Consulcesi premia i migliori ricercatori italiani

Giovani ricercatori italiani protagonisti in UK: Consulcesi premia i migliori a Londra

Massimo Tortorella, Presidente Consulcesi Group: «Riduttivo considerare i ricercatori italiani all’estero dei ‘cervelli in fuga’, sono gli ambasciatori del nostro sapere scientifico nel mondo»

Giovani ricercatori italiani protagonisti in Gran Bretagna per la qualità del lavoro portato avanti nelle migliori Università inglesi, in un ambiente accademico tra i più competitivi e prestigiosi del mondo. Nella sede dell’Ambasciata d’Italia a Londra, il Gruppo Consulcesi, realtà di riferimento per la tutela legale e la formazione di oltre 100mila medici, insieme a Farmaco Italiano, società che mette in contatto le farmacie italiane per offrire medicinali agli italiani all’estero (attraverso il portale web www.farmacoitaliano.co.uk), ha
consegnato il premio “Italy Made Me” a due studiosi: Serena Lucotti, oncologa all’Università di Oxford e Luca Peruzzotti-Jametti, ricercatore di genetica a Cambridge. Giunto alla sua quarta edizione, il riconoscimento, promosso dalla stessa sede diplomatica, è destinato a giovani italiani che abbiano compiuto
almeno parte del loro percorso formativo in Italia prima di approdare in UK. L’Ambasciata ha coordinato con l’Associazione degli Scienziati italiani nel Regno Unito (AISUK) e la Italian Medical Society of Great Britain (IMSOGB) il processo di selezione dei progetti di ricerca, attraverso scelte passate poi attraverso il filtro finale di una giuria accademica.
Durante la cerimonia di premiazione, alla presenza dell’ambasciatore Raffaele Trombetta, è intervenuto il Presidente di Consulcesi Group, Massimo Tortorella: «Vorrei congratularmi di cuore con questi ragazzi. Lasciare il proprio Paese non è mai una scelta semplice, ma ottenere un riconoscimento come questo è senz’altro una bella ricompensa per tutti i sacrifici sostenuti in questi anni da loro e dalle loro famiglie. Noi siamo da sempre al fianco dei giovani, sostenendo gli aspiranti studenti di medicina, gli specializzandi e i giovani professionisti. È riduttivo – conclude Tortorella – considerare i giovani ricercatori all’estero dei ‘cervelli in fuga’. In realtà, sono gli ambasciatori del sapere italiano nel mondo, e rappresentano il network scientifico globale del futuro».