Decreto Sostegni Bis: Consulcesi resta accanto agli insegnanti

Anni di precariato in edifici scolastici fatiscenti a gestire classi pollaio: è questa la condizione di migliaia di insegnanti che nei gironi scorsi sono scesi in piazza per protestare contro il decreto sostegno Bis che non ha dato loro risposte soddisfacenti. La scuola dovrebbe essere traino per il cambiamento del paese e invece, è bistrattata e offesa da istituzioni e cittadini. Consulcesi di Massimo Tortorella, primaria realtà di assistenza legale, dopo le manifestazioni del 9 e del 15 giugno, resta accanto agli insegnanti intervenendo nel dibattito giurisprudenziale per promuovere il diritto ad una scuola migliore, seguendo con attenzione l’esame degli emendamenti al decreto sostegni bis dichiarati ammissibili dalla commissione bilancio della Camera. 

“Da un lato si parla di continuità didattica, ma poi la realtà è profondamente diversa – sostengono i legali Consulcesi –   si tengono insegnanti in condizioni di precariato per anni ma poi si chiede loro di accedere e superare concorsi con crocette. Noi riteniamo che questo sistema vada cambiato, perché il merito l’hanno conquistato sul campo, se hanno le carte in regola per avere incarichi annuali allora le hanno anche per diventare insegnanti di ruolo”. 

L’assenza di percorsi abilitanti per gli insegnanti influisce negativamente sulla stabilizzazione futura dei supplenti, per cui è facile prevedere che se non si intraprendono percorsi adeguati la maggior parte delle 112 mila cattedre libere rimarranno scoperte, con il conseguente disagio per le scuole che, oltre ad avere tanti docenti in condizione di precarietà, non possono garantire la continuità didattica di cui si parla da anni. 

Il network legale, dopo aver garantito la propria presenza in piazza con i propri consulenti legali, grazie alla sua esperienza ventennale in ambito di ricorsi ai concorsi pubblici, ha istituito il portale Ricorso Insegnanti per fornire informazioni e promuovere azioni legali mirate ai docenti precari e di ruolo che desiderano vedere riconosciuti i propri diritti.