preparazione elevato non solo risponde alle esigenze dei pazienti, ma assicura anche che i professionisti possano operare con la massima efficienza e sicurezza.»

Le Novità della Delibera 6/24
La delibera 6/24 modifica quella del 8 dicembre 2023, ha spiegato Sandro Di Sabatino, esperto del sistema Ecm. La prima novità riguarda l’estensione della scadenza dei corsi utili per lo spostamento dei crediti, che include adesso anche quelli, effettuati entro il 31 dicembre 2023, ma con “data di fine evento” fissata nel 2024. Inoltre, cambia anche il termine per lo spostamento dei crediti, esteso fino al 31 dicembre 2025, che fornisce ai professionisti un periodo più lungo per completare questa procedura tramite il sito del CoGeAPS.
Per agevolare i professionisti sanitari, oltre alla guida gratuita, disponibile sul sito di Consulcesi Club, Consulcesi mette a disposizione il servizio di “Assistente personale dedicato”. Un consulente accompagna l’utente in ogni fase del processo, dal login al sito CoGeAPS alla procedura di spostamento crediti e si
assicura in tempo reale che tutto vada a buon fine. Da consultare in ogni momento, anche un video tutorial, accompagnato da infografiche che spiegano, passo dopo passo, le corrette procedure. Registrandosi gratuitamente a Consulcesi Club, si potrà accedere a tutti gli approfondimenti dedicati alla formazione dei professionisti sanitari e scoprire gli altri vantaggi della soluzione digitale, da contenuti con formati innovativi al nuovo network Elenco Professionisti.

Formazione sui vaccini
La delibera 5/24 stabilisce di “attribuire ai professionisti sanitari che acquisiscano crediti in materia di vaccini e strategie vaccinali un bonus per il triennio 2026-2028, pari al numero di crediti effettivamente conseguiti nel triennio 2023-2025 su tale tematica, fino a un massimo di 10 crediti”. La Commissione ECM conferma, dunque, l’interesse verso i vaccini come strumento imprescindibile per la salute e che necessita di professionisti formati.
Il nodo assicurativo: il rischio per i professionisti sanitari
Con l’entrata in vigore dei decreti attuativi della Legge 24/17 (cosiddetta Gelli-Bianco) sulla responsabilità professionale degli esercenti la professione sanitaria, diventa operativo l’articolo 38 bis del decreto 152 del 2021, che subordina l’efficacia delle polizze assicurative al completamento del 70% degli obblighi formativi nel triennio. In pratica, i professionisti che non raggiungeranno questa percentuale entro il 31 dicembre 2025 non potranno beneficiare della copertura assicurativa, trovandosi quindi scoperti in caso di contenziosi. Il ministro della Salute Orazio Schillaci lo ha ribadito con molta chiarezza in una recente
intervista.
Sandro Di Sabatino, ha sottolineato l’importanza di essere in regola con l’obbligo Ecm per non trovarsi scoperti con la propria polizza assicurativa in caso di dispute legali. “La formazione continua è un dovere deontologico per i medici e tutti gli operatori sanitari,” afferma Di Sabatino. “Essere adeguatamente
formati e aggiornati è essenziale per rispondere al diritto del paziente di essere curato da un professionista preparato e al passo con l’evoluzione della ricerca scientifica.”

Il supporto di Consulcesi Club
Per aiutare i propri iscritti a comprendere e mettere in pratica le novità riguardo la formazione, Consulcesi Club fornisce strumenti e risorse per adempiere agli obblighi formativi e migliorare le competenze professionali. Tra questi, la nuova guida, il servizio di Assistenza personale e il video tutorial. “Inoltre,
l’innovativa piattaforma digitale offre contenuti esclusivi, formazione Ecm, servizi legali e assicurativi, convenzioni e un network per ampliare visibilità e contatti professionali” conclude Simona Gori, responsabile Consulcesi Club.

Massimo Tortorella

Investiamo sempre più in sanità digitale: +22% di spesa

L’investimento nella sanità digitale è arrivato a 2,2 miliardi di euro. Ma
gran parte delle risorse del Pnrr deve ancora essere messa a terra. I dati del rapporto dell’Osservatorio Sanità Digitale

Intelligenza artificiale, telemedicina, cartella clinica elettronica: gli investimenti italiani in sanità digitale crescono sempre di più. E crescono, di pari passo, l’interesse e la fiducia dei cittadini in questi strumenti.
Sono alcuni dei risultati di una ricerca condotta dall’Osservatorio Sanità Digitale della School of Management al Politecnico di Milano, recentemente presentati al convegno “Sanità digitale: trasformare il presente per un futuro sostenibile”. L’aumento della spesa, che nel 2023 è stata pari a 2,2, miliardi di euro,
il che corrisponde a una crescita del 22% rispetto all’anno precedente, è parzialmente dovuto all’impatto del Pnrr, che però, dicono gli esperti, “non si è ancora manifestato totalmente”, dal momento che “gran parte delle risorse deve ancora essere messa a terra”.

I numeri del rapporto
La ricerca, svolta in collaborazione con Fiaso Consulcesi Jomnya, Amd, Ame, Fadoi, Simfer, Mmg e Fimmg, descrive uno scenario in cui l’uso degli strumenti digitali si consolida e si fa sempre più significativo e raffinato. La cybersecurity si è confermata, come l’anno scorso, al primo posto tra le priorità per le aziende
sanitarie coinvolte nella ricerca; fondamentali anche la Cartella clinica elettronica (Cce) e i sistemi di integrazione con sistemi regionali e/o nazionali. Stabili, invece, i tassi di utilizzo della telemedicina: il 35% dei medici specialisti e il 43% dei medici di medicina generale affermano di aver utilizzato servizi di
telemedicina e il 33% e il 35% hanno fatto ricorso al servizio di telemonitoraggio. Nell’ultimo anno, inoltre, il 35% dei medici specialisti e il 48% dei medici di medicina generale hanno fatto accesso al Fascicolo sanitario elettronico (Fse), strumento considerato utile perché riduce il tempo necessario per reperire le
informazioni (per il 70% degli specialisti e il 65% dei medici di medicina generale) e semplifica la lettura dei documenti scambiati (70% degli specialisti e il 60% dei medici di medicina generale). Inoltre, fornisce informazioni critiche per la gestione del paziente in situazioni di emergenza (68% degli specialisti e 60% dei medici di medicina generale) e permette di prendere decisioni più personalizzate e basate sull’intera storia clinica del paziente (68% e 53%).

Più intelligenza artificiale per tutti
“Il nostro Paese è ormai entrato nel cuore dell’attuazione degli interventi previsti per la Sanità digitale nel Pnrr – racconta Mariano Corso, Responsabile Scientifico dell’Osservatorio Sanità Digitale – Il suo impatto sulla spesa per la Sanità digitale deve però ancora manifestarsi appieno: se per alcune azioni, come quelle
relative alla digitalizzazione delle strutture ospedaliere si è già avuta una forte accelerazione dei progetti, gran parte delle risorse deve ancora essere ‘messa a terra’. Il 63% delle strutture sanitarie, nonostante l’aumento nella spesa complessiva, vede ancora la disponibilità di risorse economiche come la barriera più significativa all’innovazione digitale. Tra gli altri ostacoli maggiormente percepiti troviamo anche quest’anno la limitata cultura per il digitale (43%) e la mancanza di competenze per l’utilizzo degli strumenti (40%), oltre all’integrazione dei nuovi strumenti con i sistemi informatici già presenti nelle strutture (41%)”.
“In linea con lo scorso anno, la cybersecurity si conferma l’ambito di innovazione con la priorità più alta per i decisori delle strutture sanitarie – afferma Paolo Locatelli, Responsabile Scientifico dell’Osservatorio Sanità Digitale – anche in conseguenza dell’incremento di attacchi informatici subiti dalle aziende e dalle istituzioni sanitarie negli ultimi mesi. Si confermano fondamentali, inoltre, la Cartella clinica elettronica e i sistemi di integrazione con sistemi regionali e/o nazionali, coerentemente con gli obiettivi di digitalizzazione degli ospedali – abilitati anche degli accordi quadro gestiti da Consip – e di integrazione – definiti dal Pnrr. Per la Cartella clinica elettronica, che ancora oggi nel 35% degli ospedali non è una soluzione diffusa in tutti i reparti, emerge una tendenza significativa all’adozione di soluzioni fornite a livello regionale o sovra-aziendale: più della metà delle aziende sanitarie che intendono introdurla nel corso del 2024 seguirà questa strada”.

I cittadini stanno imparando
Secondo gli esperti, sono quattro le aree di competenze che il cittadino-paziente dovrebbe sviluppare per utilizzare in modo efficace gli strumenti di Sanità digitale: Digital Literacy, ossia competenze tecniche relative alle funzionalità degli strumenti digitali utilizzati (es. utilizzare lo smartphone, le app di messaggistica, ecc.); Digital Soft Skills, ossia capacità necessarie per comunicare e condividere informazioni efficacemente attraverso canali digitali; Health Literacy, abilità necessarie per ricercare, elaborare e comprendere informazioni basilari per prendere decisioni informate sulla propria salute; eHealth Skills,
competenze per utilizzare in modo autonomo e consapevole le tecnologie digitali nella gestione della salute personale. Il 64% dei medici specialisti e il 67% dei medici di medicina generale e degli infermieri ritengono che per i propri assistiti sia prioritario lo sviluppo della Health Literacy, seguita dall’area delle Digital Soft
Skills (circa il 60% dei professionisti). Anche gli stessi cittadini identificano queste come le aree più critiche, per le quali dichiarano ad oggi le lacune più significative.
“Nonostante i gap formativi da colmare, gli italiani sottolineano la volontà di utilizzare sempre di più il digitale come canale preferito per accedere ai servizi sanitari (72%) – afferma Emanuele Lettieri, Responsabile Scientifico dell’Osservatorio Sanità Digitale – Insieme al canale online, primeggia anche la
farmacia (72%), seguita da altri luoghi vicini al domicilio (es. uffici postali, banche, ecc.) (48%). Avere a disposizione in modo sempre più ricco e completo l’accesso ai servizi sanitari direttamente ‘a casa propria’
o vicino a essa è una condizione ritenuta sempre più essenziale dai cittadini italiani. È auspicabile che proprio questa spinta, unita a una crescente consapevolezza della improrogabile necessità di andare verso una sanità economicamente e socialmente sostenibile, possa portare il nostro Paese verso un’adozione più decisa e coerente di un modello di Sanità connessa”.

Massimo Tortorella

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“Il nuovo Club di Consulcesi pone il medico e il professionista sanitario al centro, con l’obiettivo di creare una sempre più ampia e solida community all’interno della quale dialogare con esperti in ambito legale, assicurativo e della formazione – commenta Simona Gori, responsabile di Consulcesi Club – Il nuovo Club è la soluzione smart per accompagnare il professionista sanitario in ogni sua esigenza lavorativa”.

Massimo Tortorella